Buongiorno a tutti,
è finalmente giunta la notizia che tutti noi aspettavamo:Lorenzo è libero!
Lo Sceicco del Dubai ha all’ultimo aggiunto il nome di Lorenzo alla lista di persone recluse a cui ha concesso la sua Grazia. Al momento Lorenzo è ancora in carcere e ci rimarrà ancora per qualche giorno, per assolvere a questioni burocratiche e formali che riguardano il provvedimento di espulsione. Ma ormai è questione di pochi giorni e rivedremo Lorenzo fra noi.
Vi terremo informati su questo sito sugli sviluppi e le modalità del rilascio.
Ringraziamo tutti. Col cuore in mano. Gli amici, i conoscenti, tutti quelli che hanno dato il loro apporto, supporto, senza mai smettere di crederci e sperare.
Un ringraziamento particolare va alle cariche istituzionali che ci hanno aiutato, i politici, il Consolato italiano a Dubai, che non ha mai fatto mancare il suo conforto e soprattutto lo Sceicco del Dubai, che ha ascoltato le nostre preghiere.
Un grazie soprattutto a chi ha firmato la petizione, a chi ha versato dei soldi sul conto corrente per Lorenzo, agli artisti che hanno cantato al concerto, a chi ci ha confortato sul blog e a chi solo per pochi istanti si è interessato alla vicenda e ha pregato in cuor suo che si risolvesse nel migliore dei modi.
Ecco, grazie a tutti quanti voi, il migliore dei modi è arrivato.
Miranda, Paula, Arianna e Marco.
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giovedì 31 maggio 2007
lunedì 16 aprile 2007
Lorenzo Bassano è in carcere
Lorenzo Bassano è un italiano in carcere a Dubai. Ha violato la legge locale per essere stato trovato in possesso di o.8 grammi di hashisc. Rischia 4 anni di carcere. Lorenzo Bassano è gravemente malato. Ha una figlia.
o.8 grammi son il peso della colpa.
E a Dubai non è un peso leggero.

o.8 grammi son il peso della colpa.
E a Dubai non è un peso leggero.

mercoledì 21 marzo 2007
Decriminalizzare?
il nostro mondo è vecchio. Ragiona da vecchio. Il giornale Indipendent ha cambiato idea. Sono passati dieci anni da quando il Regno Unito si era dimostrato all'avanguardia nella lotta contro il proibizionismo. Oggi cambia idea. Lo fa con il pragmatismo che gli è proprio. Dice, e lo dice Lancet, che la canapa di oggi è potente ben 25 volte di più rispetto a 10 anni fa. Se lo dice il Lancet non vedo come contrastarlo.
Questo a casa mia si chiama proibizionismo.
Ho sempre pensato che il fuoco dell'antiproibizionismo non fosse la sostanza ma il consumatore. Ho sempre creduto che un adulto avesse tutto il diritto di drogarsi, conoscendo rischi e vantaggi del suo comportamento. Di cosa uno si faccia è per me un problema secondario, ciò che mi importa è che facendolo non rompa i cojoni a me.
Scusate il cinismo ma di pietà ne ho le palle piene. Se uno vuole disfarsi di alcool, di eroina, di skunk , di cocaina, di lsd fino a perdere il controllo di se... sono un po' cavoli suoi. Credo che un adulto abbia diritto a scegliere la propria vita, il proprio comportamento, il proprio vizio.
Purtroppo gli Stati credono, e fanno di tutto perché questo avvenga, che i cittadini siano minus abens, idioti e incapaci. Un po' lo credo anch'io ma, visto che sono democratico, ritengo che un idiota abbia il diritto di esserlo e che se preferisce disfarsi della propria coscienza inebetendosi di eroina siano un suo problema, non uno mio.
Avevo sperato che la perfida Albione fosse sinceramente democratica e lasciasse che i suoi sudditi decidessero in modo libero e autonomo. Purtroppo non è così, almeno sembra.
Conosco e lavoro nel settore delle dipendenze, so che un tossico è un problema sociale, so che la prevenzione alle dipendenze passa attraverso il lavoro di strada, il coinvolgimento, la promozione di stili di vita positivi... lo so. Ma questo non ha nulla a che vedere con le sostanze. Questo a che vedere con la qualità della vita, con le politiche sociali, con l'educazione, con la coscienza civile.
Mi chiedo se uno Stato fa di tutto per rendere i suoi sudditi addicted della televisione, se fa di tutto perché rimangano a casa per paura dei negri, se li imbottisce di medicine legali per farli stare tranquilli, se abbandona la scuola al degrado totale, se dimentica che il lavoro di strada è utile e non solo uno spreco di soldi... cosa spera di ottenere? Cittadini coscienti o potenziali rincoglioniti?
Ma è più facile pensare alle sostanze, calcolare al milligrammo il principio attivo, rinchiudere i consumatori nei lager che lavorare dal basso, fare, come si diceva una volta, lavoro politico, cittadinanza attiva...
Ma questi sono sociologismi è meglio fare le schedine con tutte le sostanze...
Spero che gli amati cinici britannici cambino idea.
Questo a casa mia si chiama proibizionismo.
Ho sempre pensato che il fuoco dell'antiproibizionismo non fosse la sostanza ma il consumatore. Ho sempre creduto che un adulto avesse tutto il diritto di drogarsi, conoscendo rischi e vantaggi del suo comportamento. Di cosa uno si faccia è per me un problema secondario, ciò che mi importa è che facendolo non rompa i cojoni a me.
Scusate il cinismo ma di pietà ne ho le palle piene. Se uno vuole disfarsi di alcool, di eroina, di skunk , di cocaina, di lsd fino a perdere il controllo di se... sono un po' cavoli suoi. Credo che un adulto abbia diritto a scegliere la propria vita, il proprio comportamento, il proprio vizio.
Purtroppo gli Stati credono, e fanno di tutto perché questo avvenga, che i cittadini siano minus abens, idioti e incapaci. Un po' lo credo anch'io ma, visto che sono democratico, ritengo che un idiota abbia il diritto di esserlo e che se preferisce disfarsi della propria coscienza inebetendosi di eroina siano un suo problema, non uno mio.
Avevo sperato che la perfida Albione fosse sinceramente democratica e lasciasse che i suoi sudditi decidessero in modo libero e autonomo. Purtroppo non è così, almeno sembra.
Conosco e lavoro nel settore delle dipendenze, so che un tossico è un problema sociale, so che la prevenzione alle dipendenze passa attraverso il lavoro di strada, il coinvolgimento, la promozione di stili di vita positivi... lo so. Ma questo non ha nulla a che vedere con le sostanze. Questo a che vedere con la qualità della vita, con le politiche sociali, con l'educazione, con la coscienza civile.
Mi chiedo se uno Stato fa di tutto per rendere i suoi sudditi addicted della televisione, se fa di tutto perché rimangano a casa per paura dei negri, se li imbottisce di medicine legali per farli stare tranquilli, se abbandona la scuola al degrado totale, se dimentica che il lavoro di strada è utile e non solo uno spreco di soldi... cosa spera di ottenere? Cittadini coscienti o potenziali rincoglioniti?
Ma è più facile pensare alle sostanze, calcolare al milligrammo il principio attivo, rinchiudere i consumatori nei lager che lavorare dal basso, fare, come si diceva una volta, lavoro politico, cittadinanza attiva...
Ma questi sono sociologismi è meglio fare le schedine con tutte le sostanze...
Spero che gli amati cinici britannici cambino idea.
domenica 21 gennaio 2007
Legalizzare/liberalizzare
la questione legalizzazione/liberalizzazione è uno di quei topos dell’antiproibizionismo che continuiamo a trascinarci da molti anni. Sull’argomento regna sempre una notevole confusione.
Il binomio liberismo/mercato è sempre accompagnato nel dibattito dall’altro Mercato/assenza di regole.
Il secondo binomio è concettualmente errato. Il mercato o meglio l’economia di mercato ha invece regole chiare e precise, che nulla hanno a che fare con il berlusconismo o con il capitalismo italiano in genere. Il mercato italiano (ma purtroppo sempre più quello mondiale) è un mercato più vicino al comunismo che al liberalismo. E’ un economia monopolista e statalista, proprio quello che il liberismo vieta nella sue basilari regole.
Venendo alla questione Canapa legalizzare significa passare il controllo del commercio della canapa allo stato che ne detterebbe le regole secondo concetti di "convenienza sociale" e non certo secondo le regole della libera concorrenza proprie del mercato.
Liberalizzare significa affidare alla domanda e all’offerta il controllo della circolazione della merce.
Per capirci il mercato illegale attuale è viziato proprio dallo stato che con la proibizione pone un forte vincolo all’offerta della sostanza che subisce un immenso aumento di prezzo per sopperire ai rischi di un impresa criminale.
Questo non solo non limita la domanda che rimane legata a fattori di consumo indipendenti dall’offerta (il gusto del proibito, la richiesta di svago...), ma alza il prezzo in modo ingiustificato.
Dire che il mercato permetterebbe alla popolazione un’uso indiscriminato della canapa e falso, se fosse così l’alcool sarebbe fonte sicura di alcoolismo.
I minorenni che desiderano comprare sostanze continueranno a farlo sia con il mercato libero, sia con il proibizionismo sia con la legalizzazione... Nel caso della proibizione e della legalizzazione si procurerebbero la merce potenzialmente sul mercato illegale (quindi controllato dallo stato). Il mercato
legale (anch’esso controllato dallo stato) vieterebbe comunque l’accesso alla merce ai minorenni, lasciandoli nell’illegalità.
Il mercato non può impedire la libera scelta del consumatore, così come non ci riesce lo stato, ma permette di controllare in modo ferreo la transazione e stabilire regole di "convenienza sociale" che limitino lo l’accesso alle sostanze.
I consumatori (ricordate che non esiste mercato senza consumo) sono conservatori e tendono ad impedire l’accesso a sostanze da adulti ai propri figli. L’alcool è vietato ai minorenni, o almeno il suo acquisto e consumo da parte di minori è deprecato dalla maggior parte degli adulti. Questo non impedisce il consumo di alcoolici fra i giovani ma effettua sullo stesso un efficace e capillare controllo sociale (molto più efficente di quello statale sulle droge illegali).
Le esperienze di libero accesso all’eroina insegnano che il risultato che si ottiene è la completa mappatura dei tossicodipendenti e il loro inserimento e integrazione.
La liberalizzazione è il metodo più vicino alla libertà individuale (anche quella di usare e abusare del proprio corpo come meglio si creda), la legalizzazione è una forma di controllo statale della sostanza e un’obbligo di utilizzare il proprio corpo come la legge impone.
Il binomio liberismo/mercato è sempre accompagnato nel dibattito dall’altro Mercato/assenza di regole.
Il secondo binomio è concettualmente errato. Il mercato o meglio l’economia di mercato ha invece regole chiare e precise, che nulla hanno a che fare con il berlusconismo o con il capitalismo italiano in genere. Il mercato italiano (ma purtroppo sempre più quello mondiale) è un mercato più vicino al comunismo che al liberalismo. E’ un economia monopolista e statalista, proprio quello che il liberismo vieta nella sue basilari regole.
Venendo alla questione Canapa legalizzare significa passare il controllo del commercio della canapa allo stato che ne detterebbe le regole secondo concetti di "convenienza sociale" e non certo secondo le regole della libera concorrenza proprie del mercato.
Liberalizzare significa affidare alla domanda e all’offerta il controllo della circolazione della merce.
Per capirci il mercato illegale attuale è viziato proprio dallo stato che con la proibizione pone un forte vincolo all’offerta della sostanza che subisce un immenso aumento di prezzo per sopperire ai rischi di un impresa criminale.
Questo non solo non limita la domanda che rimane legata a fattori di consumo indipendenti dall’offerta (il gusto del proibito, la richiesta di svago...), ma alza il prezzo in modo ingiustificato.
Dire che il mercato permetterebbe alla popolazione un’uso indiscriminato della canapa e falso, se fosse così l’alcool sarebbe fonte sicura di alcoolismo.
I minorenni che desiderano comprare sostanze continueranno a farlo sia con il mercato libero, sia con il proibizionismo sia con la legalizzazione... Nel caso della proibizione e della legalizzazione si procurerebbero la merce potenzialmente sul mercato illegale (quindi controllato dallo stato). Il mercato
legale (anch’esso controllato dallo stato) vieterebbe comunque l’accesso alla merce ai minorenni, lasciandoli nell’illegalità.
Il mercato non può impedire la libera scelta del consumatore, così come non ci riesce lo stato, ma permette di controllare in modo ferreo la transazione e stabilire regole di "convenienza sociale" che limitino lo l’accesso alle sostanze.
I consumatori (ricordate che non esiste mercato senza consumo) sono conservatori e tendono ad impedire l’accesso a sostanze da adulti ai propri figli. L’alcool è vietato ai minorenni, o almeno il suo acquisto e consumo da parte di minori è deprecato dalla maggior parte degli adulti. Questo non impedisce il consumo di alcoolici fra i giovani ma effettua sullo stesso un efficace e capillare controllo sociale (molto più efficente di quello statale sulle droge illegali).
Le esperienze di libero accesso all’eroina insegnano che il risultato che si ottiene è la completa mappatura dei tossicodipendenti e il loro inserimento e integrazione.
La liberalizzazione è il metodo più vicino alla libertà individuale (anche quella di usare e abusare del proprio corpo come meglio si creda), la legalizzazione è una forma di controllo statale della sostanza e un’obbligo di utilizzare il proprio corpo come la legge impone.
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