Welfare (de)generativo?
Siamo alle solite.
Cambian le parole d’ordine ma non cambia la mentalità.
Oggi dopo anni di svariate integrazioni, sistemi e metodi, piani e patti, il tutto per arrivare alla comunità solidale, il welfare si (ri) genera, almeno linguisticamente.
A ritroso… sembra l’ennesimo tentativo di curare il tumore con il placebo... e via di sussurri e grida:
Dialogo sul nulla fra Esperto e Consulente :
Esperto: “Si spende troppo, la crisi ci impone un ripensamento del sistema di welfare…”
Consulente: “Certo la necessità di avviare processi virtuosi non può pregiudicare gli ottimi livelli prestazionali che sono stati raggiunti… Bisogna risparmiare attivando sinergie importanti pubbliche e private… ”
E: “Ci vuole Sussidiarietà! e non solo verticale! Non si può curare un sistema malato con la stessa medicina che lo ha causato… mutuando Einstein…"
C: "e la forza che sta nella solidarietà! Non bastano i finanziamenti! Si rischia un effetto iatrogeno anche nella sfera sociale, come ricorda Illich!”
E: “Ha ragione caro collega! Basta finanziamenti a pioggia! Vengano fatti progetti mirati! In grado di rideterminare i fattori di spesa alla luce di nuovi indicatori che definiscano parametri condivisi…”
C: “il focus sono i Bisogni! E non solo le astratte categorie paradigmatiche, il confronto sui dati può essere forviante nel momento in cui non si parte da un modello condiviso … da un linguaggio comune… in grado di identificare prima di erogare…”
E: “ e già bisogna prima di tutto ascoltare e rilevare i bisogni, per dar corpo ad azioni concrete che coinvolgano tutti gli attori in un processo virtuoso!”
C: “ per avere risposte mirate, altrimenti si rischia un processo di reistituzionalizzazione coatta dei servizi… dopo tutta la fatica che noi operatori sociali abbiamo fatto per dare dignità alla persona umana! ”
E: “ perché come operatori sociali abbiamo il dovere di sostenere l’empowerment comunitario! “
C: “mmm… e sì senza un percorso di welfare allargato… “
E: “Già di comunità solidale, si tratta di un agito responsabile degli attori sociali, un investimento di capitale sociale non indifferente!”
C: “e sì proprio una nuova vision del sistema di welfare che metta in primo piano la famiglia e la comunità, attori di un WELFARE GENERATIVO!.. tiè!”
E: “ohhhhh, hai proprio ragione…”
Siamo alle solite.
Cambian le parole d’ordine ma non cambia la mentalità.
Oggi dopo anni di svariate integrazioni, sistemi e metodi, piani e patti, il tutto per arrivare alla comunità solidale, il welfare si (ri) genera, almeno linguisticamente.
A ritroso… sembra l’ennesimo tentativo di curare il tumore con il placebo... e via di sussurri e grida:
Dialogo sul nulla fra Esperto e Consulente :
Esperto: “Si spende troppo, la crisi ci impone un ripensamento del sistema di welfare…”
Consulente: “Certo la necessità di avviare processi virtuosi non può pregiudicare gli ottimi livelli prestazionali che sono stati raggiunti… Bisogna risparmiare attivando sinergie importanti pubbliche e private… ”
E: “Ci vuole Sussidiarietà! e non solo verticale! Non si può curare un sistema malato con la stessa medicina che lo ha causato… mutuando Einstein…"
C: "e la forza che sta nella solidarietà! Non bastano i finanziamenti! Si rischia un effetto iatrogeno anche nella sfera sociale, come ricorda Illich!”
E: “Ha ragione caro collega! Basta finanziamenti a pioggia! Vengano fatti progetti mirati! In grado di rideterminare i fattori di spesa alla luce di nuovi indicatori che definiscano parametri condivisi…”
C: “il focus sono i Bisogni! E non solo le astratte categorie paradigmatiche, il confronto sui dati può essere forviante nel momento in cui non si parte da un modello condiviso … da un linguaggio comune… in grado di identificare prima di erogare…”
E: “ e già bisogna prima di tutto ascoltare e rilevare i bisogni, per dar corpo ad azioni concrete che coinvolgano tutti gli attori in un processo virtuoso!”
C: “ per avere risposte mirate, altrimenti si rischia un processo di reistituzionalizzazione coatta dei servizi… dopo tutta la fatica che noi operatori sociali abbiamo fatto per dare dignità alla persona umana! ”
E: “ perché come operatori sociali abbiamo il dovere di sostenere l’empowerment comunitario! “
C: “mmm… e sì senza un percorso di welfare allargato… “
E: “Già di comunità solidale, si tratta di un agito responsabile degli attori sociali, un investimento di capitale sociale non indifferente!”
C: “e sì proprio una nuova vision del sistema di welfare che metta in primo piano la famiglia e la comunità, attori di un WELFARE GENERATIVO!.. tiè!”
E: “ohhhhh, hai proprio ragione…”
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