chi cerca trova

domenica 9 dicembre 2007

Sindaci o tiranni?

ogni giorno che leggo le sparate del mio sindaco e dei suoi compari triveneti, e non solo purtroppo, mi vengono in mente i miei studi classici.
Sarà per questo che il mio luminoso preside diceva che saremmo diventati la classe dirigente del futuro: perchè le peggiori schifezze le aveva già fatte qualcun altro e noi lo sapevamo...
E si perchè sapere che l'esilio forzato è una pratica antica, che la divisioni in classi e razze è storia vecchia, che i toni "maschi" hanno fatto il loro tempo, che eccitare il popolo è più facile che calmarlo, sapere tutto questo, secondo il mio antico preside, avrebbe permesso a noi illuminati di essere bravi governanti, l'élite di savi al governo del mondo...
Purtroppo ho anche imparato che la storia non insegna nulla e che gli errori si ripetono prendendo spunto dalle disgrazie del passato peggiorandole e spostando sempre più avanti il limite dell'indecenza.
Per questo non dirigo alcunché e della mia generazione vedo solo brutti esempi del giovanilismo catastrofico imperante. Esclusi i presenti è ovvio.
Torno agli amati sindaci. Il mio in particolare ama arrivare secondo ed essere più realista del re (Bossi in questo caso) e per non sbagliarsi si accozza con tenacia alle peggiori iniziative xenofobe che solo l'Italietta di questi ultimi 15 anni riesce ad esprimere.
Se solo il mio ideale politico federalista europea (sardista) fosse stato attuato oggi io sarei a rischio, come tutti i cittadini europei che si azzardano a non essere ricchi, sposati, cattolici e magari in cerca di un nuovo lavoro o una nuova vita...
Chiedono questi più poteri, armi (per le loro milizie locali), gabelle dai loro cittadini, chiedono di poter legiferare a loro comodo... Istallano telecamere e fanali, chiudono bar e locali, piazzano vigili ovunque, sbraitano contro moschee mai aperte e costringono chi non crede come loro alla clandestinità, piazzano crocifissi ovunque per marchiare il territorio evangelizzato (niente di diverso dai missionari etnicidi). Controllano come ci vestiamo, cosa leggiamo e cosa compriamo da mangiare (basta Kebab e riso alla cantonese! solo muset e brovada!). In poche parole ci stanno uccidendo, chiusi come topi nelle nostre taverne ci imbottiscono di TV e banalità violenta e terrorizzante.
Rileggere Ivan Illich, la sua società conviviale, la sua società di prossimità. E cercare di sopravvivere allo sbraitare continuo del mondo...
Le teste di legno fan sempre rumore.

sabato 8 dicembre 2007

Minorati... e fantasiosi

il camper delle libertà è in viaggio per il paese della libertà per andare a evangelizzare il popolo della libertà che andrà a far parte del partito della libertà la cui struttura organizzativa è formata dai circoli della libertà figlia del polo della libertà e che aveva casa nella casa della libertà...

Dio mio quando ci libereremo di questo cialtrone!

domenica 11 novembre 2007

outing!

si è vero... sarò padre!

...l'ho detto!

mentre camminavo, a lungo, al mare ho affrontato i fantasmi che mi si paravano davanti. Tutta la mia vita, recente, antica era li a guardarmi.
Nessun bilancio, non son tipo da farne, solo l'estatica constatazione che ci sarebbe stato un prima e un dopo, che il continuum si sarebbe interrotto. Per questo bisogna fare amicizia con il passato e non solo con il presente.
Mio figlio sarà quel che sarà. Ed io, per la prima volta, sarò realmente e felicemente impotente. Avrà i suoi ricordi, la sua vita e dovrà prima o poi far amicizia con il suo passato. Questo vorrei insegnare a mio figlio. A ricordarsi chi è.
Ho sempre avuto il desiderio di poter dire: tutto cambierà, domani!
Solo questa assurda volontà di non dimenticare, di tramandare ci fa sembrare simili a Dio, capaci di conoscere il futuro e di prevederne le conseguenze.
Ci fa dire: domani tutto cambierà.

lunedì 5 novembre 2007

residui spaziali

a volte ci si trova a ricostruire i pezzi della propria vita. E' un lavoro faticoso, ogni giorno devi appuntare nella testa, o sulla carta, i tue sensazioni. I ricordi durano il tempo necessario perchè diventino altro. Diventino vita. Non credo in Dio e quindi non posso che sperare nella vita terrena e in quella di chi mi sostituirà. Da non molto ho qualche speranza in più e devo lavorare di più per conservare, ricordare, tramandare. I residui si accumulano come in un trasloco e far star tutto negli scatoloni è un mestiere difficile. Ho fatto tanti traslochi e sono abituato.

martedì 23 ottobre 2007

età adula ancora

in risposta al commento di exis

... oppure che diventare adulti non significa snaturasi o cambiare ma più semplicemente vivere.
forse abbiamo semplicemente paura a chiamare le cose con il loro nome. Adulto, ragazzo, giovane, vecchio, bambino sono semplicemente vita.
Per questo capisco che non ti sia accorto di essere cresciuto... si cresce, si invecchia in un grande contesto, che viviamo ogni giorno.
Per far capire a noi umani quando il cambiamento è avvenuto (o stà per avvenire) la cultura ha inventato i riti di passaggio. Se fossimo vissuti in altri tempi e altre culture forse non ci porremo neanche il problema. Avremmo avuto il nostro rito (che so saltare da un albero attaccato ad una liana, o essere abbondanti da soli nella foresta) e saremmo diventati adulti.
Ma forse sia io che te abbiamo avuto i nostri bei riti (fra pesci persici e bambini barbuti) e per questo ci possiamo permettere di disquisirene amabilmente e filosoficamente...
il problema è, come sai, chi a 35 fa quello che non ha mai fatto a 16... e vuole recuperare il tempo perso.
Noi siamo ottimi adulti perchè siamo stati ottimi ragazzi... e questa la figata!

domenica 21 ottobre 2007

età adula

non raggiungere mai l'età adulta può significare solo due cose:
o che si è morti giovane o che si è invecchiati precocemente.

giovedì 18 ottobre 2007

Cammina, Cammina

. al mare ho camminato. Così come ho visto fare lontano. Ho camminato sotto la pioggia, contando i passi e svuotando la mente.
Ho camminato a lungo, sulla sabbia e sulle rocce. Il mare a fine stagione è libero, verde, accogliente.
Ho avuto paura di non poter sopportare i fantasmi che quasi quarant'anni di convivenza, con il mare intendo, con quel mare, avevano prodotto, che la solitudine potesse essermi fatale.
Invece i fantasmi stanno buoni, più buoni dei vivi e la solitudine è di buona compagnia... non disturba mai.

Sono i vivi che danno fastidio, almeno fino a quando non li trasformi in fantasmi...

mercoledì 17 ottobre 2007

Maschio o femmina

già scritto tempo fa... ma a volte i ricordi riaffiorano con piacere.
.
Come restiamo colpiti, noi uomini, dalla naturalezza con cui alcune donne disfano il lavoro, anche quando sono già ben avanti, perché c’è uno sbaglio, o perché sono scontente del disegno, o dell’effetto dei colori… Proviamo, noi maschi, un’avversione profonda, quando la strada si chiude, per il tornare indietro[…]. Andiamo avanti, a costo della rovina.
Adriano Sofri, Il nodo e il chiodo. Libro della mano sinistra, 1995

Adriano Sofri, prima che mani e menti imbecilli lo rinchiudessero a vita nella sua Pisa, scrisse della mano sinistra. Io ero un non più giovane laureando e in Piazza Verdi, fra tossici e melomani, stazionava un capannone di libri usati e deprezzati.
Conoscevo Sofri per militanza politica più che per acume antropologico.
Da allora non prendo mai poco sul serio i suoi scritti, le sue opinioni, mentre diffido dei suoi detrattori come dei suoi acritici esaltatori.
Avevo sempre avuto il dubbio che la questione femminile fosse anche questione maschile. Non ero certo che il femminismo fosse solo la risposta al maschilismo. Ridurre tutto a falli e vagine mi sembrava esageratamente manicheo.
Ogni piccola azione o inazione è frutto di comportamenti innati o appresi, è cultura prim’ancora che genetica. Così le donne tessono e gli uomini allevano, le donne fanno ceramica e gli uomini battono il ferro. Gli uomini quando parlano combattono, le donne tramano.
Tutto questo l’ho scoperto ascoltando le donne parlare, l’ho scoperto vedendo gli uomini lavorare, l’ho scoperto violando i luoghi deputati alle donne.
Fin da bambino stazionavo in cucina mentre mia madre mescolava il cibo cotto al femminile. Io ho assorbito le chiacchiere delle domestiche bevendo il caffè e fumando sigarette MS puzzolenti, alla mattina presto insieme a loro mentre il resto dei giovani maschi dormiva.

Il mondo femminile costringe alla costruzione sociale, costringe all’ascolto.
È una tecnica che non abbiamo, noi maschi. Ascoltiamo preparando il contrattacco, ascoltiamo solo per rispetto imposto, il nostro ascolto è improduttivo.
Notate cosa dicono di se gli uomini e cosa le donne. Notate quanto una donna scopra di voi in dieci minuti e quanto gli uomini non sappiano nulla di una donna dopo mesi.
Ringrazio il mio apprendistato femmineo, giovanile e infantile. Oggi riesco ad essere ascoltato persino da una donna.

A malapena sopporto dover lasciare la cucina quando sono ospite.
Mia zia mi teneva vicino al tavolo mentre preparava le polpette. In cucina si annusano i profumi, si vedono colori, si ascoltano i rumori. È il luogo della percezione alterata per eccellenza.
Ormai sono grande e in cucina stanno i bambini (forse non più) e chi cucina. Gli uomini mi costringono a parlare di politica, di sport, di lavoro ed io invidio le compagne in cucina con il loro sommesso ciarlare, le chiacchiere senza senso (per noi poveri uomini imbecilli).
Ma a volte riesco a scappare (tanto un po’ strambo mi considerano) e mi faccio dare il cambio dalla mia donna (tanto un po’ stramba la considerano) e mi metto in cucina a spettegolare e le parole tornano fluide, i toni sommessi e gli argomenti reali.

Pochi giorni fa due donne parlavano come due uomini, ho messo le cuffie e alzato il volume, ho sperato fosse solo un caso.

giovedì 11 ottobre 2007

il miglior salmone... street food


al porto di Helsinki...18 settembre ora di pranzo.

. il porto di helsinki è un posto freddo, lo era sotto la pioggia e lo è oggi al freddo vento che mi perseguita nonostante il cappellino, la sciarpa, e il giubbotto imbottito.

. il piccolo vapore che mi ha portato alla svedese guarnigione sta tornando ed io guardo la cupola della chiesa bianca avvicinarsi da dietro le grandi navi ancorate.
Il grigio penetra nelle vesti e si squarcia, ogni tanto, con un inaspettato raggio di sole forzatamente trapassato fra le nuvole dense e veloci.

. Arrivo al porto e scelgo una bancarella colorata e ricca. Colori da suk mediorientale , odori, attutiti dal freddo, penetranti, invitanti, caldi. Scelgo la più colorata, la più giovane mi pare...

. scelgo il mio salmone e, da pessimo italiano, non cambio nulla della ricetta originale. La salsa d'aglio, le patate e il salmone. Seduto al freddo della piccola copertura davanti alle banchine mangio il miglior salmone della mia vita... Freddo, caldo, dolce, salato... cibo degno di Hildegarda de Bingen... se solo non fossi tanto affamato ne gusterei l'assenza.

domenica 7 ottobre 2007

Devo abituarmi al grigio. Koli

21 settembre.

la strada che da Joensuu porta a Koli è una lunga serie di chilometri di alberi.
La mattina è piovosa, inutilmente grigia e si protrae a dismisura.
Se mai tornerò in Finlandia dovrò abituarmi al grigio.

sabato 6 ottobre 2007

Il falso medievo, appunti architettonici ad Helsinki

a Castel di Casio c'e un castello falso medievale, mischia romanico con gotico, arabo e bizantino...
passeggiando per Helsinki, cuffie nelle orecchie, digitale in mano e sciarpa al collo ho visto l'effetto del Kalevala architettonico.
Grandi palazzi mostrano torri e portali di gusto medievale. Un che di maestoso, un nazionalista gusto per la saga nordica si riflette in tozze colonne bianche. Torri merlate e trifore gotiche sono elementi incastonati in grandi palazzi moderni, dei rimi del novecento presumo, che si affacciano su larghe strade che nulla anno del tessuto urbano medievale.

Per me che di medioevo e falso medioevo son ghiotto, anche se ora meno, sembra di aggiungere un ulteriore tassello alla definizione dell'età di mezzo, quella che mi è anche anagraficamente più consona...


Helsinki è una gelida Barcellona?


. per Helsinki si cammina con facilità, anche senza i bastoncini da camminata nordica. L'hotel Anna è un brutto hotel nordico in pieno centro, a due passi da una birreria, un sexi shop, un locale hard rock e un Night club, il Soho.

. le strade sono larghe mi ricordano alcuni scorci barcelloneti...

. alle 17 inizio a vedere meravigliosi adolescenti uscire dalle loro tane. Sono piccoli post Punk agghindati come solo un adolescente può e deve fare... ciò che timidamente l'anno prima a Joensuu avevo percepito mi appare oggi illuminante.

. una ragazza capelli color panna all'amarena saltella abbracciata ad una amica... indossa un vestito da fata turchina rosa shocking e calze a righe multicolore orizzontali, anfibi rossi.
Ormai estasiato mi si para davanti un giovane virgulto con crestina d'ordinanza anfibi slacciati maculati e tunica da prete... ogni dove è un proliferare di elfi, troll, orchetti e nani postmoderni! tutti strepitosamente giovani e allegri.
Questa è Helsinki!

c'è un chiosco sul mare, ad Helsinki


il quindici settembre alle 17.15. Rasserenato.

. oggi ho messo la sciarpa. Ieri no. Sono in giacca di cotone e sciarpa in perfetto Suomi Style.

. i plaid sono appoggiati sulle sedie di legno pieghevoli e accoglienti.

. si riesce persino a guardare il sole che, come pare gli piaccia far qui, si accosta lentamente al tramonto.

. il caffè è buono, caldo e lungo. Mi ricorda la Svizzera. I test da giovani universitari. Fu vero tour sentimentale...

. il calore di questo sole è tiepido, come se non volesse coinvolgerti ma esserci e basta. Che sia questa l'essenza dei finlandesi?

. ho visto le nuvole correre più veloci del mare sardo, le ho viste spazzate come polvere dal pavimento.
Guardo e si vedono ancora, a gatti, agli angoli della città

importazioni illecite, Cimici ad Helsinki

Scritto a Helsinki sotto la pioggia battente, stazione marittima del porto... il quindici settembre alle 11 di mattina ora locale.

. ho importato due orribili cimici fetenti...
La prima è morta all'Hotel Anna. Uccisa nel water. La bastarda si era nascosta nei pantaloni neri elastici. Bastarda.
La seconda la lascio agonizzare alla stazione marittima...

venerdì 5 ottobre 2007

la pioggia ad Helsinki, alla ricerca del Valhalla


Scritto a Helsinki sotto la pioggia battente, stazione marittima del porto... il quindici settembre alle 10.30 di mattina ora locale.

. qui piove, son rifugiato in attesa dell'ultimo traghettoautobus verso il Valhalla di pioggia.
Mi chiedo se abbia senso scappare sotto il diluvio!
Sono fortemente tentato di prendere il vaporetto per andare al Valhalla! Ma se poi trovo l'inferno?

. Mi aspetta il museo del design ... non posso

. Al mio fianco due ragazze parlano nella lingua della giovinezza. Mischiano spagnolo, inglese e finnico. Vanno via, invecchiano.

. Mi dò tempo fino alle 11 poi comunque mi avventuro sotto la pioggia... il design non può aspettare.

Per logica e consequenzialità, turista ad Helsinki

Scritto a Helsinki sotto la pioggia battente, stazione marittima del porto... il quindici settembre alle 10 di mattina ora locale.


. il senso del turismo e la sua alterazione di coscienza.
il senso di straniamento non è altro che uno stato alterato di coscienza... cosa c'è di diverso da imbottirsi di droghe e viaggiare sconosciuti in luoghi sconosciuti?

. per me fare turismo in questo senso non è altro che cercare diversità, confrontarsi con essa...

. la lingua è veicolare nel senso che trasmette le sensazioni o solo comunica le necessità?
se è buona la prima, ovvero trasmette emozioni, sensazioni, pathos allora che senso ha privarsi della possibilità di conoscere attraverso l'ignoranza!

. cosa sia l'ignoranza è fondamentale. L'ignoranza, e in particolare la coscienza di averla , significa provare sensazioni e sinestesie che altrimenti non si potrebbero avere.

. il presupposto in primis per la conoscenza è l'ignoranza.

mercoledì 26 settembre 2007

il mare è verde

il mare d'autunno è verde.

Un po' come tutti noi. Peccato che noi tendiamo a non accorgercene.

martedì 25 settembre 2007

helsinki

Passeggiando al porto di Helsinki... il quindici settembre alle 9 di mattina

ho comprato un cappellino che non userò mai.

Il turista compra cose che non indosserà mai convinto del contrario.

mercoledì 12 settembre 2007

la ricetta democratica di Grillo

Cari lettori anche questo mese vi propongo la ricetta per un lauto pasto democratico.
Lo chef di questo mese è noto per le sue 5 stelle della "guida alla distruzione dello stato Italiano 2007". La ricetta di questo mese è:

Democrazia alla Vaffanculo.

Ingredienti:
  • una proposta di legge
  • alcuni amici potenti e intrallazzati
  • tanta demagogia
  • violenza insulti
  • gli elettori
Attrezzi
  • un pentolone (Blog)
  • tante pentoline (i meetup)
  • Una teglia grande (la legislazione)
  • una grande cucina (web)
  • taglieri e piatti (piazze e teatri)

La prima cosa da fare, cari lettori, è preparare bene tutti gli ingredienti lasciandoli marinare in cucina (web) con qualunquismo e banalità QB per un paio d'anni.
Per fare questo si prepara un bel Pentolone (blog) e lo si affida ad un amico esperto nella gestione e nelle pratiche di rete e signoraggio. L'amico avrà cura di diffondere i miasmi prodotti nell'intero appartamento (rete internet). E' consigliabile coinvolgere un noto ex Pubblico Ministero giustizialista e il suo partito populista e fargli preparare un prodotto con le stesse tecniche di marinatura. I due composti, marinati allo steso modo, si uniranno nelle fase finale della ricetta.

Durante la marinatura il cuoco deve preparare molte polpette avvelenate fatte di violenti comizi da vendere per raccogliere i fondi di finanziamento per le fasi successive. E' fondamentale per buona riuscita della ricetta delle polpette che il cuoco abbia informazioni precise, da spie distribuite sul territorio del comizio, per conoscere tutti i pettegolezzi e le malvagità che il territorio produce. Cucinare ogni volta il pubblico, con le polpette, per almeno due ore insultandolo, offendendolo, e blandendolo. Per fare questo è necessario essere esperti nella tecnica del bastone e della carota. Si consiglia di farsi una buona esperienza in partiti o organizzazioni violente o malavitose.
Alla fine di ogni spettacolo è consigliabile vendere o indurre alla vendita di materiali propagandistici e procedere alla schedatura di nuovi adepti. Tale fase è propedeutica alla fase successiva della ricetta. Il risultato sarà un macinato disfatto di democrazia locale da utilizzare come base della fase successiva.

Finita la scottatura del pubblico durante i comizi, continuare la cottura in cucina della massa del pubblico e preparare tante piccole pentole (meetup) in cui cucinare gli elementi meglio cotti in ogni singola città. E' fondamentale che la scelta dei pezzi da stufare nelle singole pentole sia accurata per evitare di rovinare l'intera pentola con elementi critici o pensanti.

Mentre tutto questo sobbollore procede, coivolgere gli aiuti cuochi nel controllo delle pentole e del pentolone del blog. Questo lavoro è delicato e certosino e tende ad eliminare ogni dissidente o critico e a rendere la sbobba omogenea e acida. Gli aiuti cuochi più preparati nel frattempo hanno tagliato varie leggi democratiche e ricomposto una proposta di legge per scremare la politica da tutti gli elementi non allineati e per ridurre al minimo la possibilità di insaporire la democrazia italiana.

A questo punto alzate il fuoco e portate a bollore le varie pentole e fate cucinare a fuoco vivo il contenuto del Blog. Il calore deve espandersi fino a scottare le televisioni e i giornali nazionali e locali.
Prendete tutti gli ingredienti delle pentoline e svuotateli nelle piazze.
A questo punto raccogliete più sconosciuti possibile imburrateli bene per prepararli alla doratura finale.
Se avrete ben condotto fino ad ora la ricetta otterrete almeno 300 000 cittadini imburrati e rosolati pronti a farsi cucinare a fuoco lento.

A questo punto la ricetta è al suo punto critico. Prendete tutte le firme raccolte e ponetele in una grossa teglia al caldo. Prendete tutti i politici e i partiti e stendeteli sullo stesso piano di insulti e minacce. Poi con attenzione e cura bruciateli nelle piazze e nei comizi come fossero la glassatura della crema catalana. A questo punto riprendete la teglia e infilatela a forza nei parlamento ben imburrato. Otterrete così un parlamento farcito di populismo e antidemocraticità.

Le piccole pentole ancora unte dalla cottura dei pezzi scelti usatele per amalgamare una crema di qualunquismo e populismo locale, otterrete delle ottime liste civiche fatte di persone sconosciute, incapaci e obbedienti.

Dopo aver ben cotto la politica averla ridotta ad uno spezzatino di politici impauriti aspettate le prossime elezioni, e disponete le liste su un piatto a mo di farcitura, nel centro svuotate la pentola grande e servite il tutto gelido.

La democrazia alla Grillo è così pronta.

Buona digestione!

lunedì 10 settembre 2007

girin girelo e guarda che ti scopro su Grillo.

Amo internet!
Lo amo oggi perchè non mi fa sentire solo. Tutti i miei amici sono ancora gongolanti per esserselo presi nel culo dal vaffanculo day (non è questo d'altronde il significato recondito della questione). Solo alcuni hanno timidamente ascoltato le mie incazzate rimostranze contro questo tribuno del popolo, pochissimi non hanno firmato, più per noia che per convinzione.
Eppure, mi son detto: non posso essere l'unico cittadino ad essere sospettoso... Ne posso e voglio essere accomunato a quella massa di parlamentari cacasotto che osteggiano grillo solo per salvarsi il culo. Dunque, visto che gli altri media latitano, e leccano, ho provato a farmi un giretto in rete... SI parte!

il meet up di grillo è curato dalla casaleggio, che guarda caso cura anche l'italia dei valori e guarda caso,da un annetto a questa parte,da un giovane dell'italia dei valori in emilia è nata l'idea di creare il partito giovani che millanta collaborazione nel meet up, grillo non ha mai detto di aderire al partito giovani, ma non ha mai preso le distanze e guarda caso l'ex moglie di grillo è nel partito giovani e potrei continuare con molto altro, ma mi fermo qui.

Questo è un post di partito e magari da ex banchettari hanno il dente avvelenato ma pochi passaggi (come dice casaleggio bastano sei gradi per arrivare alla conoscenza... e ne ho usato solo uno fin ora, troppo facile!) ecco alcune preoccupanti similitudini, ancora un grado ed ecco le prove
di una arcana amicizia.
Eppure qualche dubbio mi rimane ma per evitare conseguenze riporto solo i tentativi di indagare...
Il buon di pietro ho scoperto è particolarmente attivo e e vuole sperimentare qualche prova di elezione... alla faccia dell'IO NON ENTRO IN POLITICA DI GRILLO
Non amo le teorie complottiste ma se volete sperimentare un ardita costruzione di legami, sulla rete la trovate con dovizia di particolari e grillo ci bazzaca come un pascià!
Infine per una divertente analisi delle ardite acrobazie finanziare del nostro protettore dei poveri e dei cittadini!

Predicare bene, razzolare male, malissimo!

Grillo la mano di Dio 2

Ancora spigolando qua e là fra le righe della proposta

Articolo 2. Sospensione e decadenza dall’ufficio di parlamentare.
1. Sono sospesi dall’ufficio, con delibera della Camera di appartenenza, i membri che hanno riportato, anche precedentemente alla proclamazione dell’elezione, una condanna non definitiva per reato non colposo ovvero a pena detentiva superiore a mesi 10 e giorni 20 di reclusione per reato colposo. La sospensione cessa automaticamente in caso di successiva assoluzione dell’imputato.

Mi piacerebbe tradurlo così:
caro eletto non conta un cazzo chi ti ha eletto e se sei colpevole o innocente, intanto togliti dai cojoni. Poi, con i tempi della giustizia italiana, prima che ti arrivi la sentenza definitiva il governo è caduto e tu sei stato ampiamente sputtanato.

Ma non si è innocenti fino a prova contraria...

A Grillo consiglio la rilettura di qualche classico... Dei delitti e delle pene ad esempio.

Grillo: la mano di Dio!

Dal testo della proposta di legge:

10-bis. Non possono essere candidati alle elezioni coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per reato non colposo ovvero a pena detentiva superiore a mesi 10 e giorni 20 di reclusione per reato colposo.
La sentenza che applica la pena su richiesta delle parti, ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura penale, è equiparata alla sentenza di condanna.
L’ineleggibilità prevista dal presente articolo è perpetua.

Neanche il buon Dio dei cattolici, che tanto piace ultimamente agli Italici, è così categorico: Se ci si pente e si sconta la pena ammette persino la redenzione... e comunque il giudizio finale, quello vero, lo lascia alla fine...
ma Grillo no. Se sei condannato sei condannato, se sconti la pena è irrilevante!

PERPETUA SARA' LA TUA CONDANNA!

Credo che quest'uomo possa piacere a Torquemada.

domenica 9 settembre 2007

Grillo fatti due conti...

Forse Grillo non sa fare i conti... o forse li sa fare troppo bene.
Se solo uno qualsiasi dei firmatari si fosse preso la briga di farsi due conti sugli ineleggibili in Italia avrebbe scoperto che ne rimarrebbero ben pochi disponibili nel mercato delle vacche della politiche che Grillo si auspica.

le statistiche dice trilussa sono pericolose, così come i sondaggi, ma ogni tanto dargli una letta non fa male...

Secondo Grillo chiunque abbia commesso un reato non sarebbe degno di rappresentarci.
Solo nel 2004 i condannati per reati penali sono stati 239391. Se solo diamo un occhiata alla serie storica 2000 2004 i condannati per gli stessi reati sono stati 988560. A continuare questo giochino a ritroso, anche volendo eliminare tutti i recidivi, gli stranieri e gli interdetti dai pubblici uffici, credo che l'elettorato attivo si ridurrebbe notevolmente.
Mi chiedo quanti dei firmatari non hanno in famiglia una macchietta grigia, quanti non hanno un amico che vorrebbero votare ma di cui non conoscono la fedina penale.
Ma Grillo si spinge più in là.
Ai condannati bisogna aggiungere gli innocenti in attesa di giudizio (se non ricordo male la legge dice che finché non c'è una condanna definitiva si è innocenti). Quante centinaia di migliaia di cittadini dovremmo aggiungere?
Finisce che in uno stato come quello italiano, malato di giustizialismo, ricco di azzeccagarbugli, di delatori e dove per un non nulla rischi la galera (e per un infanticidio saltelli allegramente nei talk show Televisivi) i candidabili sarebbero ben pochi. Certo uno scheletro nell'armadio del tuo avversario politico lo puoi trovare e se non lo trovi lo costruisci. Una bella denuncina per corruzione e siamo tranquilli. Poi ci penserà la Giustizia a farti perdere le elezioni con i suoi tempi e i suoi modi.
Se questa è la pulizia e rispettabilità che Grillo vuole, ho fortemente paura di una deriva giustizialista, poliziesca e mafiosa.

Comunque uno sguardo alle fonti, prima di firmare, non farebbe mai male. Magari scoprite che siete ineleggibili pure voi.

Statistiche giustizia ISTAT

sabato 8 settembre 2007

Grillo: Vaffanculo!!!!

siamo, siete, perchè oggi meno che meno mi sento parte di questo paese, un popolo di pecoroni. Siete dei coglioni, voi che firmate per ridurvi diritti, per togliervi il sacrosanto diritto di scegliere chi volete, di votare chi volete.
Siete accorsi in massa ai banchetti del saltimbanco Grillo, dell'inquinatore Grillo, del qualunquista, populista, reazionario Grillo.
Mi chiedo se qualcuno di voi si sia mai chiesto, se qualcuno di voi 300.000 firmatari in giornata, abbia letto e capito cosa significa quello per cui avete firmato.
Non avete firmato per mandare a casa "la casta", avete firmato per far scegliere a Grillo chi è candidabile e chi no. A Grillo e alla sua accolita di leccapiedi.
Se mai, ma mi auguro che la casta abbia il coraggio di cestinare d'imperio questa legge liberticida, venisse approvato il Grillo pensiero non potrete più votare chi vorrete, non potrete più essere votati se vorrete candidarvi.
Perchè? Perchè questa legge non toccherà Previti, Berlusconi o 25 condannati del nostro parlamento. Quelli, non vi preoccupate, eletti o non eletti continueranno a comandare. Voi impedirete a un qualsiasi cittadino condannato per un qualsiasi reato che ha scontato la propria pena di essere, o tornare ad essere cittadino.
Non sono un giurista ma immagino che aver commesso un reato può significare molte cose: vi siete ubriacati al matrimonio di vostro zio e avete fatto un incidente, avete emesso un assegno scoperto, avete fumato haschisc in pubblico e siete stati beccati, avete scopato a 18 con una 17 consenziente, vi siete trovati coinvolti in una rissa e ci avete partecipato o non so quante altre fattispecie di reati... bene, se siete stati giustamente condannati, avete scontato fino all'ultimo minuto la vostra pena, vi siete reintegrati, avete lavorato per recuperare l'errore fatto, avete voglia, desiderio e capacità di spendervi nella politica, di rappresentare onestamente i vostri concittadini non potrete più farlo.
Questo è giusto?
Mi chiedo cosa teniamo a fare le carceri, i tribunali, le pene alternative se comunque a vita saremmo dei delinquenti, mi chiede perchè non istituire il boia come un tempo e smetterla con queste cazzate della giustizia, della certezza della pena. Hai commesso un reato? un bel tatuaggio col numero sulla pelle e non rompere più i coglioni.
Vale la pena perdere diritti, in uno stato che sempre di più diventa illiberale, antidemocratico e reazionario, per vedere 25 eletti fuori dal parlamento?
Vale la pena che per 25 cittadini, eletti da cittadini, che rappresentano i cittadini e che hanno anche commesso dei reati, perdere il sacrosanto diritto dell'elettorato attivo e passivo.
Ne vale la Pena?
Non basterebbe smettere di votare dei delinquenti se riteniamo che non ci rappresentano.
O meglio chiedersi perchè ci facciamo rappresentare da dei delinquenti?
Poi mi chiedo : preferisco un ex terrorista con venti anni di galera, che ha pagato e ha fatto un percorso di vita che dalla violenza antidemocratica lo ha portato alla non violenza democratica o un santarellino ignorante e incapace ma dalla fedina penale immacolata?
Grillo vuole un governo nuovo e incapace. Vuole un governo e un parlamento di pseudo cittadini riuniti in liste civiche, senza identità, senza politica, senza coglioni a cui dire cosa fare e come farlo nei suoi comizi arroganti, violenti e semplicistici.
Vuole il governo dei cittadini? Questa a casa mia si chiama democrazia e non ha niente a che vedere con la privazione della libertà con l'eternità della pena che tanto piace a Grillo. Vuole gli eletti scelti dai cittadini? e per fare questo propone la preferenza diretta... di chi vuole lui pero: non condannati, non già eletti e che magari la pensino un po' come lui.
Beh Grillo sai che ti dico:
VAFFANCULO!

lunedì 3 settembre 2007

Arte contemporanea... Video l'arte quant'è bella

sabato ho terminato il periplo della biennale di Venezia, quella del cinema la lascio ai fan della vippologia, andando all'arsenale.
L'arte contemporanea è invasa di video. Video interviste, video montaggi, video performance, video realistici, video crudi, video poetici, video lunghi e corti, in bianco e nero, a colori, in hd e in bassa definizione, con videocamere fisse o a spalla... Mi sono chiesto se avessi sbagliato biennale, ma dopo pochi secondi di visioni ho capito che non si trattava di cinema e men che meno di arte.
Mi è successo, assai raramente, di vedere dei bei video. Ricordo due anni fa la video installazione di San Stae. Ti sdraiavi per terra, e vedevi queste immagini confuse con la volta della chiesa...
Ho pensato che oggi, e youtube lo dimostra, basta avere un cazzo di macchina digitale, telefonino, videocamera per sentirsi artisti, registi, autori.
La televisione è antitetica al cinema, e l'arte contemporanea è altra cosa dal cinema, dalla televisione, dalla pubblicità (oggi si deve però dire COMUNICAZIONE).
Non ho ne le capacità ne la cultura per capire se un video (d'arte) è di valore o meno, se quell'autore è artista. Non lo so. Ma so che se voglio accendere la televisione accendo la televisione non vado alla biennale, se voglio vedere un film vado al cinema non alla biennale, se voglio vedere una pubblicità guardo una pubblicità, non vado alla Biennale.
Non credo a chi mi dice che la video arte è l'espressione del mondo contemporaneo, mi sembra facile e banale. Se l'arte si esprime attraverso i mezzi che ha a disposizione non comprendo perchè debba far finta di essere altro: cinema, televisione, spot.
Non dico che non possa esistere una videoarte, chi sono io per dirlo, ma non riesco a trovare arte, se non raramente, nelle ore di registrazione delle decine di artisti che continuamente trovano spazio nelle mostre d'arte. Trovo pseudo cinema, pseudo tv, pseudo pubblicità.
D'altronde non è una questione di mezzi, la parola può servire per scrivere guerra e pace o una delibera dirigenziale e sfido chiunque a ritenere letteratura la seconda. Eppure usano lo stesso medium.
Sarebbe come se qualsiasi essere umano con in mano una video camera diventasse bergmann... ma forse è quello che ci vogliono far credere: l'arte è di tutti e tutti sono artisti.
è il solito concetto di democrazia: visto che siamo tutti uguali tutti dobbiamo fare tutto, bene o male è indifferente.
Chiudo ricordando uno dei migliori video d'arte: un soggettiva cane in mezzo alla neve!

lunedì 27 agosto 2007

self markkètting

è uscito, o meglio mi è arrivato il volume che raccoglie gli atti del Matriarcato e montagna 6...

visto che ci sono anch'io lo segnalo con infinita orgoglioneria, ripubblicandolo nella mia raccolta di scritti sardi

è quello che parla dell'Accabbadora:

giovedì 23 agosto 2007

Volgarità.... la destra s'è desta?

Mi chiedo spesso se mai potremmo avere una destra in Italia. Intendo una destra vera, che pensi e agisca da destra, che si comporti come si deve.
Mi chiedo per quanto tempo ancora mi sarà impedito di scegliere fra persone degne, fra partiti veri, onesti.
Mi chiedo per quanto tempo dovrò votare il meno peggio e non avere il coraggio di sperare nella caduta di un governo di reazionari, democristiani, massimalisti per timore di ritrovarmi come capo del governo di nuove un essere volgare e arrogante.
Mi chiedo perché le brave persone che votano partiti di destra debbano sopportare che la loro idea di stato sia usurpata da una banda di cialtroni e incompetenti che in nome della "libertà" hanno ridotto lo Stato a ricettacolo di finanziamenti e favori dimenticando qualsiasi politica degna di nome.
Hanno distrutto lo stato sociale, in nome di una falsa e delinquente liberalizzazione (basta chiamare azienda la sanità perchè sia efficiente o dare mille euro per ogni bambino nato?), lo stesso per i trasporti, hanno spacciato lo schiavismo aziendalista per opportunità di lavoro, svenduto i beni senza risanare...
Per dieci anni ho pensato che lo Stato italiano potesse diventare liberale.
Potesse abbassare le tasse, liberalizzare i servizi, aprire il mercato del lavoro, eliminare ordini e corporazioni, ridare potere contrattuale ad un sindacato statalista, eliminare ogni fardello post concordatario dalla propria legislazione, liberalizzare l'uso del proprio corpo, smettere di entrare in camera da letto, smettere di controllare urine o capelli...
Certo non speravo che questo lo potesse fare il maggiore monopolista, il più grande statalista, nel senso che utilizza lo stato a proprio uso e consumo, d'Italia, certo non speravo che lo potesse fare Berlusconi.
Per anni ho aspettato che i compagni di strada, che credevano nella libertà e non nei contenitori di libertà (poli case o partiti che fossero) si ricredessero, che evitassero di finire come falene nell'ammazzainsetti di una pizzeria di provincia.
L'hanno fatto molto tardi quando ormai ogni credibilità era persa, ogni dignità andata.
Oggi dal cilindro della perfetta lombarda (Brambilla!) esce l'ennesima pattumiera di Libertà, e per nemesi si chiamerà partito.
Nel 1992 i partiti erano tutti morti, ci dissero, ci volevano forze nuove, ci volevano nomi e simboli nuovi, volti nuovi. Oggi siamo tornati ai partiti (democratico e delle libertà) e ci spacciano il tutto come novità.
Siamo senza speranza, destinati a seguire capetti volgari come i peggiori giocatori delle tre carte. Puntare tutte le nostre speranze sapendo di essere comunque truffati, con la presunzione di riuscire, un giorno, a vincere.
Non basta guardare e passare, non curarsi di loro. Qualcuno si ferma sempre.
E' mai possibile che gli uomini di destra non si accorgano della piccolezza di chi li vuole comandare, che non si accorgano che i Berlusconi, i Briatore non sono dei capitani di industria, ma solo dei furbi più opportunisti di altri?
Possono persone che hanno lavorato 40 anni a servizio dello stato, dell'impresa che hanno avuto una vita di sacrifici e rispetto votare un uomo che ha fatto della sua carriera uno show, che ha comprato tutto senza rispettare nulla? Possono uomini e donne intelligenti, impegnate, volenterose votare per chi rappresenta la peggiore italietta?
Possono votare un vecchi di settantanni che mette le mani nelle mutande di una giovanotta, allungandosi con noncuranza su altre giovanotte, che fa battute da caserma e non ha neanche il coraggio di assumersene la responsabilità, che si veste, si muove, parla con fare giovanilistico ( e non c'è niente di più volgare del far finta di essere ciò che non si potrà mai più essere).

Voglio una destra vera...

mercoledì 22 agosto 2007

la città è vuota

avrei dovuto scrivere questo post a ferragosto. In realtà ho avuto un ferragosto pieno di amici e divertente. E il tutto senza muovermi di casa.
La città, piccola e maestosamente provinciale, si è finalmente svuotata. Si passeggia accalorati senza motivo, si chiacchiera con l'ultimo gelataio rimasto, si legge seduti al tavolino pagine su pagine del libro che solo a ferragosto puoi permetterti di affrontare.

Queste sono le vacanze.

sabato 11 agosto 2007

vippologia

pare che anche quest'anno, nonostante l'antipaticissimo Soru, le grida di tutti i parvenù della terra, le minacce del immancabile Briatore, la crema dell'inutilità italica ( e non solo) si sia riversata a farsi vedere in Costa Smeralda. Per colpa di questi imbecilli che sguazzano nel proprio gasolio in rada a cala di volpe, che scolano magnum al bilionaire, passeggiano a caccia di paparazzi in piazzetta , mostrano culi e tette allo sguardo dei teleobbiettivi e amoreggiano a bordo di yacht con il finanziato di turno, per colpa loro la Costa Smeralda è diventata Costa Smerdata.
Ieri persino Bruce Willis, povera bestia, è stato scacciato dal tempio della volgarità chiamato Bilionaire. Certo la cenetta al Cipriani è riuscito a velocemente trangugiarla, ma la seratina in disco all'esclusiva festa del gioielliere libanese non è riuscito a farla.
Apriti cielo! I media americani si sono lanciati ghiotti sulla notizia accusando Briatore e le sue creature di ogni nefandezza.
Biocottate il Bilionaire! Tuonano Bruce e compari facoltosi americani.
Non posso che confermare e gridare con loro: Boicottate il bilionaire, il cipriani, la costa smeralda. Boicottate la Sardegna delle cosce e delle trippe arricchite.
Evitate amici bergamaschi (è un esempio) le serate a migliaia di euro per vedere un tronista tatuato danzare con una exISOLADEIFAMOSI, spendete meglio i vostri soldi. Un anno di duro lavoro non vale vedere due inutili danzare.
Per anni ho sentito sardi blaterare dell'investimento in immagine di Briatore, Berlusconi, Smaila, Mora e compagnia danzante. La Sardegna tutta ottiene enormi vantaggi: turismo, indotto, lavoro, dicono.
Non so se dare soldi a Briatore sia un vantaggio per la Sardegna e non dove il manager ha la residenza (guarda caso non è l'Italia). Di certo dal punto dell'immagine e della ricaduta economica nessuno di questi vantaggi è reale.
e se anche fosse... non c'è, mi chiedo, altro modo di far crescere, sviluppare, migliorare la condizione dei Sardi? Si deve per forza aspettare l'arrivo degli estranzos a depredare e deturpare le nostre coste e inaridire le nostre montagne, come da millenni fanno?
Ci sono al mondo milioni di turisti con il cervello che vanno e andrebbero in Sardegna per quello che è, per la sua terra, il suo mare, la sua gente. Eppure si continua correre dietro agli yacht inquinanti, a costruire case e villaggi a due passi dal mare, color giallo o azzurrino o altri "colori della terra"mentre noi le case le facevamo bianche, a ospitare maleducati che scorrazzano con moto d'acqua e gommoni, che vogliono suhi a orgosolo e caviale ad alghero, e la sera devono andare in discoteca a farsi vedere. Ci sono altri turisti che andrebbero in paese, in campagna a dormire, che in acqua ci vanno a nuoto, o con la forza delle braccia o del vento, che mangiano, comprano e apprezzano prodotti sardi, e che la sera si divertono anche senza paparazzi.
Ho un'impressione: se continua così ci rimarranno solo i maleducati e diventeremo anche noi malducati.
Come dice il proverbio, chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
E i sardi sono molto ospitali e imparano presto...

lunedì 6 agosto 2007

anni 80

Il destino dell'avanzare dell'età è che ci fa ricordare solo quello che ci piace ricordare.
Gli anni 80 sono ormai diventati preda di nostalgici e detrattori. Preferisco i detrattori. Soprattutto i giovani detrattori, quelli che gli anni ottanta li hanno visti in fasce o che non li hanno visti affatto. Oggi sono loro a dire le cose migliori su quel decennio "mitico". Un amico musicista, giovane e talentuoso, ha riassunto magistralmente lo spirito del tempo, beccando tutti gli stereotipi che ci assillano da un po' di anni a questa parte.
Un tempo che, per chi come me l'ha vissuto, era completamente diverso dall'epica dei trenta quarantenni che oggi lo raccontano con infinita nostalgia.
Io mi sono divertito, molto, ho fatto il ragazzo ma ho anche ricordi precisi legati alla mia età, alla mia esperienza e non ad era mitica, ad un'età del'oro.
Gli anni ti fanno dimenticare le sfumature, ti fanno sembrare tutto ovattato.
Frequento, oggi, persone che a 16 anni avrei volentieri seviziato, alle cui feste bramavo andare, purchè non mi invitassero, pur di rovinargliele, a cui non rivolgevo verbo se non per sfottere. Oggi siamo, noi ragazzi degli anni 80, tutti schifosamente amici. Ci troviamo alle feste, come vent'anni fa ma tutti invitati e anche un po' pregati, e armati di ipod e playlist dedicate ci spariamo tutte le hit peggiori.
I giovani, se capita di vederli alle feste riservate agli over o in cui gli over si infiltrano, ci guardano con odio misto a ribrezzo, ci dicono di crescere e di diventare adulti. Ma noi siamo troppo impegnanti a a far tremolare i nostri fisici tenuti su a jogging e diete, o , nella migliore delle ipotesi, felicemente adagiati su cene fuori, cene a casa, pranzi di famiglia, pranzi con le altre famiglie, aperitivi, post aperitivi
Ci guardano con lo stesso disprezzo con cui io guardavo i punkettoni di 5 o 10 anni più vecchi imporre la loro presenza a noi adolescenti. Guardavo con pietà quei trentacinquenni, reduci di una qualche rivoluzione mancata, infilarsi giovanili alle nostre feste. Erano vecchi, marci con un piede nella fossa. Così come dovremmo essere noi per i giovani.
Purtroppo o loro sono più educati di noi, o forse noi siamo più maleducati di loro (propendo per la seconda) e conviviamo sempre più spesso negli stessi locali, alle stesse feste, agli stessi concerti.
Se c'è una cosa che gli anni ottanta ci hanno insegnato è ad essere quella generazione con un grande futuro dietro le spalle. E questo futuro lo stiamo ancora rievocando. Certo non potevamo competere con quelli delle spranghe e delle p38, ne tanto meno con quelli del Boom economico o con i nostri padri figli della guerra. Così ci hanno detto. La più parte di noi ci ha creduto, ha, strategicamente e tragicamente, cambiato piano di confronto: dal serio al faceto.
Così abbiamo, grazie ai consigli dei nostri vecchi marci, dimenticato la politica, dimenticato la buona musica, dimenticato un minimo di gusto estetico.
O almeno così i nostalgici sembrano volerci dire. Siamo, a sentir loro, una generazione cresciuta a girelle e manga ( ma io li chiamavo cartoni animati giapponesi e preferivo tom e gerry), a video giochi idioti (a cui ancora oggi ci sfidiamo) , ad ascoltare sammy bardot e madonna, i righeira e duran duran, a vestirci con scarpe da montanaro arancioni, cinte da buttero, camice boscagliole e giubbotti fosforescenti da stradino.
Se così fosse non solo non abbiamo niente da vantarci ma fanno bene i giovani a sputtanarci.
Non nego che questo è quello che si vuol ricordare, quello che ci rende "generazione" dimenticandoci chi eravamo. Se qualcosa di diverso ero.
Temo che questo processo sia irreversibile e che ogni anno sarà peggio. Quest'anno son tornati i righeira, l'anno prossimo cosa ci aspetterà?

non ci si improvvisa santi...

SANTO, sost. Un peccatore morto, rivisto e pubblicato. Ambrose Bierce, il dizionario del diavolo.

Don Gelmini, come tutti noi è un peccatore e, come tale, può aspirare alla santità da morto, ben inteso. Nell'esemplare vita di questo evangelico salvatore di diseredati, il demonio ha spesso messo il suo zampino: nel 1969, nel 1971 e nel 1976.
L'annus orribilis fu il 1971 in cui, come novello cristo, fu per 4 anni esiliato nel deserto (si trattava di un carcere ma poco importa) combattendo contro i demoni che lo tentavano.
Le cronache raccontano di tentazioni malvagie e di cadute nel vortice del demonio a stento combattute. Solo chi cade può rialzarsi.
Il nostro beato riuscirà, dopo ben 4 anni, ad uscire a testa alta dalla prova a cui fu sottoposto. Lo ricordano con timore i propri compagni di cella, e non certo per la sollecitudine con cui predicava l'evangelio.

Il demonio era ancora in agguato e per un altra volta, nel 1976, fu accusato di mercimonio e altre immoralità. Questa volta si rifuggio nella sua umile dimora a studiare i testi e preparare la sua missione.
La vita di Don Gelmini più che a San Francesco, il poverello d'Assisi, sembra ricordare i fasti dei grandi papi Avignonesi. Perchè il buon pastore sia onorato la sua dimora necessitava di «Due piani, mattoni rossi, largo muro di cinta con ringhiera di ferro battuto, giardino, piscina e due cani: un pastore maremmano e un lupo. A servirlo sono in tre: un autista, una cuoca di colore e una cameriera».
Beati gli ultimi, loro è il regno dei cieli. E don Gelmini si pose anima e corpo a trovare una casa, a basso costo ma ricca di tutte le infinite possibilità, in cui si potesse rifugiare con la massa di drogati che andava allegramente raccogliendo attorno a se, sperando così in un passaggio, primo fra gli ultimi, per il regno dei cieli. Un cenobio simile al monte atos: tutto casa e preghiera per soli maschi.
La parola dev'essere detta, e dal chiuso del suo umile borgo delle colline umbre, spesso il buon monsignore, così amava proclamarsi a spregio delle gerarchie ecclesiastiche, pontificava il proprio verbo fatto di rinunce, fatiche, preghiere, clausure, ammonizioni e precetti tutte a carico delle povere pecorelle smarrite. Egli, il futuro santo, si riservava il momento più intenso.
Al chiuso della Stanza del silenzio, si ritrovava a parlare con i nuovi adepti (volonterosi o meno della chiamata), alla sola testimonianza di Cristo.
E nel silenzio assordante di questa stanzetta che il demonio ha fatto nuovamente capolino. Per ricattare, infamare, insozzare il buon nome, così abilmente costruito di Don Gelmini. Quattro disperati, ingrati tossici schifosi lo hanno accusato di chissà quali immonde pratiche sodomitiche!
Così come alcuni anni prima e così come si vociferava durante la traversata del deserto (4 anni di carcere).
I giudici in terra osano sfidare il supremo giudice sulla base di parole di poveri mentecatti!
Quanto è faticosa la strada per la santità!

Piccola agiografia

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=3356&ID_sezione=&sezione=
http://www.suzukimaruti.it/2007/08/05/truffatore-carcerato-promiscuo-la-verita-su-don-gelmini-in-un-articolo-de-la-stampa/
http://www.arcigaymilano.org/stampa/rs.asp?BeginFrom=0&ID=29086
http://qn.quotidiano.net/2007/08/05/29205-vera_storia_pierino.shtml

sabato 4 agosto 2007

Pontiggia dixit

EPOCALE - Mutamento epocale. Ce n'è ogni giorno.

PROBLEMA - Parola usata per dire che non c'è: non c'è problema. Variante euforica: no problem. Tipica di esistenze assillate da troppi problemi. Ha una funzione liberatoria e per questo ricorre anche quando non è il caso. Mi può portare in via Bixio? Non c'è problema. Poi ci si impiega cinquantacinque minuti. Questo è il problema.

RILEGGERE - Si usa per i classici che si leggono per la prima volta.

EXECUTIVE - Chi dirige. In Italia non ha avuto lo stesso successo che manager, perché non richiama chi maneggia, ma chi esegue.

1991

martedì 24 luglio 2007

cinismo.

l'estate provoca cinismo. Le pagine dei giornali si riempiono di emergenze (caldo, freddo, pioggia, incidenti, anziani, incendi, pensioni) tutte con lo stesso valore.
Ho deciso che per un po' mi priverò dell'acquisto dei quotidiani. Per anni sono stato, e in parte lo sono ancora oggi, uno dei pochissimi italiani a comprare quotidianamente un giornale. Come tutti quelli che leggono i giornali (cioè pochi) sanno i quotidiani sono assai meno letti in Italia che in qualsiasi altro paese europeo.
Ho già da molti anni eliminato la televisione dalla mia casa, dalle mie vacanze, dai miei viaggi di lavoro. Ogni volta che arrivo in un albergo evito accuratamente di accendere la televisione. Non ne sento la mancanza.
I giornali sono altro, mi son sempre detto. Sono informazione, approfondimento, capacità di scrittura e di astrazione che il mezzo televisivo raramente mi offre. Eppure per vari motivi da alcune settimane non ne acquisto più... e non ne sento la mancanza. Sarà l'estate, la stanchezza, la consapevolezza che la vita è una ed il tempo è meglio sprecarlo per leggere un romanzo piuttosto che un articolo su Corona o Mora o Berlusconi o Prodi o Grillo (Beppe non il senatore).
Le notizie, a volte dico purtroppo, ti arrivano comunque: radio, chiacchiere, strilli (quelli dei giornali non quelli dei dementi) e se si vuole un approfondimento si compra il giornale... Dimenticavo Internet, o meglio il web. Il mezzo più democratico sta diventando il più falso e tendenzioso, la massa di informazioni è ormai priva di senso e ciò che risalta sono non le informazioni, le notizie ma le opinioni spacciate come verità.
I blog, che evidentemente ritengo interessanti, sono uno strumento di diffusione delle opinioni eppure, basti pensare alle campagne populiste di Grillo, queste vengono prese come oro colato, come verità assolute.
Un giorno o l'altro mi priverò anche della radio, ma spero sarà l'ultimo medium che elimino, e leggerò e ascolterò solo opere di morti... che almeno non possono più cambiare opinione ogni tre giorni.

domenica 10 giugno 2007

er ponentino

Roma è imbarazzante. Mostra nudità ovunque. Resti spogli di architetture di sconvolgente bellezza. A nulla servono i turisti, le macchine, le insegne orribili, i venditori di carabattole... Gente in cravatta corre telefonando come se fosse a Milano, incurante del fatto che a cento metri c'è Campo dei Fiori, il Colosseo e non so cos'altro, tutto accavallato, squartato e ricucito da un chirurgo plastico ante litteram.
Ho lavorato affacciandomi su fontana di Trevi, ho dormito dietro il Viminale, ho camminato per ore fregandomene altamente degli orari del giorno dopo, delle riunioni che avrei dovuto fare, delle ore che avrei sottratto alle mie energie.
Ma si può andare a Roma e lavorare!

giovedì 31 maggio 2007

Per grazia ricevuta

Buongiorno a tutti,
è finalmente giunta la notizia che tutti noi aspettavamo:Lorenzo è libero!
Lo Sceicco del Dubai ha all’ultimo aggiunto il nome di Lorenzo alla lista di persone recluse a cui ha concesso la sua Grazia. Al momento Lorenzo è ancora in carcere e ci rimarrà ancora per qualche giorno, per assolvere a questioni burocratiche e formali che riguardano il provvedimento di espulsione. Ma ormai è questione di pochi giorni e rivedremo Lorenzo fra noi.
Vi terremo informati su questo sito sugli sviluppi e le modalità del rilascio.
Ringraziamo tutti. Col cuore in mano. Gli amici, i conoscenti, tutti quelli che hanno dato il loro apporto, supporto, senza mai smettere di crederci e sperare.
Un ringraziamento particolare va alle cariche istituzionali che ci hanno aiutato, i politici, il Consolato italiano a Dubai, che non ha mai fatto mancare il suo conforto e soprattutto lo Sceicco del Dubai, che ha ascoltato le nostre preghiere.
Un grazie soprattutto a chi ha firmato la petizione, a chi ha versato dei soldi sul conto corrente per Lorenzo, agli artisti che hanno cantato al concerto, a chi ci ha confortato sul blog e a chi solo per pochi istanti si è interessato alla vicenda e ha pregato in cuor suo che si risolvesse nel migliore dei modi.
Ecco, grazie a tutti quanti voi, il migliore dei modi è arrivato.
Miranda, Paula, Arianna e Marco.

martedì 29 maggio 2007

anche la politica debilita

I regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi e tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno.

Ieri ho riletto questa frase e ho pensato al mio Comune. Per altri 5 anni avremmo un piccolo tirannello di bassa Lega, democraticamente eletto.
La democrazia, diceva Churchill, è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme sperimentate finora.
La democrazia è una bella illusione, e ieri ho capito anche quanto sia pericoloso far decidere in modo democratico.
Il mio sindaco è colui che vieta il Burqua (anche se si tratta di un velo) , colui che arma la polizia locale (quella che dirige il traffico e fa passare i bambini davanti a scuola), colui che veste in divisa i cittadini e li manda a fare le ronde (fermando cittadini intenti a portare la spazzatura differenziata). Insomma questo è il sindaco che il 63% dei miei concittadini ha votato.
Il mio sindaco ha il potere, che gli elettori gli hanno dato, di farmi sentire un cittadino di serie B.
Questo è il potere della democrazia? Distinguere fra vincitori e vinti? Fra potenti e impotenti? Fra governanti e oppositori?
Io credevo che democrazia fosse potere di tutti, opposto al potere dei pochi o al potere del singolo. Ma mi sbagliavo.
Coloro che noi eleggiamo comandano per nostro conto, secondo quel ardito concetto politico della delega, lo fanno, chi più chi meno, per rispettare la volontà dell'elettore. Il problema non che il potere sia in mano agli eletti, questa è la regola base, ma che gli elettori siano così potenti e incoscienti da votare in questo modo e permettere che questo avvenga.
Il problema sono gli elettori incapaci non di scegliere, per far questo basta avere 18 anni e una matita, ma di comprendere quanto la democrazia significhi. Il loro potere è dell'elettorato.
Ci troviamo così a sopportare l'elezione di piccoli cesari, di incapaci, di illusionisti, di cialtroni tutti democraticamente eletti.
Per quanto mi faccia piacere credere che sia un problema di candidati mi viene il sospetto che i questi siano l'espressione della società che li candida e che, quindi, sono quelli che ci rappresentano...
In definitiva il problema della democrazia e di essere eccessivamente democratica.

Uno che di democrazia se ne intendeva, che ne conosceva così bene le debolezze da farla fuori, che aveva capito che la democrazia si batte con le armi della democrazia (elezioni, parlamenti, polizia, libere associazioni di cittadini, dialettica e contrasto politico), ha scritto:
I regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi e tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno.
E lo ha fatto studiare ai futuri giovani antifascisti che hanno, dal 1945, governato l'Italia. Evidentemente hanno studiato così bene da essere riusciti a superare il maestro.

giovedì 10 maggio 2007

il lavoro debilita l'uomo...

lavoro... non ho ancora capito quale sia il criterio per giudicare se stesso, il proprio lavoro.
Oggi la giornata è spezzata in due: metà ottima, efficiente, efficace, produttiva, soddisfacente, metà deludente, amara, triste, spaesante.
Eppure, nella mia ingenuità verrebbe da dire, tutta la giornata avrebbe dovuto essere buona.
Non capisco, faccio finta di non capire.
Ottenere il risultato previsto, realizzare ciò che viene chiesto, evitare scontri, rotture sembrava un buon risultato. Sembrava.
Ciò che più mi sconsola è che non sento di aver commesso errori di presunzione, cosa che spesso faccio, ma anzi di aver peccato di disponibilità, di aver fatto lavoro altrui solo per agevolare, per ottenere un buon risultato condiviso, piuttosto che uno brutto egoistico.
Si deve imparare ad essere strategici, a dir di no.
Niente di più corretto se si dice di si per accondiscendenza. Ma a me piace ciò che faccio, dovrebbe darmi soddisfazione, mi sforzo di imparare da chi sa più di me, anche se questo significa fatica. Non aiuto, o mi impegno, solo per fare "favori" ma per fare un favore a me stesso, per migliorare e giorire di un risultato a cui ho partecipato.
Questa politica mi ha già fregato più di una volta, e ogni volta che mi avvicino a capire i meccanismi del settore in cui lavoro, sembra sempre che pecchi di Ybris...

giovedì 3 maggio 2007

Barcellona non è in Spagna

penso di aver camminato la maratona di NY in 4 giorni. Barcellona è orribilmente piena di orribili turisti italiani. Se li eviti, però, o se fai finta che non esistano e li guardi con sublime disprezzo la capitale catalana è una gran bella città. Penso che se fossi tedesco sarebbe lo stesso, o inglese... Ma sono possessore di una carta di identità italiana, anche se sarebbe più corretto che avessi la doppia cittadinanza, sarda e friulana. Penso che un sincero catalano sarebbe in completo accordo con me, soprattutto per la seconda affermazione.
Torniamo alla città. Dormivo in un tecno/giappo/fashion/design hotel vicino al mercato di Sant Antoni. Ogni mattina armati di buona volontà, compagni di viaggio empatici, lonely planet prestata da una zelante amica, stomaco imbottito di paneburroemarmellata si partiva per destinazione che il caposcout aveva deciso. Il caposcout non ero io. Con questa scusa ho letto tre libri in cinque giorni, non dovendo leggere la guida, scegliere il ristorante ma limitandomi ad ammirare e condividere chi lo faceva per me.
Ho passato assai poco tempo in città, troppo per poter dire se e cosa ci sia da fare o da vivere a Barcellona, ma la sensazione che ho avuto è che sia una città europea, non necessariamente mediterranea, ma sicuramente europea. La vita, la famosa vita barcellonese, quella che tutti i miei predecessori mi avevano consigliato, localini, droga, vita insomma, non l'ho voluta. Mi sembrava di andare a cercare il paese dei balocchi, con annesse delusioni, e di non capire nulla della città.
Però ho visto, come un bravo turista, Gaudì... e ci stò ancora pensando se mi ha convinto. Una cosa è certa la Sagrada famiglia è un abuso edilizio... ha lo stesso fascino del balcone chiuso con le vetrate in attesa di condono, o del quarto piano della villetta monofamiliare al mare in attesa delle ruspe.
Passeggiare però per le grandi strade, evitando le ramblas, infilarsi per nel barrio gotico o la ribeira, o a caso in quartieri di cui non ricordo il nome vale cento deliri antimodernisti dell'ultimo Gaudì. Tutti mi hanno detto evita il ravel. Avevano ragione. Non tanto per il pericolo che questo appare rappresentare, ma perché non rappresenta altro che il solito, globalizzato quartiere di negozi pachistani e spedizionieri di soldi all'estero, internet e kebab. Tutte cose che non mi infastidiscono ma che posso vedere comodamente sotto il mio ufficio. Ci sono i localini! Così mi hanno detto, se per localini si intendono zilleri aperti fino a tarda notte e pieni di post frikkettoni ubriachi... non fa niente, preferisco una cena e un ultimo in tranquillità vicino a Santa Maria del mare.
Santa Maria del mare... quella si che vale la pena di esser vista, un gotico da vertigine, nudo e infinito...

martedì 24 aprile 2007

interferenza... senza fine

la morte arriva sorseggiando frettolosamente un caffè. Il caffè. Poi si deve tornare a lavorare facendo finta che tutto sia affrontabile. Morire a 38 anni è ingiusto. Per molti anni ho giocato, chiacchierato, passeggiato, riso fra i pini con il mare che rumoreggiava e una rete che ci divideva proforma.
Gli anni passano e le ferie si accorciano ma quella rete e quei pini rimangano, il sole continua a picchiare e gli incontri sono più veloci, colloquiali, curiosi di scoprire come due bambini, ragazzini siano cambiati, o non siano cambiati, da adulti.
Da oggi quella rete sarà più reale, non sarà solo un comodo appoggio o un ostacolo da saltare. Dall'altra parte il mio amico non ci sarà più distrutto ingiustamente da una malattia inutile...
Posso solo telefonare e ascoltare un soave musichetta (che cattivo gusto per un servizio telegrammi funerei) e una metallica voce ricordarmi che gli operatori son tutti occupati... Tanto che fretta c'è.

Sentite Condoglianze...

lunedì 23 aprile 2007

interferenza...

che diritto abbiamo noi di giudicare?
Lo facciamo ogni giorno sputando sentenze a manca e a destra. Ci arroghiamo il diritto di dividere il mondo, il nostro mondo in bene e male, cattivi e buoni. Siamo felici quando si avverano le cose orribili che per mesi abbiamo auspicato, spinto, incoraggiato. Perchè?
Perchè così siamo felici? Perchè così siamo fieri di aver aiutato qualcuno a decidere?
Quando ero giovane, ragazzo, tagliavo il mondo con l'accetta. Eppure non riuscivo ad essere cattivo. Ero violento, stronzo, insopportabile, arrogante, presuntuoso, malvagio... ma non cattivo.
Che differenza c'è fra malvagio e cattivo? Non lo so, forse non c'è ma ho sempre pensato che la malvagità fosse fine a se stessa, una sorta di arte del far male, della sofferenza altrui. La malvagità non provoca compiacenza, felicità, non rende fieri. Esalta fino alla banalità.
Oggi ho smesso anche di essere malvagio. Sono più cinico, ma non riesco ad essere cattivo. Non mi compiaccio del dolore altrui, non auspico sofferenze inutili, non mi diverto a pensare persone care soffrire. Non riesco ad augurare distacchi, sofferenze, cesure. Le comprendo, le accetto, le sopporto.
A quarant'anni ci si rende conto che il tempo non è infinito, che costruire la propria vita è faticoso, che mantenere relazioni è spesso più spiacevole che piacevole, che chinare il capo è umiliante almeno quanto tenerlo dritto e ricevere una sberla. Non c'è più leggerezza, non c'è più l'onnipotenza dei sedici anni che ci fa farci male ed essere contenti di averlo fatto.
Eppure ancora mi sento un pesce fuor d'acqua. Sopporto con imbarazzo le sofferenze altrui, con dovere, mai con piacere. Mi lego a vane speranze di redenzione, offro quel che sono e non mi riesco a staccare da chi mi chiede silenziosamente aiuto.
Eppure sento che il mio aiuto è sempre troppo poco. Non ho più la forza di essere onnipresente, onnipotente, non ho più la capacità di dare consigli... certo ascolto... ma chi sono io per dare consigli?
Posso solo ascoltare, testimoniare, esserci, accogliere e sperare che ciò basti a far meno male.

lunedì 16 aprile 2007

Lorenzo Bassano è in carcere

Lorenzo Bassano è un italiano in carcere a Dubai. Ha violato la legge locale per essere stato trovato in possesso di o.8 grammi di hashisc. Rischia 4 anni di carcere. Lorenzo Bassano è gravemente malato. Ha una figlia.
o.8 grammi son il peso della colpa.
E a Dubai non è un peso leggero.

help lorenzo

Dialogo fra cialtroni

In risposta a Esistenzialista

Come saprai, visto che l'età avanza e le storia si ripete, ho sempre creduto che il cialtronismo elevato all'ennesima potenza sia saggezza. Per essere cialtroni si deve studiare, ma non a scuola dove ci si deve divertire, a casa, da adulti. La controindicazione della pratica conoscitiva è che ti trovi a prevedere, con una certa frequenza, le battute degli altri e che, dopo un po', preferisci far finta di ascoltare con attenzione le argomentazioni altrui solo per preparare una battuta fulminante da buttare là, con disinvoltura. Questo significa avere deliri di onnipotenza? E così sia, ben vengano, l'importante è averli con classe. Una bella cravatta, la frase giusta al momento giusto, un po' di umiltà, voce bassa e parole pacate, ascoltare fingendo interesse... e se non si sa una cosa glissare, informarsi e, quando meno se lo aspetta, fulminare l'incauto provocatore.
Evola va bene, lo affiancherei a Trotzki per simpatia. Lascerei il Che all'aneddotica e mi sparerei Gramsci per rimanere fra i rivoluzionari. I russi? Meglio quelli to(l)st(o)i. Se vuoi intrattenere una conversazione sulla non violenza, oltre all'abusato Gandhi che nessuno ha letto però, un bel Tolstoj fa da pandan al nostro Aldo Capitini.
Per passare alle bombe bisogna aver tempo di costruirle e se ti applichi al cialtronismo... è tempo perso.

Il cialtronissimo Andrea

sabato 14 aprile 2007

Gli Ovetti di Sandra

La Stampa.it
IN QUATTRO ANNI PUNTE DI PERFORMANCE DEL 100%. MA IL MERCATO È ADOCCHIATO ANCHE DAI FALSARI
Le sorprese degli ovetti Kinder valgono oro
I Puffi olimpici dell’83 quotati 2.600 euro. Rari anche Paperino e Braccio di Ferro
22/5/2006 di Sandra Riccio

Rovistate in soffitta, svuotate i cassetti e cercate fra i gadget accantonati della vostra infanzia. Perché se vi capitasse di avere per le mani quella particolare sorpresina potreste anche raggranellare cifre interessanti.

Qualche esempio? La serie «Puffi olimpici», distribuita nel 1983 con i famosi ovetti sorpresa della Ferrero e commercializzata sul mercato tedesco vale ben 2.600 euro (8 pezzi in tutto). I simpatici personaggi venduti singolarmente raggiungono cifre anche più astronomiche. Il puffo con i trampoli, quota ben 1.100 euro, altrettanto vale il piccolo gnomo che fa l'equilibrista con un uovo sulla punta del cucchiaio, mentre la bionda Puffetta che salta la corda arriva a 400 euro.

«Sono tutti pezzi molto delicati e anche per questo impazzano tra i collezionisti», spiega Emanuele Frontini di Surpriese Club, negozio specializzato di Milano. E chi pensava che i pupazzetti delle merendine fossero un passatempo infantile si dovrà ricredere viste le cifre toccate sul mercato del collezionismo. A quanto pare, investire in puffi fa lievitare magicamente il capitale iniziale. Per fare un esempio, nel 2002 il puffo con i trampoli veniva scambiato a 560 euro sul mercato, mentre per la Puffetta che salta la corda erano necessari 230 euro. Insomma i fortunati collezionisti si sono portati a casa una performance di quasi il 100% in pochi anni. Ma non soltanto i puffi fanno bene al portafoglio.

Tra le sorpresine più quotate ci sono anche Paperino e Braccio di Ferro appartenenti alla serie Ferrero componibili di fine anni '80. Per la collezione completa i maniaci del settore sono disposti a sborsare oltre 400 euro, mentre i singoli personaggi valgono anche 70 euro come nel caso dei Bassotti con chiave inglese o con cacciavite. E anche pupazzetti più recenti sono già nella classifica dei più pagati: la serie Tommy & Oscar della Panini hanno soltanto quattro anni, ma valgono già 90 euro. E tra gli appassionati e gli esperti del settore vanno molto anche le cartine che accompagnavano i puffi nella capsula gialla dell’ovetto. Per avere tra le mani una minuscola mappa con le indicazioni su come si montano i «Puffi olimpici» è necessario sborsare ben 350 euro.

Il collezionismo delle sorpresine è cresciuto notevolmente negli ultimi anni coinvolgendo persone di ogni età e ceto sociale, fino a raggiungere, come si stima oggi, 20 mila collezionisti attivi cui se ne affiancano altri 30 mila circa occasionali. E tanto per far capire quanto la cosa si sia ormai allargata, basti pensare che sono circa 200 i negozi specializzati in tutta Italia e ben 10 le fiere annuali dedicate all'argomento. Dove si trovano le quotazioni dei puffi? Per gli appassionati del genere c'è un vero e proprio catalogo. La Cif, casa editrice storica della filatelia e successivamente interessatasi anche ad altre raccolte, lo ha fatto uscire da poco. È il Catalogo Unificato delle Sorpresine che rappresenta un valido supporto per chi già conosce o intende affrontare questo nuovo tipo di raccolta. Dove si acquista? Nelle edicole o sul sito www.unificato.it al prezzo di 9,90 euro. Contiene le foto delle serie e dei singoli pezzi delle collezioni, nonché la quotazione necessaria per effettuare scambi con altri appassionati e gli indirizzi dei negozi e le date delle fiere.

Ma attenzione alle patacche. Perché viste le cifre che girano, gli omini blu sono diventati anche preda dei falsari. I finti puffi si riconoscono dai particolari, dicono gli esperti del settore che consigliano di badare al colore e al tipo di plastica usata. Per riconoscere una falsa puffetta con la corda basta guardare al colore della fune che nel caso delle patacche ha un rosso meno intenso.


venerdì 13 aprile 2007

Segnali Stradali d'imbarazzo

è sempre più difficile districarsi nella questione Mastrogiacomo/Strada/Karzai/Prodi.
Strada ha minacciato di andare via dall'Afganistan.
Qualcuno lo sostituirà.
Forse non sarà facile, non sarà italiano, non sarà sicuramente così schierato.
Ricordo che Strada disse, e in più occasioni, che si lavorava meglio quando c'erano i Talebani. I talebani ci sono ancora e Strada non si pone alcun problema morale a curarli e rimandarli a casa sani e in forze per riprendere la propria battaglia per una dittatura teocratica. Non dico certo che bisognerebbe mollarli per strada a crepare dissanguati, questa è una prerogativa tutta loro quando ammazzano o, legalmente, lapidano qualcuno, ma che una volta curati siano processati e e giudicati dal legittimo governo di un paese mi sembrerebbe il minimo.
Strada non si pone neanche alcun problema a riconoscere come danno minore il rilascio di 5 talebani incarcerati dal legittimo governo afgano (a meno che per Strada il governo Karzai e l'ONU siano dei impostori) . Certo essendo un paese di cattolici una vita a qualsiasi costo sembra essere il motto preferito dagli stradini. Anche se poi i liberati non si faran problemi a sgozzare altri umani.
Ora non ricordo bene ma non mi pare che sia compito di un'organizzazione umanitaria fare da ospedale militare per una delle due fazioni in lotta, è compito di un organizzazione umanitaria curare i civili che della guerra sono vittime innocenti. Certo facendo del sofismo di può anche dire che i talebani sono civili... ma sinceramente dalla resistenza nazifascista in poi chi combatte è un combattente, anche senza mostrine.
Lungi da me paragonare degli sgozzatori teocrati e fanatici ai resistenti europei. Non credo che necessariamente quelli con le divise arraffazzonate siano i buoni e i militari i cattivi. Inoltre i Talebani la loro possibilità di governo l'hanno avuta e l'hanno usata per ridurre le donne a schiave, mozzare le mani ai ladri, lapidare le adultere, coltivare oppio, addestrare terroristi... Insomma un regime di santi. Eppure è il regime che preferisce Strada.
Ma tornando alla questione italiana mi fa specie questa preoccupazione per ciò che Strada dice, o meglio minaccia.
Se sa qualcosa la dica, se sta, come credo, mandando messaggi lo faccia chiaramente.
Vorrei far notare che l'arma del ricatto politico non è diversa da quella del sequestro di persona: la mentalità è identica. Strada sta ricattando il governo italiano, che maldestramente gli ha dato mano libera, e il governo afgano, che invece ha puntato i piedi. Chi ricatta lo fa perché ha qualcosa da vendere. Cosa ha da vendere Strada? I suoi ospedali? O qualcos'altro?
Perché un governo legittimamente eletto, quello italiano, deve essere tenuto sotto scacco da un'organizzazione umanitaria? Perchè Strada ha potuto liberare 5 prigionieri e pretendere la liberazione di altri 3? Perchè può interferire sulla politica estera italiana chiedendo la liberazione di un cittadino afgano sospettato di terrorismo?
Perchè ha 5 ospedali?
O perché cura i talebani ed ha un'influenza sui capi ribelli tale da poter affievolire il nostro coinvolgimento nella guerra? A cosa mirano tutte queste dichiarazioni di solidarietà?
Il capo dell'intelligenza afgana, certo anche lui non sarà uno stinco di santo, ha detto senza giri di parole che l'intermediario Hanefi più che intermediario è stato un procacciatore di vittime del sequestro (anche nel caso Torsello compare il suo nome). Ora è alquanto singolare che proprio nella stessa zona siano avvenute le liberazioni dei due sequestrati, che lo stesso ospedale di emergency abbiano avuto un ruolo così diretto e che proprio sempre lo stesso Hanefy abbia consegnato i due milioni di Torsello ai talebani.
E sinceramente mi sembra un ingenuità pensare che la consegna dei soldi ai talebani sia garanzia di onesta dell'intermediario.
Se i sequestri seguono la stessa logica ovunque, è facile pensare che il bottino lo si possa spartire dopo la consegna, e che se l'intermediario è più che intermediario non abbia difficoltà a ricontattare i sequestratori per aver la ricompensa pattuita.
A me questa storia non solo non piace ma più va avanti meno mi piace, più si osanna Strada più ho il sospetto che lo si copra.

giovedì 12 aprile 2007

Siamo ancora tutti liberi?

Caro Andrea,

ti scriviamo questa lettera in quanto firmatario del Manifesto-Appello per l'eguaglianza dei diritti che chiede l'accesso all'istituto del matrimonio anche per le persone lesbiche e gay quale traguardo compiuto di uguaglianza sostanziale e formale e superamento di pesanti discriminazioni sociali, culturali e giuridiche. Ti ringraziamo per aver aderito a questa iniziativa.

Abbiamo deciso di far sentire la nostra voce su un tema che costituisce l'obiettivo di tutti i movimenti glbt in Europa e nel mondo, ma che in Italia è considerato tabù, e del quale addirittura troppe volte si nega costituisca una rivendicazione delle persone glbt. Capita spesso di sentire dal mondo politico, anche nell'ambito del dibattito Dico si / Dico no, frasi del tipo: "ma in Italia nessuno chiede il matrimonio per le persone gay…". Non è così ed è bene che lo si sappia! Ugualmente, è importante che tutti possano rendersi conto che le discriminazioni verso le persone glbt , e di conseguenza gli ostacoli al compimento di istanze irrinunciabili di giustizia sociale, non verranno superate né con i Dico né con leggine da elemosina o da compromesso politico fatte per asservire il potere teocratico clericale-vaticano.

Abbiamo bisogno di aiuto per diffondere il "Manifesto per l'eguaglianza dei diritti". In queste settimane grazie all'attenzione di alcuni media, specialmente gay, e in particolare al forte sostegno del sito www.gay.tv - che ringraziamo -, siamo riusciti a raggiungere quasi 2.700 firme 'pubbliche', visibili sul sito internet e una cinquantina 'riservate'. Altre 400 firme le abbiamo raccolte in P.za Farnese a Roma durante la manifestazione "Diritti ora" del 10 marzo scorso dove il nostro Manifesto ha avuto molto successo. Ringraziamo inoltre in modo particolare anche coloro che ci stanno aiutando: il Webmaster Mihaj Romanciuc, Guido Allegrezza, Clara Comelli, Luca Piva, Yuri Guaiana, Carlo Donati, Matteo Pegoraro, Francesco Conti, Malena Zingoni e Josè Rodrigo dalla Spagna, Ottavio Marzocchi da Bruxelles.

Le firme sono tante rispetto ai pochi canali di pubblicizzazione di cui abbiamo finora goduto, e ancora troppo poche per le ambizioni del Manifesto-Appello.

Altra questione molto importante è la qualità delle firme: vi sono quelle di quasi tutti i rappresentanti del mondo associativo, editoriale, culturale e ricreativo glbt, insieme a quelle di alcuni parlamentari, in primis quelli radicali. In questi giorni si sono poi aggiunte, tra le altre, quelle di Gianni Vattimo, Luciana Littizzetto e della Open House di Gerusalemme.

L'aiuto che ti chiediamo è di diffondere il Manifesto-Appello attraverso i tuoi canali, amiche e amici, fidanzate o fidanzati, amanti, conviventi, famiglie di fatto o di diritto, siti internet, blog, giornali, media, mailing list e altre vie. Un altro modo per sostenere questa iniziativa è quello di costituire un comitato locale ad hoc come già hanno fatto a Salerno e a Trieste dove ci sarà un dibattito il 14-4 sul Manifesto
(http://www.christinasponza.it/dibattito_matrimoniodirittogay.htm).

L'obiettivo è di far sentire più forte la nostra voce. Dobbiamo anche batterci per coloro che non possono farlo e che si trovano in condizioni difficili.

Aiutaci anche con un contributo (le modalità si trovano sul sito www.matrimoniodirittogay.it). Finora abbiamo raccolto pochi spiccioli (50 Euro) a fronte di molte spese.

Grazie per l'attenzione.

Se vuoi scrivici a questo indirizzo: info@matrimoniodirittogay.it

Un carissimo saluto dal Comitato Promotore del Manifesto per l'eguaglianza:

Sergio Rovasio, Radicale, membro della Direzione della Rosa nel Pugno - Roma
Aldo Brancacci, Professore ordinario, Università Tor Vergata - Roma
Gigliola Toniollo, Cgil Nuovi Diritti, Direzione di Radicali Italiani - Roma
Stefano Fabeni, Director Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender and Intersex Initiative
Global Rights, Washington – Usa

domenica 8 aprile 2007

Tre giorni e tre notti

Beppe, 9:07 ascoltate, ma se è morto venerdì sera ed è risorto domenica mattina, perché dicono che è risorto dopo tre giorni?

Andrea,9:o7 Ascolta, miscredente.

Matteo 27:45-50
Dall'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona. 46 E, verso l'ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?» cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato47 Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Costui chiama Elia». 48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, inzuppatala di aceto, la pose in cima a una canna e gli diede da bere. 49 Ma gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se Elia viene a salvarlo». 50 E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito

Andrea,9:o8 e tu, miscredente, continui a non comprendere!

Matteo 27:1-6 1 Dopo il sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro. 2 Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. 3 Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. 4 E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. 5 Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. 6 Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva. 7 E andate presto a dire ai suoi discepoli: "Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, ve l'ho detto».

Andrea,9:9-15 Può la parola di Dio non essere giusta, incorruttibile! A tanto sei giunto, o vile pagano! Può la tua mente essere tanto empia! 10 Possa il buon Dio, l'onnipotente nella sua infinita misericordia, essere clemente! Tu credi forse che la Babele sia stata poca cosa? Forse credi che Dio Onnipotente non abbia voluto, a ragione, punire gli uomini?
11 Forse tu credi, infame idolatra, che i servi di Dio parlino si tanti idiomi per diletto? Pensi forse che le genti d'oriente parlino come i barbari? O che il popolo eletto con conosca le sfumature della lingua del Signore?
12 Tre giorni sono tre giorni! Il nostro Signore ha dato alla lingua dei nostri fratelli deicidi, significati a noi oscuri. Un giorno è una qualsiasi parte di esso, siano le ore meridiane o antimeridiane, così la lingua che a noi testimonia la morte e resurrezioni del figlio di Dio, intende. 13 Puoi una vile traduzione modificare la parola di Dio? Il venerdì alla nona ora Cristo il Salvatore mori. E fu il primo giorno. Il secondo giorno trascorse nell'attesa dell'avvento del Signore. All'alba del terzo giorno risorse.
14 Hai compreso, o stolto, la tua blasfemia? Hai compreso ciò che ogni buon servitore del signore deve sapere? Sia il nostro buon pastore clemente con chi non comprende che tre giorni non sono altro che un giorno intero, secondo la barbarica usanza del barbaro occidente, più due parti degli altri due giorni.
15 E' giunta l'ora che tu ti penta.

domenica 1 aprile 2007

Il gaio matrimonio

Se i cittadini si possono sposare, non vedo perché non dovrebbero poterlo fare tutti... o ci sono cittadini buoni e cittadini cattivi?

MANIFESTO PER L'EGUAGLIANZA DEI DIRITTI

Insomma se uno sceglie la condanna del matrimonio è giusto che sia in buona compagnia, o meglio con la compagnia che sceglie.

E pensate che sono anche contro il matrimonio eterosessuale...
Per me il matrimonio ognuno dovrebbe farselo da se, con chi vuole, dove vuole, e per quanto vuole... ma non so se padre Jeorge sarebbe d'accordo, almeno non prima di essersi consultato con il suo convivente...