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giovedì 31 maggio 2007

Per grazia ricevuta

Buongiorno a tutti,
è finalmente giunta la notizia che tutti noi aspettavamo:Lorenzo è libero!
Lo Sceicco del Dubai ha all’ultimo aggiunto il nome di Lorenzo alla lista di persone recluse a cui ha concesso la sua Grazia. Al momento Lorenzo è ancora in carcere e ci rimarrà ancora per qualche giorno, per assolvere a questioni burocratiche e formali che riguardano il provvedimento di espulsione. Ma ormai è questione di pochi giorni e rivedremo Lorenzo fra noi.
Vi terremo informati su questo sito sugli sviluppi e le modalità del rilascio.
Ringraziamo tutti. Col cuore in mano. Gli amici, i conoscenti, tutti quelli che hanno dato il loro apporto, supporto, senza mai smettere di crederci e sperare.
Un ringraziamento particolare va alle cariche istituzionali che ci hanno aiutato, i politici, il Consolato italiano a Dubai, che non ha mai fatto mancare il suo conforto e soprattutto lo Sceicco del Dubai, che ha ascoltato le nostre preghiere.
Un grazie soprattutto a chi ha firmato la petizione, a chi ha versato dei soldi sul conto corrente per Lorenzo, agli artisti che hanno cantato al concerto, a chi ci ha confortato sul blog e a chi solo per pochi istanti si è interessato alla vicenda e ha pregato in cuor suo che si risolvesse nel migliore dei modi.
Ecco, grazie a tutti quanti voi, il migliore dei modi è arrivato.
Miranda, Paula, Arianna e Marco.

martedì 29 maggio 2007

anche la politica debilita

I regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi e tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno.

Ieri ho riletto questa frase e ho pensato al mio Comune. Per altri 5 anni avremmo un piccolo tirannello di bassa Lega, democraticamente eletto.
La democrazia, diceva Churchill, è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme sperimentate finora.
La democrazia è una bella illusione, e ieri ho capito anche quanto sia pericoloso far decidere in modo democratico.
Il mio sindaco è colui che vieta il Burqua (anche se si tratta di un velo) , colui che arma la polizia locale (quella che dirige il traffico e fa passare i bambini davanti a scuola), colui che veste in divisa i cittadini e li manda a fare le ronde (fermando cittadini intenti a portare la spazzatura differenziata). Insomma questo è il sindaco che il 63% dei miei concittadini ha votato.
Il mio sindaco ha il potere, che gli elettori gli hanno dato, di farmi sentire un cittadino di serie B.
Questo è il potere della democrazia? Distinguere fra vincitori e vinti? Fra potenti e impotenti? Fra governanti e oppositori?
Io credevo che democrazia fosse potere di tutti, opposto al potere dei pochi o al potere del singolo. Ma mi sbagliavo.
Coloro che noi eleggiamo comandano per nostro conto, secondo quel ardito concetto politico della delega, lo fanno, chi più chi meno, per rispettare la volontà dell'elettore. Il problema non che il potere sia in mano agli eletti, questa è la regola base, ma che gli elettori siano così potenti e incoscienti da votare in questo modo e permettere che questo avvenga.
Il problema sono gli elettori incapaci non di scegliere, per far questo basta avere 18 anni e una matita, ma di comprendere quanto la democrazia significhi. Il loro potere è dell'elettorato.
Ci troviamo così a sopportare l'elezione di piccoli cesari, di incapaci, di illusionisti, di cialtroni tutti democraticamente eletti.
Per quanto mi faccia piacere credere che sia un problema di candidati mi viene il sospetto che i questi siano l'espressione della società che li candida e che, quindi, sono quelli che ci rappresentano...
In definitiva il problema della democrazia e di essere eccessivamente democratica.

Uno che di democrazia se ne intendeva, che ne conosceva così bene le debolezze da farla fuori, che aveva capito che la democrazia si batte con le armi della democrazia (elezioni, parlamenti, polizia, libere associazioni di cittadini, dialettica e contrasto politico), ha scritto:
I regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi e tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno.
E lo ha fatto studiare ai futuri giovani antifascisti che hanno, dal 1945, governato l'Italia. Evidentemente hanno studiato così bene da essere riusciti a superare il maestro.

giovedì 10 maggio 2007

il lavoro debilita l'uomo...

lavoro... non ho ancora capito quale sia il criterio per giudicare se stesso, il proprio lavoro.
Oggi la giornata è spezzata in due: metà ottima, efficiente, efficace, produttiva, soddisfacente, metà deludente, amara, triste, spaesante.
Eppure, nella mia ingenuità verrebbe da dire, tutta la giornata avrebbe dovuto essere buona.
Non capisco, faccio finta di non capire.
Ottenere il risultato previsto, realizzare ciò che viene chiesto, evitare scontri, rotture sembrava un buon risultato. Sembrava.
Ciò che più mi sconsola è che non sento di aver commesso errori di presunzione, cosa che spesso faccio, ma anzi di aver peccato di disponibilità, di aver fatto lavoro altrui solo per agevolare, per ottenere un buon risultato condiviso, piuttosto che uno brutto egoistico.
Si deve imparare ad essere strategici, a dir di no.
Niente di più corretto se si dice di si per accondiscendenza. Ma a me piace ciò che faccio, dovrebbe darmi soddisfazione, mi sforzo di imparare da chi sa più di me, anche se questo significa fatica. Non aiuto, o mi impegno, solo per fare "favori" ma per fare un favore a me stesso, per migliorare e giorire di un risultato a cui ho partecipato.
Questa politica mi ha già fregato più di una volta, e ogni volta che mi avvicino a capire i meccanismi del settore in cui lavoro, sembra sempre che pecchi di Ybris...

giovedì 3 maggio 2007

Barcellona non è in Spagna

penso di aver camminato la maratona di NY in 4 giorni. Barcellona è orribilmente piena di orribili turisti italiani. Se li eviti, però, o se fai finta che non esistano e li guardi con sublime disprezzo la capitale catalana è una gran bella città. Penso che se fossi tedesco sarebbe lo stesso, o inglese... Ma sono possessore di una carta di identità italiana, anche se sarebbe più corretto che avessi la doppia cittadinanza, sarda e friulana. Penso che un sincero catalano sarebbe in completo accordo con me, soprattutto per la seconda affermazione.
Torniamo alla città. Dormivo in un tecno/giappo/fashion/design hotel vicino al mercato di Sant Antoni. Ogni mattina armati di buona volontà, compagni di viaggio empatici, lonely planet prestata da una zelante amica, stomaco imbottito di paneburroemarmellata si partiva per destinazione che il caposcout aveva deciso. Il caposcout non ero io. Con questa scusa ho letto tre libri in cinque giorni, non dovendo leggere la guida, scegliere il ristorante ma limitandomi ad ammirare e condividere chi lo faceva per me.
Ho passato assai poco tempo in città, troppo per poter dire se e cosa ci sia da fare o da vivere a Barcellona, ma la sensazione che ho avuto è che sia una città europea, non necessariamente mediterranea, ma sicuramente europea. La vita, la famosa vita barcellonese, quella che tutti i miei predecessori mi avevano consigliato, localini, droga, vita insomma, non l'ho voluta. Mi sembrava di andare a cercare il paese dei balocchi, con annesse delusioni, e di non capire nulla della città.
Però ho visto, come un bravo turista, Gaudì... e ci stò ancora pensando se mi ha convinto. Una cosa è certa la Sagrada famiglia è un abuso edilizio... ha lo stesso fascino del balcone chiuso con le vetrate in attesa di condono, o del quarto piano della villetta monofamiliare al mare in attesa delle ruspe.
Passeggiare però per le grandi strade, evitando le ramblas, infilarsi per nel barrio gotico o la ribeira, o a caso in quartieri di cui non ricordo il nome vale cento deliri antimodernisti dell'ultimo Gaudì. Tutti mi hanno detto evita il ravel. Avevano ragione. Non tanto per il pericolo che questo appare rappresentare, ma perché non rappresenta altro che il solito, globalizzato quartiere di negozi pachistani e spedizionieri di soldi all'estero, internet e kebab. Tutte cose che non mi infastidiscono ma che posso vedere comodamente sotto il mio ufficio. Ci sono i localini! Così mi hanno detto, se per localini si intendono zilleri aperti fino a tarda notte e pieni di post frikkettoni ubriachi... non fa niente, preferisco una cena e un ultimo in tranquillità vicino a Santa Maria del mare.
Santa Maria del mare... quella si che vale la pena di esser vista, un gotico da vertigine, nudo e infinito...