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sabato 24 febbraio 2007

Agire qualche cosa...

Da alcuni anni sento parlare in psicologese, in burocratese, in sociologese. Mi sono adeguato, ho comprato delle guide per disimparare a scrivere, per acquisire un linguaggio consono alla professione che faccio.
Uso con dovizia parole come rete, governance. Sguazzo in contorti discorsi sociali pieni di buone, migliori, best pratiche, o prassi. Sopporto con stoicismo lungaggini scrittorie con la punteggiatura minima e casuale. C'è però una cosa che non sopporto: agire usato come verbo transitivo.
Alcuni esempi:

Agire la sessualità
xxx ha agito il piano
gli attori della rete hanno agito la governance
tutti i soggetti sono agiti nel processo di governance (sic.)

Vi prego restituite dignità al verbo agire!

a||re
v.intr. (avere)
1a FO fare, operare: è il momento di a., pensa ma non agisce; comportarsi: in tutte le situazioni a. da galantuomo; a. bene, male
1b TS psic., compiere azioni impulsive per rimuovere pensieri o fantasie non coscientemente accettati
2 FO esercitare un’azione, ottenere un effetto: un veleno che agisce lentamente, a. sul sistema nervoso; a. su una manopola, sul pedale; influenzare: a. su qcn., attraverso di lui ha agito sul direttore; funzionare: il meccanismo non agisce bene
3 BU recitare; dare rappresentazioni
4 TS dir., fare, muovere causa

giovedì 22 febbraio 2007

Svegliatevi bambine...

Ci sono posti in cui non credi di poter arrivare. Spesso sono dietro l'angolo, vicino, a pochi chilometri da casa. Uno di questi si chiama Montefosca.
Qui in mezzo a lingue miste, slovene, friulane, italiane ho visto i Blumari. Saltavano e correvano con i loro campanacci sulla schiena. Vestiti di bianco, legati da una fune, armati di bastone, indossavano alti copricapi di fieno intrecciato ornato di nastri di carta colorata.
Lo facevano per risvegliare la terra, per chiamare la primavera.



A Montefosca, a carnevale, ci si arriva se ci si vuole svegliare.

giovedì 15 febbraio 2007

Educatore in scadenza


ho guardato per tutta la sera le foto del mio vecchio lavoro. Sono foto di bambini felici che mi facevano felice. Far l'educatore è un lavoro incredibile: ti spreme come un limone, ti pagano una miseria, hai orari del cavolo, non hai mai un contratto decente, si invecchia presto. A 38 anni sei un cadavere, se hai lavorato 10 anni a far l'educatore, sei un vecchio con la motivazione a zero e la convinzione che, se avessi fatto come diceva la mamma, ora staresti a scaldare una sedia in qualche ufficio invece di romperti i cojoni con 50 mostri minorenni per volta...
Eppure mi manca, mi mancano gli adolescenti stronzi che cercano di coglierti in castagna, i bambini che dopo che li hai sgridati, e ci stai male, ti chiedono scusa. Mi mancano le urla che non sopporti per il folle volume, la voce che non c'è più per giorni e le gambe che non ti tengono.
Non tornerei indietro neanche se mi assumessero... Per me, come per migliaia di altri coetanei, è una frase ipotetica, neanche una speranza, una cosa che a qualcuno succede ma nessuno si capacità perchè.

Non faccio più l'educatore, ma son contento di averlo fatto e di aver smesso in tempo.

lunedì 12 febbraio 2007

DICO l'ultima e poi basta...

son passati appena quattro giorni dalla pubblicazione del DDL sulle convivenze che già il peggio del bigottitismo, servilismo, clericalismo, intolleranza, grettezza, illiberalità, banalità, ipocrisia, incoerenza, idiozia, omofobia è venuto fuori.
In tutto questo il buon pastore tedesco (il nostro amato Benedetto XVI) ha umiliato ancora una volta il nostro Stato.
Ha detto tutto ciò che il capo spirituale di una chiesa, quella cattolica, tradizionalista e totalizzante doveva dire. Ha detto quello che ogni buon cattolico in cuor suo dovrebbe pensare: che i froci sono malati, che l'amore fuori del matrimonio è un peccato mortale, che la famiglia è sacra e inviolabile. Ha fatto quello che un vero papa della Chiesa Apostolica Romana doveva dire: la legge di Dio è superiore a qualsiasi legge umana.
Io sono completamente d'accordo con il Papa, i cattolici devono pensarla così, e per fortuna, aggiungo, non sono cattolico.
Il problema, lo ribadisco, non è che il papa faccia il papa, è che i politici facciano i suoi servitori, che i giornalisti il suo ufficio stampa, in poche parole che lo Stato non faccia lo Stato.
Bisognerebbe applaudire alla coerenza del papa, seguirne l'esempio e rispettare il senso profondo dello stato, fare come lui: comportarsi da Stato e non da servo della chiesa.
Che lo Stato faccia lo Stato e dia uguali diritti a tutti i cittadini, cattolici e non cattolici. Nel frattempo i cattolici siano cattolici...
A partire dal divorziato Berlusconi e dal divorziato Casini, dal divorziato Bossi e dal divorziato Calderoli, per iniziare.

domenica 11 febbraio 2007

Ipocrisia

che Berlusconi sia un campione di liberismo lo sappiamo tutti, che la sua casa si chiami delle Libertà lo ripete ogni piè sospinto, che la sua vita sia un fulgido esempio di coerenza... COERENZA?
Oggi il cittadino Berlusconi ha tuonato contro i DICO. Lo ha fatto da par suo: senza dubbi e certo della sua onniscenza e limpidezza.
Daltronde chi meglio di lui può parlare di famiglia?
Perchè Berlusconi ci tiene talmente tanto alla famiglia da averne costruite ben due. La prima, quella di Piersilvio e Marina l'ha costruita con dovizia e attenzione. Fornendo il ferreo dettato della unicità familiare. Infatti gli è bastato andare a teatro per passare un bel po' di tempo a costruirsene un'altra in contemporanea. Usufruendo di una legge spacca famiglie (un po' come i DICO per capirsi) ha divorziato e subito dopo ecco pronta la seconda unica, sacra e inviolabile famiglia. Anche in questa per trasmette i sacri valori si è riprodotto, alcune volte.
I figli hanno assunto a tal punto i buoni consigli che Marina memore dell'esempio paterno, si è ben guardata dallo sposarsi e convive, more uxorio, da anni. Anni in cui ha anche concepito e dato alla luce un figlio fuori dal matrimonio, figlio naturale e non leggittimo si sarebbe detto prima che qualcuno pensasse a cambiare questa simpatica definizione.
Piersilvio invece si è fidanzato con una pulzella televisiva, anche se i maligni dicono che sia un fidanzamento di comodo, e non per la pulzella. Ma son maligni.
Anche la figlioletta più pimpante, Barbara, si distingue per obbedienza. Vive sola, non accompagnata da leggitimo marito, ma apparentemente in grado di avere relazioni extra coniugali. Si sà è ancora giovane.
Una cosa è certa in casa chi porta i pantaloni è lui. Li porta talmente bene da volerli mostrare a signorine televisive, con galanteria si intende, a cui, se il matrimonio non fosse cosa sacra, mostrerebbe ben altre galanterie.
Veronica, moglie devota, ha taciuto nel rispetto del Lars Familiaris affidando alla penna il suo segreto sconforto. Solo un madestro servitore ha inviato tali segreti alla malvagia stampa sovversiva. Così almeno la storia avrebbe dovuto essere.

Il matrimonio in casa Berlusconi è una cosa seria, DICO io.

sabato 10 febbraio 2007

ma DICO io...

Mi chiedo e mi domando come si faccia a chiamare una pratica burocratica DICO. Potevano chiamarla con un bel burocratico: Certificato di convivenza per cittadini italiani con diritti parziali non omologabili ai cittadini rispettosi dello religione di stato della Santa Romana Chiesa, che con un simpatico acronimo si potrebbe chiamare C.C.C.I.D.P.N.O.C.R.R.S.S.R.C. di molta più facile lettura e intellegibilità.
Mi chiedo: c'era bisogno di spendere mesi di lavoro per assicure alcuni diritti individuali già sanciti dalla constituzione del tipo: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Si perchè a sentire questo governo la costituzione è inviolabile, tranne poi dover costringere alcuni milioni di essi a mandarsi delle lettere, delle raccomandate con ricevuta di ritorno, con scritto che vivono nella stessa casa... contestualmente naturalmente, e siamo solo all'articolo 1.
La prima riga di questo prodotto di menti sopraffine recita la sua iniziale intolleranza:
Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso... Due persone? e perchè due persone dovrebbero essere diverse da tre, o mille o... una? Perchè i diritti individuali si assicurano solo a multipli e non a singoli? e poi dello stesso sesso? quindi cosa io faccia del mio pene è un discrimine per ottenere qualcosa? non mi pare che la costituzione dica questo.
Ma già li sento: la costituzione non si può usare a piacere! La costituzione dice che la famiglia è sacra! Gnurant!
Per non cadere in errore cito: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
I chi li vuole negare i diritti alla famiglia, se uno sceglie questo status. Io no di certo. Ma se uno sceglie un'altro status perchè non ha gli stessi diritti?
E che i rapporti del matrimonio siano stabiliti dalla legge mi può anche andar bene se decido di sposarmi.
Ma se decido di non farlo questo perchè annulla l'articolo della costituzione che dice che siamo tutti uguali?
Sarò un po' tordo io ma mi sembra incomprensibile che la costituzione si contraddica in modo così palese.
Sembreranno bizantinismi ma i pericolosissimi diritti che il DICO si pregia di normare sono diritti che riguardano l'individuo, non la coppia. Si tratta di avere il diritto di scegliere a chi la mia pensione (la mia pensione non quella del mio vicino) vada in caso di morte, del diritto di farmi visitare dalla persone che ritengo parte della mia vita, se sono in ospedale, o del mio diritto di chiedere un permesso per aiutare chi mi stato vicino una vita, senza dover mentire, per ottenere ciò che il mio vicino di scrivania ottiene perchè sposato. Per non parlare del mio diritto a continuare a vivere a casa mia, o per avere una casa in due ci si deve solo sposare, di poter ereditare o lasciare ciò che ho costruito, non da solo, nella mia vita. Trovo persino ridicolo e ridondante che vengano assicurati i diritti di mobilità nel lavoro... Non c'era bisogno di questa legge per rendermi un lavoratore flessibile.
Per non parlare dei fantomatici 9 anni o 5. E se una persone è sfortunella? e se si mette a convivere e poi muore prima dei nove anni? Dirà il legislatore con un francesismo: Bella sfiga!
D'altronde se il matrimonio è eterno (anche se dura un minuto) il DICO è peggio di una condanna a morte: si spera sempre in un rinvio dell'ultimo momento.

Pescara d'inverno