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venerdì 17 ottobre 2008

contrordine compagni: è arrivato il comunismo!


sono passati 63 anni dalla fine della liberazione anglo americana del Italia Fascista. Sono passati 65 anni dalla nascita della resistenza antifascista, cattolica, liberale, socialista, azionista, repubblicana, monarchica e comunista. Ne sono passati un po' di più dalla persecuzione del regime dei pochissimi ed elittari oppositori del fascismo (gramsci, gobetti, matteotti, lussu, rosselli, spinelli, pertini, rossi etc). Eppure tutti questi anni, fra alti e bassi, ci avevano salvato dalla deriva totalitaria che il fascismo , così come il comunismo, portavano in se.
Abbiamo avuto 50 anni di mal governo democristiano, di cattocomunismo, di compromessi storici e strategie della tensione, di servizi deviati e terrorismi multicolori, di intromissione dello stato negli affari privati di intromissione dei privati negli affari pubblici, eppure dopo la caduta del Duce mai come oggi si era percepita la gioia autolesionista degli italiani verso una nuova svolta totalitaria.
Questa volta, purtroppo le condizioni di incertezza economica e la svolta culturale della società sembrano riproporre il substrato di ideale per un ritorno al passato o meglio per un grigio futuro.
Questa volta però, più che di fascismo, si dovrebbe parlare in Italia di una specie di comunismo e di quello della peggior tradizione.
La lunga mano dello stato è pronta a riprendersi quel poco di stato liberale che l'Italia aveva preservato nonostante il fascismo e la prima repubblica e mezzo.
Si attuano acquisizioni/aiuti di stato, sotto forma di partecipazioni ad aziende, si invocano misure di controllo del capitale e del mercato e si promuove la grande impresa statale come amortizzatrice di crisi capitalistiche e mercantili. Contestualmente si avviano grandi opere, si propugnano Keynesiane iniezione di lavori pubblici.
Lo stato fascista, che noi conosciamo, era profondamente condiviso dalla popolazione italiana, ed è stato per almeno 15 anni incontrastato e incontrastabile.
Oggi il nuovo comunismo berlusconiano, così poco socialista (come lo era invece il fascismo delle origini) così tanto clericale (come non era il fascimo pre lateranense), così familista (e non nel segno del sostegno alle famiglie ma nel sosteno alla Famiglia), cosi povero culturalmente (il dazzunzianesimo e il futurismo come movimenti ispiratori della rivoluzione fascista, il comunismo di berlusconi non li può vantare), assomiglia sempre di più ai regimi comunisti della Russia contemporanea e della cina contemporanea, attenti al soldo, al capitale ma ferrei nell'aspirazione populista, salvifica,illiberale, monopolista, autoritaria e antidemocratica.
Non è certo Bush, certo uno dei peggiori presidenti USA della storia ma pur sempre un presidente democratico, ad essere l'esempio di Berlusconi, più KIm IL Sung (a quando marina I o piersilvio I) e Putin I sembrano essere principi ispiratori.
Il modello di stato assomiglia a Putinprom, alla russia "post" comunista che nel ha riassunto in se la violenza stalinista al monopolismo mercantile degli oligarchi. Questo è il modello, il Partito delle libertà ricorda le "democrazie" dell'europa orientale prima del 89: stessa ipocrisia dinomenclature.
Non basta dirsi liberali per esserlo, bisogna agire da liberali e questo è un comportamento che berlusconi non conosce.

venerdì 10 ottobre 2008

il capitalismo è finito come il comunismo...

oggi il corriere dice la sua, anzi la dice BERNARD-HENRI LÉVY.
Sostiene che come il comunismo morto con la caduta del muro anche il capitalismo è morto con questa crisi. Si tratta di un comunismo (quello stalinista e sovietico) ad essere morto, così come è morto il capitalismo delle borse finanziarie, dei soldi virtuali e poco virtuosi.

Forse si dovrebbe riprendere a leggere alcuni italiani: Gobetti, Rosselli, Rossi, Spinelli, Lussu... forse si dovrebbe ripartire da un sincero sistema democratico, da una reale capacità rappresentanza, da una reale capacità di gestione del patrimonio pubblico e una vera e forte capacità dello stato di fare lo stato e del mercato di fare il mercato.

Oggi si parla di recessione, di crollo, di crisi ma è dogmatico che ci debba essere crescita continua, infinita? è questo un concetto liberale, la crescita continua è l'essenza del capitalismo?
D'altra parte lo stato deve sempre intervenire sul mercato, deve diventare necessariamente banchiere, imprenditore e azionista? è questo il socialismo, è questo lo stato sociale che ci può salvare?

Queste domande sono le domande.
Non come il miliardario, azionista, monopolista, padroncino berlusconi chiede di "aver fiducia" e di aspettare 24 mesi prima di vendere le azioni mediaset, eni (che fa affari con l'amico Putin) o chissà quale altri richieste da insider trading farà!

giovedì 9 ottobre 2008

Grazie Paolo Guzzanti! torna con noi liberali... ti prego

mai avrei pensato (non è vero a dire il vero) di lodare incondizionatamente Paolo Guzzanti...
Mi sono sempre chiesto perchè una persona come lui, intelligente, libera, arguta potesse accompagnarsi a un illiberale e stalinista come Berlusconi, è la stessa domanda che mi faccio per Ferrara, che mi faccio per Biondi e per alcuni altri (Della Vedova, Calderisi, Teodori et alii).
Oggi sono felice di aver ipotizzato, tanti giorni fa, la telefonata fra Berlusconi e Putin ma la realtà, purtroppo, è sempre peggiore della fantasia.

Berlusconi dixit:

BISOGNAVA AD ANDARE A PRENDERE QUELLO LA’, QUEL SADDAM, intendendo il presidente Saakashvili .

ma bisogna leggere tutto il post, per rispetto e onore

lunedì 6 ottobre 2008

e se fosse troppo tardi...

non voglio parlare di borse, borselli e borseggiatori...

mi piacerebbe parlare di come i nostri "padroni" siano inadeguati, incompetenti e irresponsabili.

ascolto la radio che rassicura, citando i vari 3monti e Berlusconi, sulla stabilità, la liquidità, la solvibilità e tutta una serie di altre ità. Penso: che culo vivere in un paese con tante ità! Che culo vivere in un paese dove l'economia è sana, lo stato è solido, e in governo autorevole! Che culo!

Peccato che io non viva in questo paese.


Vivo in un paese in cui le grandi aziende (banche comprese) sono tutto tranne che limpide, in cui lo stato è tutto tranne che solido e il governo... è quello che ci meritiamo.

Il nostro è un paese che intende per il liberismo il monolpolismo di stato, per liberalismo l'autocrazia berlusconiana, per libertà un pezzo del nome della peggiore aggregazione politica italiana...

Per avere un minimo di credibilità governativa il nostro presidente non dovrebbe essere titolare di una così grande proprietà azionaria (mediaset, finivest, mondadori, milan...), il dubbio che voglia tentare di salvare le borse, con i soldi delle nostre tasse, per salvare se stesso mi viene, ma io penso male...

In attesa del rimbalzo, spero nello scivolone di incompetenza di questo governo. Ma temo che il mercato (per quanto drogato e rovinato dagli speculatori di stati e parastati) si salverà comunque e che il nostro stalinista monopolista se ne attribuirà il merito.

giovedì 14 agosto 2008

L'umiliazione degli amici sinceri


Il democratico Putin ha mostrato i muscoli.
Da buon figlio della grande madre Russia non ha faticato a ricordarci di quale pasta siano fatti gli ex del KGB.
L'amico Putin ha trascorso negli ultimi anni piacevoli intermezzi, fra una soppressione di libertà, una nazionalizzazione, una invasione di paesi ex sovietici, un omicidio di qualche giornalista, nella villa di quel burlone, anch'esso sincero democratico, di Berlusconi.
Pare che in quest'ultima occasione, la Georgia vs Ossezia, il nostro caudillo si sia immediatamente premurato di contattare il caro amico Putin per rincuorarsi che tutto si svolgesse nel rispetto della democrazia!

Immagino la telefonata (e che di queste telefonate non rimane tracce, mentre delle prodezze erotiche si continua inutilmente a preoccuparci) fra i due sinceri stalinisti : Putin e Berlusconi.

Berlusconi: caro Vladimir ho saputo che quei cattivoni di georgiani hanno attaccato le tue truppe di occupazione in Ossezia! Che sfrontatezza!

Putin: Silvio ho solo difeso i diritti della Russia contro i secessionisti georgiani, adesso decido se invadere o meno Tiblisi. Mi toccherà fermarmi anche questa volta, se no a George gli viene un infarto!

Berlusconi: Ti aspetto a Villa Certosa per quel contrattino... nel frattempo io farò finta di niente e condannerò le violenze e loderò la tua moderazione di fronte ad un attacco tanto violento!
Adesso chiamo Frattini e gli dico di starsene pure in vacanza che con te ha già parlato il presidente Berlusconi...

Questo è il nostro presidente del consiglio... amico di sinceri democratici, un po' stalinisti ed ex comunisti. Nulla di importante di fronte alle azioni che dimostrano il liberalismo, la vocazione democratica, la tolleranza di un ex KGB come Putin!
Quanta invidia da parte di Berlusconi che nel suo palmares non può che vantare qualche presunta, e innocua, frequentazione con mafiosi e affaristi, un'iscrizione alla P2 e qualche frequentazione di troppo con i cattivi tangentisti della prima repubblica... niente di provato e quindi nulla di spendibile con un vero campione di nefandezze come Putin!
Se almeno si fosse fatto processare qualche condanna vera, qualche porcheria vera e provata l'avrebbe anche il nostro stalinista Berlusconi.
Nessuna Cecenia, niente Inguscezia, nessun caso Livtinienko, ne petrolieri incarcerati, nessuna Politoskaya... solo Biagi, Santoro e Luttazzi, qualche Rom in prima pagina, abusi edilizi in Sardegna (coperti dal Segreto di Stato), un morto al G8 (per di più un mezzo delinquente non propriamente non violento), militari a controllare a fare i boy scout e altre piccole nefandezze di second'ordine.
Certo per essere così ricco e così vecchio essere solo a capo di un paese di quaquaraquà è umiliante.
Putin è un ragazzino, Bush è ben più giovane di lui, Sarkò non ne parliamo... e ha pure una moglie che nessuna delle subrettine italiche può raggiungere.
Berlusconi per reggere il confronto non può che diventare un sincero comunista...

mercoledì 2 luglio 2008

appunti militari...

I militari in Italia li hanno usati per fare molte cose: partecipare a missioni ONU, NATO e anche a missioni che non erano ne ONU ne NATO, li hanno fatti andare in molti paesi lontani... a volte li hanno usati in situazioni di emergenza, in momenti in cui tutta la nazione Italiana (sempre che questa definizione abbia ancora senso), si è mobilitata per aiutare i propri concittadini: Firenze 1966, Friuli 1977, Irpinia 1980... e via tutte quella lunga serie di catastrofi piccole e grandi che ci ricordano la nostra dimensione di insetti.
Infine spesso li hanno usati per fare ciò che mai avrebbero dovuto, e mai dovrebbero, fare in un paese democratico: i poliziotti.
Ci hanno provato in Sicilia (a caccia di mafiosi nell’Operazione Vespri siciliani), in Sud Tirolo ( a guardia di tralicci e siti sensibili) e in Sardegna (a caccia di rapitori nell’operazione Forza Paris).
Oggi ci riprovano.
Questa volta l’emergenza è ancora più vaga... la chiamano "criminalità".
A sentire i ben pensanti, preoccupati della salvaguardia della nostra "sicurezza" più che della nostra libertà, la presenza dei militari dovrebbe "scoraggiare la micro e macro criminalità dall’agire" dovrebbe "far sentire la presenza dello Stato per le strade, dare un senso di sicurezza ai cittadini".
Mi chiedo: in Sicilia la presenza militare ha scoraggiato i mafiosi a continuare a fare i propri affari? La presenza dello Stato è oggi rinforzata e i siciliani si sentono più sicuri?
A me pare che in Sicilia non siano diminuiti i casi di usura, pizzo, riciclaggio, appalti truccati, spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, sfruttamento dei flussi migratori clandestini, controllo delle risorse economiche (acqua, agricoltura, strade, turismo, aree urbane, industria, rifiuti). La nuova prospettiva dall'impegno faraonico certo non fa ben sperare, con tutti quei miliardi da spendere per costruire un bel ponte fra mafia e 'ndrangheta.
In Sardegna i sequestri sono diminuiti, ma non definitivamente scomparsi purtroppo, eppure sembra che la criminalità abbia,proprio dall’humus delinquenziale prodotto dal banditismo rurale, fruttificato e civilizzato la delinquenza: la mia terra ormai bombarda e spara per mere questioni di soldi e potere, come una qualsiasi regione italiana.
Verrebbe da pensare che questo sia stato il risultato della mastodontica operazione di maquillage statalista chiamata Forza Paris.
È un buon risultato?
E adesso?
Manderemo in Campania i militari a fare gli spazzini, a Milano a fare i vigili urbani, a Palermo a fare i secondini, a Roma a fare le scorte.
Gli italiani si sentono così più sicuri!
Sono, come sempre, la dimostrazione che un bel bastone nel culo non lo rifiuta nessuno.
Se, e quando, girerò per Roma o Milano, o dovunque questo governo deciderà di mandare i militari, non mi sentirò più sicuro, mi sentirò solo più controllato, più oppresso, e quindi meno libero.
I militari per la strada, in tempo di pace, sono sempre un indice di presenza dello stato opprimente e oppressiva. In tempo di guerra sono indice di violenza e morte, salvezza e vittoria, il loro mestiere insomma.
I blindati per strada mi ricordano immagini poco divertenti in tempo di Pace: Budapest 1956, Praga 1968, Santiago 1973, Buenosaries 1976, Pechino 1989...
Sono questi gli esempi di democrazia che vogliamo seguire?
L’italico ha sempre la sindrome del comandato. Più gli si dice che fare più è contento... tanto i suoi spazietti di libertà, truffaldina, comunque riesce a ricavarli.
Di nascosto impreca contro il governo e l'opposizione che vota, di nascosto non paga le tasse e ad alta voce si lamenta delle tasse alte, di nascosto va a puttane ma pubblicamente ricaccerebbe tutte in mare quelle sporche negre (con cui si sollazza a pagamento), di nascosto stupra in famiglia ma sbraita contro i rom stupratori (ma non contro lo stupratore colpevole dei delitto, contro tutti i rom), di nascosto butta l’immondizia nel cortile del vicino ma manifesta contro le discariche e gli inceneritori, di nascosto si ubriaca fino a stramazzare al suolo e finire nel primo fosso fuori dalla lapdance ma pubblicamente vuole la pena di morte per il rumeno ubriaco che ammazza tre ragazzini...

Aspetto con trepidazione il ritorno dei militari a Pordenone... così la qualità delle pizze tornerà a migliorare!

martedì 20 maggio 2008

non sarà un pogrom....

il De Mauro dice: violenta persecuzione contro una minoranza etnica o religiosa.

Non sarà, come dice qualcuno, un pogrom, nè una persecuzione razzista. Forse chiamare in causa etnocidi, Shoa o pulizie etniche è troppo.

Ma la zona delinquente, la razza delinquente, la propensione al reato di determinati gruppi etnici, la comprensione del fenomeno Rom, sono sfaccettature della stessa pietra dello scandalo.
Quando uno stato ragiona per gruppi etnici, quando divide con l'accetta gli italiani in classi sociali e territoriali, quando legifera pro o contro un gruppo di persone etnicamente, culturalmente definibili e riconoscibili ha iniziato a sbagliare.
I delinquenti siano perseguiti (se colpevoli e rispettando le tutele di uno stato di diritto), i diritti dei deboli assicurati (scuola e condizioni sanitarie uguali per tutti) ma che questo valga per tutti Rom e Gagi.

giovedì 17 aprile 2008

Diario elettorale...W la democrazia

Diario elettorale...W la democrazia

mi sento sollevato... da molti giorni, forse da mesi o anche da anni sono stanco dell'azione politica, cosi come fatta in Italia.
Nell'ultimo periodo, grazie all'ennesima campagna elettorale mi ero appassionato al panorama politico, ne avevo seguito con inaspettata curiosità l'evolversi.
Ho vissuto la campagna elettorale con spirito antropologico e ho atteso il risultato.
Gli italiani hanno scelto Silvio Berlusconi. Lo hanno scelto a grande maggioranza senza se senza ma.
Adesso deve governare. 5 anni.
Mi auguro che dimostri di essere quello che è: un pessimo politico.
Mi auguro che governi malamente, che non mantenga le promesse, che sia incapace di essere un buon politico così come lo è stato da imprenditore.
Mi auguro che fallisca, che nessuno gli lanci ciambelle di salvataggio e che da questa scelta scaturisca una destra vera, conservatrice, europea. La destra di Aznar, di Sarkozy, della Merkel.
Ho questa speranza.
Temo che non sarà così,temo che non governerà e che il suo fallimento lo imputerà a qualcun altro, temo che, anche questa volta, ci sarà qualcuno a cui adddossare la sua incapacità, qualcuno che non lo lascerà lavorare.
Ha sempre fatto così.
Ha prosperato grazie ai politici degli anni 70 e 80, si è salvato dal disastro economico e giudiziario grazie agli elettori italiani, si è salvato dall'umiliazione politica grazie agli avversari e agli alleati accondiscendenti e oggi pensa di aver ottenuto il vero risultato finale: di essere il decisore.
Berlusconi è il tipico italiano. E' giusto che abbia vinto.
Lo hanno votato perché somiglia a tanti, troppi italiani: è ignorante, presuntuoso, vantaminchia, incapace di invecchiare, cialtrone e ciarliero, leccaculo con i potenti, paternalistico con i deboli, simpatico, di quella simpatia greve, volgare e sciatta, permaloso e per nulla ironico, bugiardo e capace, come pochi, di negare l'evidenza, di rinnegare la parola data e di scaricare il barile.
Questo è quello che gli Italiani hanno scelto di eleggere ed io non posso che essere felice della coerenza antropologica del risultato elettorale.
Non andrò via dall'Italia (e non credo che nessuno dei catastrofisti miei amici lo farà), il presidente Berlusconi non si merita tutta questa attenzione. Che governi, abbiamo sopportato venti anni di fascismo, 50 di democrazia cristiana, gli anni di piombo e la barzelletta della seconda repubblica, Berlusconi è il peggio che potesse capitare in questo momento ma non è il male assoluto.
E' solo un brutto risultato di un pessimo popolo.
La democrazia è questo: sopportare il verdetto dei propri concittadini, qualunque esso sia, e scegliere nuovamente fra 5 anni.
Chi non crede in questo se ne vada o diventi Berlusconiano.
Io rimarrò qui e tornerò felicemente ad essere quello che sono sempre stato: un elettore che sceglie e combatte perché le sue scelte siano rispettate.

venerdì 21 marzo 2008

Diario elettorale. Il paese degli unti (dal signore)

nel 1992 scoppiò il caso mani pulite. Per i creativi milanesi e italiani fu una manna, per i copy in particolare... una manna per nuove parole: Tangentopoli, sanitopoli... e tutti i poli che vi pare.
A quel tempo, come tante verginelle, gli italiani inneggiarono alla politica pulita, alla nuova repubblica, alla fine della prima repubblica. Apparve strano che tutti i tangentisti fossero privi di sostegno elettorale, che i centinaia di deputati e senatori, i migliaia di consiglieri regionali, provinciali, comunali fossero dei manigoldi che rubavano soldi ai poveri cittadini che li avevano "ignari" votati. Apparve stranissimo che tutti, di colpo, avessero votato un altro partito, e che la DC, PSI, PSDI, PRI, PLI non li avesse votati nessuno nonostante avessero il 70% dell'elettorato italiano.
Questo è, e rimane, una dei misteri italiani, un esemplare caso di conversione universale che solo l'italico suolo (ci sarà il Papa per qualcosa) è in grado di fare.
Era già avvenuto pochi anni prima: di colpo dopo vent'anni di dittatura fascista tutti divennero antifascisti, così tutti da camice nere divennero resistenti, da persecutori dei pochi veri e disperati antifascisti (quella si che era giustizia e libertà) a perseguitati, costretti ad obbedire ma in cuor loro sinceramente antifascisti... questa è la nostra Italia.
Nel 1992 e dintorni iniziarono a comparire gli onestuomini che fino a quel momento avevano passato la propria vita politica a raccogliere le briciole cadute dai tavoli dei crapuloni, alzarono la voce e, più realisti del re, da accattoni di potere divennero savonarola della potere politico.
Ricordo cappi esposti in parlamento, grida e insulti a chi fino a pochi giorni prima si leccava il culo con estrema accondiscendenza.
Il paese di santi, quale noi siamo, elesse a suo salvatore l'unto del signore!
E sì perchè dopo anni di "pessimi politici", finalmente arrivo l'uomo nuovo.

-E' ancora, dopo la bellezza di 15 anni, un giovane della politica, a suo dire... che questo sia il segno della incapacità italica di crescere, di un paese in cui si è nuovi dopo 15 anni di politica parlamentare, tre governi e tutto il resto? Poi ci si sconvolge che i 35enni abitano a casa dei vecchi genitori!-

Quell'uomo nuovo poi tanto nuovo non era e, da molti anni, faceva l'imprenditore all'interno del sistema economico italiano. Era proprio uno di quelli che non faceva mistero di simpatia potenti eppure come caduto dal cielo disse "forza italia" siamo un paese nuovo e vi condurrò!

- oggi dopo 15 anni ripete, come solo i vecchi sanno fare, "rialzati italia" siamo un paese da rinnovare e io vi condurrò. Eppure i suoi 15 anni di politica li ha fatti e, a suo dire, l'italia è ancora a strisciare per terra, colpa dei comunisti?-

Oggi come allora nessuno ha mai votato dei delinquenti...
Oggi tutti sono pronti a certificare la propria illibatezza politica, oggi nessuno dirà mai di aver votato un delinquente (con questa accezione intendono tutti i marchiati dalla crociata giustizialista di Grillo/DiPietro)... eppure anche in questo caso in parlamento, nei comuni, nelle regioni, nelle provincia gli elettori hanno mandato chi volevano. Erano tutti ingnavi anche questa volta? e quando sulla scheda elettorale hanno dovuto scegliere si devono essere distratti. Hanno continuato a votare quelli a cui la settimana prima stringevano le mani e sorridevano bisbigliando auguri e e complimenti per la loro onestà, a cui un mese prima chiedevano un piccolo contributo per la società sportiva della figlia che fa uno sport bellissimo: il curling... ma si sa a Vattelapesca in ghiaccio tarda a venire!
poi...Peccato sembrava tanto una brava persona invece era un delinquente come tutti... ma lo sapevo io... io non li voto quei ladri lì!!

IPOCRITI!

mercoledì 19 marzo 2008

Diario elettorale. Partito Democratico

ho sempre pensato che il partito democratico potesse essere una naturale evoluzione della politica italiana ma mai avrei creduto che a costituire il partito democratico sarebbero stati i democristiani e i comunisti del mancato compromesso storico.
Il partito democratico non è una nomenclatura, un modo di dire e chiamare un'accozzaglia di simboli e ideologie. Non è tanto meno la summa di due o più movimenti, ne la federazione di più partiti o la fusione di aggregazioni storiche.
Il partito democratico è, prima di tutto Democratico.
Oggi, con questa infamia di legge elettorale, nessun partito può dirsi tale.

Per democrazia si intende un sistema che permetta la partecipazione e il governo da parte di tutti gli aventi diritto. Non esiste una sola democrazia, esistono tante e diverse forme di partecipazione al potere tutte egualmente democratiche. Alla parolina democrazia dobbiamo, almeno, attaccare un aggettivo per capire e inquadrare di cosa si parla.
In Italia si dovrebbe parlare di democrazia rappresentativa, si dovrebbe...

Quando penso al Partito democratico mi viene in mente un partito frutto di una storia e di una cultura che con il nostro partito democratico ha molto poco a che fare, eppure sono fiducioso che, nonostante le pessime premesse, si possa un giorno arrivare ad un vero Partito democratico in Italia. Le premesse pessime sono connaturate alla storia e alla mancanza di memoria della nostra classe elettorale, non della nostra classe politica, ma dei cittadini incapaci di ricordare, di giudicare e di valutare.
La classe politica non è che l'espressione di un popolo, altrimenti che democrazia rappresentativa sarebbe, e se oggi ci troviamo a dover sceglere in questo modo è solo e sempre colpa nostra. Da 50 anni votiamo e da 50 anni ci lamentiamo: troppo comodo.

Torniamo ai Democratici, intesi come rappresentati di partito, essi rappresentano a fatica i propri elettori (ovvero i membri del partito) per un motivo semplice e banale: il Partito democratico è un partito nato in provetta. Lo sperma è democristiano e l'ovulo comunista.
Si tratta della prima fecondazione assistita della storia della politica, e dico, ben venga! Se la legge 40 fosse stata abrogata forse con la diagnosi preimpianto qualche tare genetica di troppo l'avremmo potuta evitare: la Binetti, i teo dem, i giustizialisti, Di Pietro...
Purtroppo come tutti sappiamo, la fecondazione assistita è l'estrema ratio di una coppia che non riesce a riprodursi, è, se volete, la strenua volontà di raggiungere l'agognata riproduzione, il mantenimento della specie.

Nel caso del partito democratico forse l'età degli amanti era troppo avanzata e, per dirla come la sacra rota, questo matrimonio avrebbe sofferto di impotentia generandi.
Lo sappiamo siamo un paese per vecchi, di vecchi e rovinato dai vecchi, anche quelli giovani. E' un paese in cui manca una classe politica adulta perchè manca la classe adulta, la nostra.
Così oggi il partito democratico parte vecchio, un bambino educato da vecchi.

Oggi ci troviamo a dover combattere perchè questo partito, nato senza sesso, possa avere un futuro.

Diario elettorale. Tempi non sospetti

in tempi non sospetti, pensavo che il sistema politico italiano potesse avere una naturale evoluzione verso la democrazia. In quei tempi mai avrei creduto che a costituire il futuro democratico del nostro paese sarebbero stati i democristiani, i comunisti, i fascisti, i socialisti che allora mi parevano il passato.
In quei tempi non sospetti credevo che il cittadino italiano avrebbe preferito una buona politica, fatta di persone, al populismo.
In tempi non sospetti pensavo che del pentapartito si potesse fare a meno, e che gli italiani fossero pronti a scegliere la propria rappresentanza in base alle proposte e non più all'ideologia.
In quei tempi si diceva che tutto sarebbe cambiato e la gente, quella che i media chiamava per bene, lanciava monetine e brindava alle disgrazie e ai suicidi dei propri rappresentanti.
In quei tempi cambiai idea. Ci misi poco. Le giornate, i mesi di militanza mi aiutarono a capire che l'umore della gente, quella che si fermava e firmava, era la voglia di sangue più che di cambiamento.
Capii che lo stato non si cambiava suon di sentenze e che, prima o poi le anime pie sarebbe diventati diavoli e i diavoli si sarebbero ripuliti la coscienza...

Oggi sento lo stesso odore di sangue per le strade, vedo le stesse facce soddisfatte additare i propri eletti come ladroni, vedo politici passare dalla domenica delle palme al golgota.
Ma non ci sarà resurrezione fra tre giorni, solo altri anni di governo di Ponzio Pilato.