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martedì 11 gennaio 2022

Super Pistolotto provax

29/11/2021

Come sempre in questa pandemia si confondono i livelli mediatici, politici, medici. Evito i medici, perché non sono medico, mi fido delle indicazioni della scienza (unica disciplina non fideistica) e delle iniziative di contrasto alla pandemia in atto. Tradotto se devo fare il booster lo faccio e non rompo i cojoni.
Ma veniamo al Lancet  e la prima considerazione è: me ne sbatto delle statistiche USA, che non mi dicono la mortalità, la ospedalizzazione e le TI, dati politicamente ed economicamente rilevanti, ma solo la contagiosità, dato per me irrilevante se non finisco attaccato al bombolino.
La questione è posta furbescamente da Lancet: lo stigma dei non vaccinati è tale da poter definire questa ondata "dei non vaccinati"?
A domanda sbagliata, risposta sbagliata. Ciò che ci si deve chiedere non è epidemiologico ma politico, mediatico ed economici. Se dovessimo ribadire il concetto in modo chiaro la risposta è no, quest'ondata non è prerogativa dei no vax per il semplice motivo che, per quanto intelligente, il virus non chiede il GP.  Il tema non è chi si contagia ma quanto la contaggiosità e l'ospedalizzazione hanno ricadute sulla comunità, sulla libertà e sulla partecipazione, più ancora che sull'economia.
Il primo elemento che si dovrebbe sciogliere è il concetto di Covid 0, ovvero la possibilità di definire un evento pandemico chiuso quando il virus sparisce. Follia pura, nessun virus sparisce dall'oggi al domani, nessuna vaccinazione è taumaturgica, nessuna azione di prevenzione è totalizzante e risolutiva.  Eppure non si può essere fatalisti e attendere che la variante Omega giunga a finire l'alfabeto greco per definire  il virus morto.
L'atteggiamento Covid 0 è transpolitico, imperversa dal novax negazionista (il covid non esiste) al paranoico ipocondriaco (il covid lo si prende da soli in macchina) ed è questo si stigmatizzante delle posizioni radicali. Dal punto di vista mediatico il virus ha molta più forza che dal punto di vista sanitario, è manicheo divisivo e totalizzante. Non è qui il luogo per analizzare la dimensione comunicativa della pandemia, quella social e quella televisiva, poiché ci porterebbe fuori strada, ma la sua dimensione di radicalizzazione.
Tornando a Lancet , la sua posizione  evidenzia, attraverso un dato statistico, una questione culturale. 
Lo stigma del No Vax è uno stigma auto imposto, i no vax non possono permettersi posizioni mediane, conciliative o ragionevoli per un motivo semplice: la sindrome della persecuzione è la base del totalitarismo e la radicalizzazione delle minoranze sedicenti perseguitate nasconde sempre (o quasi) una volontà prevaricatoria, ideologica e sostanzialmente fascista. I no vax sono in una posizione anti scientifica, antimoderna ed etica, non credono nella democrazia perchè la democrazia può contestarli, non credono nella scienza perché la scienza può cambiare opinione, non credono nella politica perchè la politica è compromesso.
Non è un caso che il movimento di riferimento storico in Italia di tale approccio sia il Grillismo e che oggi siano le frange più reazionarie dei partiti di destra (lega e FDI) ad alimentare il dissenso, coadiuvate da quella parte della sinistra intellettuale che ha sempre sbagliato la parte in cui stare. Sta avvenendo ciò che avviene quando una perplessità, un'istanza minoritaria, una falsa informazione  viene  trasformato in un credo, in una verità assoluta e  una verità rivelata.
Il processo persecutore/perseguitato è lo stesso che ha imposto l'antisemitismo come salvifico trasformando una minoranza perseguitata (gli ebrei) nei persecutori perfetti.  In questo hanno ragione i no vax, ci sono similitudini fra nazismo e la situazione attuale, ma a parti invertite. I no vax si stanno comportando come i nazisti della birreria di Monaco costruendo una visione del mondo paranoide (hitler docet) IN CUI I GRANDI POTERI (e guarda caso sono Soros, Gates, Bezos accusati di ebraismo), governano il mondo tramite fantomatiche manipolazioni mondiali che ci trasformerebbero in mezzi uomini. Il mito del super uomo , tanto caro a Casaleggio, ritorna sostenendo che è la natura a governare la salute, sono forze primordiali che il tecnicismo sanitario cerca di distruggere per imporre un nuovo ordine mondiale: i super uomini sono i novax e i mezzi uomini sono i vaccinati. Nulla di molto lontano dal romanticismo più radicalizzato che Berlin ben racconta nei suoi scritti. Tornando a Lancet, ciò che appare evidente non è lo stigma accusatorio verso i novax, ma la volontà degli stessi di apparire vittime di un complotto e i veri illuminati (loro che citano gli illuminati come nuovo ordine mondiale). Purtroppo oggi la politica è debolissima, svenduta dal populismo a ricettacolo di intrallazzoni e delinquenti, e non ha strumenti efficaci per contrastare il fenomeno di radicalizzazione estremista delle opinioni.  Democrazie più mature (la svizzera) ha posto la questione ai cittadini abituati e consapevoli del loro potere ed ha vinto la razionalità e la scienza. In Italia almeno 25 anni di populismo strisciante hanno sfaldato la credibilità istituzionale e politica  e oggi al governo ci sono ancora gli stessi talebani del no vax che sono diventati provax senza cambiare la propria strumentazione ideologica. Una buona politica non può lavorare solo con la strategia della tensione (che aiuta solo i delinquenti) ma con la chiarezza delle leggi, la chiarezza dell'obiettivo e la disponibilità al contraddittorio. Se in una stessa agorà mediatica mettiamo due talebani di opposte fazioni otteniamo solo il risultato che ne usciranno più radicalizzati.
Oggi ciò che si deve combattere non sono i novax di per se, quanto il substrato ideologico che li sostiene (che va da FN a LEU), fatto di verità assolute, di masochismo e sadismo istituzionale e di opportunistica violenza mediatica.
In tutto questo le vittime sono tutti i cittadini e le istituzioni che ne escono distrutte e ancor più depotenziate. Banalmente se ogni giorno trovassimo il bollettino di guerra a pagina 4  dei quotidiani e come 4 titolo del TG avremmo la popolazione meno esasperata, più disposta a discutere di altro e meno impaurita dagli opposti estremismi.