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martedì 23 ottobre 2007

età adula ancora

in risposta al commento di exis

... oppure che diventare adulti non significa snaturasi o cambiare ma più semplicemente vivere.
forse abbiamo semplicemente paura a chiamare le cose con il loro nome. Adulto, ragazzo, giovane, vecchio, bambino sono semplicemente vita.
Per questo capisco che non ti sia accorto di essere cresciuto... si cresce, si invecchia in un grande contesto, che viviamo ogni giorno.
Per far capire a noi umani quando il cambiamento è avvenuto (o stà per avvenire) la cultura ha inventato i riti di passaggio. Se fossimo vissuti in altri tempi e altre culture forse non ci porremo neanche il problema. Avremmo avuto il nostro rito (che so saltare da un albero attaccato ad una liana, o essere abbondanti da soli nella foresta) e saremmo diventati adulti.
Ma forse sia io che te abbiamo avuto i nostri bei riti (fra pesci persici e bambini barbuti) e per questo ci possiamo permettere di disquisirene amabilmente e filosoficamente...
il problema è, come sai, chi a 35 fa quello che non ha mai fatto a 16... e vuole recuperare il tempo perso.
Noi siamo ottimi adulti perchè siamo stati ottimi ragazzi... e questa la figata!

domenica 21 ottobre 2007

età adula

non raggiungere mai l'età adulta può significare solo due cose:
o che si è morti giovane o che si è invecchiati precocemente.

giovedì 18 ottobre 2007

Cammina, Cammina

. al mare ho camminato. Così come ho visto fare lontano. Ho camminato sotto la pioggia, contando i passi e svuotando la mente.
Ho camminato a lungo, sulla sabbia e sulle rocce. Il mare a fine stagione è libero, verde, accogliente.
Ho avuto paura di non poter sopportare i fantasmi che quasi quarant'anni di convivenza, con il mare intendo, con quel mare, avevano prodotto, che la solitudine potesse essermi fatale.
Invece i fantasmi stanno buoni, più buoni dei vivi e la solitudine è di buona compagnia... non disturba mai.

Sono i vivi che danno fastidio, almeno fino a quando non li trasformi in fantasmi...

mercoledì 17 ottobre 2007

Maschio o femmina

già scritto tempo fa... ma a volte i ricordi riaffiorano con piacere.
.
Come restiamo colpiti, noi uomini, dalla naturalezza con cui alcune donne disfano il lavoro, anche quando sono già ben avanti, perché c’è uno sbaglio, o perché sono scontente del disegno, o dell’effetto dei colori… Proviamo, noi maschi, un’avversione profonda, quando la strada si chiude, per il tornare indietro[…]. Andiamo avanti, a costo della rovina.
Adriano Sofri, Il nodo e il chiodo. Libro della mano sinistra, 1995

Adriano Sofri, prima che mani e menti imbecilli lo rinchiudessero a vita nella sua Pisa, scrisse della mano sinistra. Io ero un non più giovane laureando e in Piazza Verdi, fra tossici e melomani, stazionava un capannone di libri usati e deprezzati.
Conoscevo Sofri per militanza politica più che per acume antropologico.
Da allora non prendo mai poco sul serio i suoi scritti, le sue opinioni, mentre diffido dei suoi detrattori come dei suoi acritici esaltatori.
Avevo sempre avuto il dubbio che la questione femminile fosse anche questione maschile. Non ero certo che il femminismo fosse solo la risposta al maschilismo. Ridurre tutto a falli e vagine mi sembrava esageratamente manicheo.
Ogni piccola azione o inazione è frutto di comportamenti innati o appresi, è cultura prim’ancora che genetica. Così le donne tessono e gli uomini allevano, le donne fanno ceramica e gli uomini battono il ferro. Gli uomini quando parlano combattono, le donne tramano.
Tutto questo l’ho scoperto ascoltando le donne parlare, l’ho scoperto vedendo gli uomini lavorare, l’ho scoperto violando i luoghi deputati alle donne.
Fin da bambino stazionavo in cucina mentre mia madre mescolava il cibo cotto al femminile. Io ho assorbito le chiacchiere delle domestiche bevendo il caffè e fumando sigarette MS puzzolenti, alla mattina presto insieme a loro mentre il resto dei giovani maschi dormiva.

Il mondo femminile costringe alla costruzione sociale, costringe all’ascolto.
È una tecnica che non abbiamo, noi maschi. Ascoltiamo preparando il contrattacco, ascoltiamo solo per rispetto imposto, il nostro ascolto è improduttivo.
Notate cosa dicono di se gli uomini e cosa le donne. Notate quanto una donna scopra di voi in dieci minuti e quanto gli uomini non sappiano nulla di una donna dopo mesi.
Ringrazio il mio apprendistato femmineo, giovanile e infantile. Oggi riesco ad essere ascoltato persino da una donna.

A malapena sopporto dover lasciare la cucina quando sono ospite.
Mia zia mi teneva vicino al tavolo mentre preparava le polpette. In cucina si annusano i profumi, si vedono colori, si ascoltano i rumori. È il luogo della percezione alterata per eccellenza.
Ormai sono grande e in cucina stanno i bambini (forse non più) e chi cucina. Gli uomini mi costringono a parlare di politica, di sport, di lavoro ed io invidio le compagne in cucina con il loro sommesso ciarlare, le chiacchiere senza senso (per noi poveri uomini imbecilli).
Ma a volte riesco a scappare (tanto un po’ strambo mi considerano) e mi faccio dare il cambio dalla mia donna (tanto un po’ stramba la considerano) e mi metto in cucina a spettegolare e le parole tornano fluide, i toni sommessi e gli argomenti reali.

Pochi giorni fa due donne parlavano come due uomini, ho messo le cuffie e alzato il volume, ho sperato fosse solo un caso.

giovedì 11 ottobre 2007

il miglior salmone... street food


al porto di Helsinki...18 settembre ora di pranzo.

. il porto di helsinki è un posto freddo, lo era sotto la pioggia e lo è oggi al freddo vento che mi perseguita nonostante il cappellino, la sciarpa, e il giubbotto imbottito.

. il piccolo vapore che mi ha portato alla svedese guarnigione sta tornando ed io guardo la cupola della chiesa bianca avvicinarsi da dietro le grandi navi ancorate.
Il grigio penetra nelle vesti e si squarcia, ogni tanto, con un inaspettato raggio di sole forzatamente trapassato fra le nuvole dense e veloci.

. Arrivo al porto e scelgo una bancarella colorata e ricca. Colori da suk mediorientale , odori, attutiti dal freddo, penetranti, invitanti, caldi. Scelgo la più colorata, la più giovane mi pare...

. scelgo il mio salmone e, da pessimo italiano, non cambio nulla della ricetta originale. La salsa d'aglio, le patate e il salmone. Seduto al freddo della piccola copertura davanti alle banchine mangio il miglior salmone della mia vita... Freddo, caldo, dolce, salato... cibo degno di Hildegarda de Bingen... se solo non fossi tanto affamato ne gusterei l'assenza.

domenica 7 ottobre 2007

Devo abituarmi al grigio. Koli

21 settembre.

la strada che da Joensuu porta a Koli è una lunga serie di chilometri di alberi.
La mattina è piovosa, inutilmente grigia e si protrae a dismisura.
Se mai tornerò in Finlandia dovrò abituarmi al grigio.

sabato 6 ottobre 2007

Il falso medievo, appunti architettonici ad Helsinki

a Castel di Casio c'e un castello falso medievale, mischia romanico con gotico, arabo e bizantino...
passeggiando per Helsinki, cuffie nelle orecchie, digitale in mano e sciarpa al collo ho visto l'effetto del Kalevala architettonico.
Grandi palazzi mostrano torri e portali di gusto medievale. Un che di maestoso, un nazionalista gusto per la saga nordica si riflette in tozze colonne bianche. Torri merlate e trifore gotiche sono elementi incastonati in grandi palazzi moderni, dei rimi del novecento presumo, che si affacciano su larghe strade che nulla anno del tessuto urbano medievale.

Per me che di medioevo e falso medioevo son ghiotto, anche se ora meno, sembra di aggiungere un ulteriore tassello alla definizione dell'età di mezzo, quella che mi è anche anagraficamente più consona...


Helsinki è una gelida Barcellona?


. per Helsinki si cammina con facilità, anche senza i bastoncini da camminata nordica. L'hotel Anna è un brutto hotel nordico in pieno centro, a due passi da una birreria, un sexi shop, un locale hard rock e un Night club, il Soho.

. le strade sono larghe mi ricordano alcuni scorci barcelloneti...

. alle 17 inizio a vedere meravigliosi adolescenti uscire dalle loro tane. Sono piccoli post Punk agghindati come solo un adolescente può e deve fare... ciò che timidamente l'anno prima a Joensuu avevo percepito mi appare oggi illuminante.

. una ragazza capelli color panna all'amarena saltella abbracciata ad una amica... indossa un vestito da fata turchina rosa shocking e calze a righe multicolore orizzontali, anfibi rossi.
Ormai estasiato mi si para davanti un giovane virgulto con crestina d'ordinanza anfibi slacciati maculati e tunica da prete... ogni dove è un proliferare di elfi, troll, orchetti e nani postmoderni! tutti strepitosamente giovani e allegri.
Questa è Helsinki!

c'è un chiosco sul mare, ad Helsinki


il quindici settembre alle 17.15. Rasserenato.

. oggi ho messo la sciarpa. Ieri no. Sono in giacca di cotone e sciarpa in perfetto Suomi Style.

. i plaid sono appoggiati sulle sedie di legno pieghevoli e accoglienti.

. si riesce persino a guardare il sole che, come pare gli piaccia far qui, si accosta lentamente al tramonto.

. il caffè è buono, caldo e lungo. Mi ricorda la Svizzera. I test da giovani universitari. Fu vero tour sentimentale...

. il calore di questo sole è tiepido, come se non volesse coinvolgerti ma esserci e basta. Che sia questa l'essenza dei finlandesi?

. ho visto le nuvole correre più veloci del mare sardo, le ho viste spazzate come polvere dal pavimento.
Guardo e si vedono ancora, a gatti, agli angoli della città

importazioni illecite, Cimici ad Helsinki

Scritto a Helsinki sotto la pioggia battente, stazione marittima del porto... il quindici settembre alle 11 di mattina ora locale.

. ho importato due orribili cimici fetenti...
La prima è morta all'Hotel Anna. Uccisa nel water. La bastarda si era nascosta nei pantaloni neri elastici. Bastarda.
La seconda la lascio agonizzare alla stazione marittima...

venerdì 5 ottobre 2007

la pioggia ad Helsinki, alla ricerca del Valhalla


Scritto a Helsinki sotto la pioggia battente, stazione marittima del porto... il quindici settembre alle 10.30 di mattina ora locale.

. qui piove, son rifugiato in attesa dell'ultimo traghettoautobus verso il Valhalla di pioggia.
Mi chiedo se abbia senso scappare sotto il diluvio!
Sono fortemente tentato di prendere il vaporetto per andare al Valhalla! Ma se poi trovo l'inferno?

. Mi aspetta il museo del design ... non posso

. Al mio fianco due ragazze parlano nella lingua della giovinezza. Mischiano spagnolo, inglese e finnico. Vanno via, invecchiano.

. Mi dò tempo fino alle 11 poi comunque mi avventuro sotto la pioggia... il design non può aspettare.

Per logica e consequenzialità, turista ad Helsinki

Scritto a Helsinki sotto la pioggia battente, stazione marittima del porto... il quindici settembre alle 10 di mattina ora locale.


. il senso del turismo e la sua alterazione di coscienza.
il senso di straniamento non è altro che uno stato alterato di coscienza... cosa c'è di diverso da imbottirsi di droghe e viaggiare sconosciuti in luoghi sconosciuti?

. per me fare turismo in questo senso non è altro che cercare diversità, confrontarsi con essa...

. la lingua è veicolare nel senso che trasmette le sensazioni o solo comunica le necessità?
se è buona la prima, ovvero trasmette emozioni, sensazioni, pathos allora che senso ha privarsi della possibilità di conoscere attraverso l'ignoranza!

. cosa sia l'ignoranza è fondamentale. L'ignoranza, e in particolare la coscienza di averla , significa provare sensazioni e sinestesie che altrimenti non si potrebbero avere.

. il presupposto in primis per la conoscenza è l'ignoranza.