Radical chic
Il fascino irresistibile dei rivoluzionari da salotto
Castelvecchi 2005
Ci sono delle giornate in cui ti senti depresso, in cui vorresti che il peso della quotidianità fosse sommerso dalla leggerezza, in cui la crisi, la politica fossero annullati da un ironico sorriso.
Se siete in quelle giornate potete leggervi i due racconti di Tom Wolfe racchiusi sotto il titolo Radical Chic. Siamo negli anni sessanta, in una strepitosa New York, nel pieno del fermento giovanile, in quello che banalmente chiamiamo '68. Le Black Panther compaiono nel panorama americano dopo anni di lotte sui diritti civili, dopo Martin Luther King, dopo Malcom X, dopo Kennedy e prima di Reagan.
Essere liberal era uno status simbol, appoggiare cause sociali, gruppi rivoluzionari era, ed è, un ottimo modo per lavarsi la coscienza. É così che nascono i radical chic. In un vortice paradossale di discorsi rivoluzionari, tartine al caviale e champagne, domestici bianchi e ospiti negri tutta l'ipocrisia del bel mondo occidentale si palesa in un crescendo di incomprensioni e nuovi party dedicati a nuove cause da sostenere.
Se poi la giornata è ancora lunga ed il libro è breve e avete ancora un po' di depressione dal mondo circostante, leggete il secondo racconto.
I Mau Mau, ultimi guerriglieri di un colonialismo morente, diventano paradigmatici del metodo nonviolento. Siamo in California, punta avanzata del '68 americano, piano degli interventi statali per combattere la povertà, l'esclusione sociale, la perdita di lavoro e la ghettizzazione. Siamo un po' come oggi ma con più speranza.
Qui i veri protagonisti sono i funzionari statali, i parapalle, che devono erogare posti di lavoro, creare leader di comunità nera, essere i mediatori fra comunità dei ghetti e Stato.
Anche in questo caso l'apparenza inganna e i disperati sono degli abili manipolatori dei pregiudizi che subiscono. Si presentano cattivi e violenti, senza mai alzare un dito ovviamente, bastano sguardi, atteggiamenti, vestiti e colore della pelle. La paura del parapalle bianco è assicurata, così come il posto estivo a spese del governo. Il libro finisce con un magistrale colpo di teatro: una masnada di bambini urlanti e un leader vestito da magnaccia...
Buona lettura.
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