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domenica 21 gennaio 2007

Legalizzare/liberalizzare

la questione legalizzazione/liberalizzazione è uno di quei topos dell’antiproibizionismo che continuiamo a trascinarci da molti anni. Sull’argomento regna sempre una notevole confusione.
Il binomio liberismo/mercato è sempre accompagnato nel dibattito dall’altro Mercato/assenza di regole.
Il secondo binomio è concettualmente errato. Il mercato o meglio l’economia di mercato ha invece regole chiare e precise, che nulla hanno a che fare con il berlusconismo o con il capitalismo italiano in genere. Il mercato italiano (ma purtroppo sempre più quello mondiale) è un mercato più vicino al comunismo che al liberalismo. E’ un economia monopolista e statalista, proprio quello che il liberismo vieta nella sue basilari regole.
Venendo alla questione Canapa legalizzare significa passare il controllo del commercio della canapa allo stato che ne detterebbe le regole secondo concetti di "convenienza sociale" e non certo secondo le regole della libera concorrenza proprie del mercato.
Liberalizzare significa affidare alla domanda e all’offerta il controllo della circolazione della merce.
Per capirci il mercato illegale attuale è viziato proprio dallo stato che con la proibizione pone un forte vincolo all’offerta della sostanza che subisce un immenso aumento di prezzo per sopperire ai rischi di un impresa criminale.
Questo non solo non limita la domanda che rimane legata a fattori di consumo indipendenti dall’offerta (il gusto del proibito, la richiesta di svago...), ma alza il prezzo in modo ingiustificato.
Dire che il mercato permetterebbe alla popolazione un’uso indiscriminato della canapa e falso, se fosse così l’alcool sarebbe fonte sicura di alcoolismo.
I minorenni che desiderano comprare sostanze continueranno a farlo sia con il mercato libero, sia con il proibizionismo sia con la legalizzazione... Nel caso della proibizione e della legalizzazione si procurerebbero la merce potenzialmente sul mercato illegale (quindi controllato dallo stato). Il mercato
legale (anch’esso controllato dallo stato) vieterebbe comunque l’accesso alla merce ai minorenni, lasciandoli nell’illegalità.
Il mercato non può impedire la libera scelta del consumatore, così come non ci riesce lo stato, ma permette di controllare in modo ferreo la transazione e stabilire regole di "convenienza sociale" che limitino lo l’accesso alle sostanze.
I consumatori (ricordate che non esiste mercato senza consumo) sono conservatori e tendono ad impedire l’accesso a sostanze da adulti ai propri figli. L’alcool è vietato ai minorenni, o almeno il suo acquisto e consumo da parte di minori è deprecato dalla maggior parte degli adulti. Questo non impedisce il consumo di alcoolici fra i giovani ma effettua sullo stesso un efficace e capillare controllo sociale (molto più efficente di quello statale sulle droge illegali).
Le esperienze di libero accesso all’eroina insegnano che il risultato che si ottiene è la completa mappatura dei tossicodipendenti e il loro inserimento e integrazione.
La liberalizzazione è il metodo più vicino alla libertà individuale (anche quella di usare e abusare del proprio corpo come meglio si creda), la legalizzazione è una forma di controllo statale della sostanza e un’obbligo di utilizzare il proprio corpo come la legge impone.

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