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giovedì 17 aprile 2008

Diario elettorale...W la democrazia

Diario elettorale...W la democrazia

mi sento sollevato... da molti giorni, forse da mesi o anche da anni sono stanco dell'azione politica, cosi come fatta in Italia.
Nell'ultimo periodo, grazie all'ennesima campagna elettorale mi ero appassionato al panorama politico, ne avevo seguito con inaspettata curiosità l'evolversi.
Ho vissuto la campagna elettorale con spirito antropologico e ho atteso il risultato.
Gli italiani hanno scelto Silvio Berlusconi. Lo hanno scelto a grande maggioranza senza se senza ma.
Adesso deve governare. 5 anni.
Mi auguro che dimostri di essere quello che è: un pessimo politico.
Mi auguro che governi malamente, che non mantenga le promesse, che sia incapace di essere un buon politico così come lo è stato da imprenditore.
Mi auguro che fallisca, che nessuno gli lanci ciambelle di salvataggio e che da questa scelta scaturisca una destra vera, conservatrice, europea. La destra di Aznar, di Sarkozy, della Merkel.
Ho questa speranza.
Temo che non sarà così,temo che non governerà e che il suo fallimento lo imputerà a qualcun altro, temo che, anche questa volta, ci sarà qualcuno a cui adddossare la sua incapacità, qualcuno che non lo lascerà lavorare.
Ha sempre fatto così.
Ha prosperato grazie ai politici degli anni 70 e 80, si è salvato dal disastro economico e giudiziario grazie agli elettori italiani, si è salvato dall'umiliazione politica grazie agli avversari e agli alleati accondiscendenti e oggi pensa di aver ottenuto il vero risultato finale: di essere il decisore.
Berlusconi è il tipico italiano. E' giusto che abbia vinto.
Lo hanno votato perché somiglia a tanti, troppi italiani: è ignorante, presuntuoso, vantaminchia, incapace di invecchiare, cialtrone e ciarliero, leccaculo con i potenti, paternalistico con i deboli, simpatico, di quella simpatia greve, volgare e sciatta, permaloso e per nulla ironico, bugiardo e capace, come pochi, di negare l'evidenza, di rinnegare la parola data e di scaricare il barile.
Questo è quello che gli Italiani hanno scelto di eleggere ed io non posso che essere felice della coerenza antropologica del risultato elettorale.
Non andrò via dall'Italia (e non credo che nessuno dei catastrofisti miei amici lo farà), il presidente Berlusconi non si merita tutta questa attenzione. Che governi, abbiamo sopportato venti anni di fascismo, 50 di democrazia cristiana, gli anni di piombo e la barzelletta della seconda repubblica, Berlusconi è il peggio che potesse capitare in questo momento ma non è il male assoluto.
E' solo un brutto risultato di un pessimo popolo.
La democrazia è questo: sopportare il verdetto dei propri concittadini, qualunque esso sia, e scegliere nuovamente fra 5 anni.
Chi non crede in questo se ne vada o diventi Berlusconiano.
Io rimarrò qui e tornerò felicemente ad essere quello che sono sempre stato: un elettore che sceglie e combatte perché le sue scelte siano rispettate.

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