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domenica 21 gennaio 2007

Il Ponte di Messina

Le grandi opere non sono di per se sbagliate, sono anzi sacrosante se portano innovazione, progresso, indipendenza economica. Senza sforzi colossali come la costruzione delle grandi linee di comuncazione oggi probabilmente non avremmo la possibilità di muoverci, di conoscere...
Eppure il ponte di messina non corrisponde a questo. Lo dico da isolano, l’altra isola vabbè, che per raggiungere la propria terra impiegava 24 ore... si partiva alle 8 di mattina e si arrivava alle 9 del giorno dopo. Questo accadeva non molti anni fa, accadeva non più di dieci anni fa. Certo si poteva scegliere l’aereo ma costava troppo (andare in sardegna è costato per anni più che andare a londra o parigi... il tutto prima delle low cost) con la cifra che avrei speso per un volo di linea alloggiavo (cosa che ho fatto) per una settimana in provenza, raggiungibile in macchina con un terzo delle ore previste per andare in patria.
Oggi le cose sono cambiate non certo per volontà del governo o per la costruzione di immense opere di collegamento, ma grazie alla nascita delle linee (marittime prima e aere dopo) private a basso costo che pur di accapparrarsi turisti (ma anche sardi che pensate) hanno abbassato i costi, aumentato le corse, i collegamenti e diminuito le ore di viaggio. Oggi se ho fretta parto da casa alle 8 di mattina e sono in sardegna alle 11 (compresi spostamenti per raggiungere l’aereoporto) e spendo quanto avrei speso di autostrada per raggiungere il primo vecchio aereoporto con aerei "di linea".
Insomma a chi serve il ponte che fra 10 anni sarà finito (e con i tempi italici sarebbe già un successo) che bloccherà per anni le attività turistiche e logistiche della zona interessata dai lavori, che assorbirà tutte le risorse finanziarie disponibili per le infrastrutture della calabria e della sicilia. Farà aumentare il turismo? ma quale turismo? quello delle auto in coda per un buco su spiagge ultraaffollate, quello dei camper pieni generi alimentari che non spendono un centesimo nei ristoranti della zona, quello dei vacanzieri "una settimana tutto pagato in villaggio"... sarà ancora conveniente un turismo di massa (non me ne voglia quel cazzone di tremonti venditore di spiagge non sue) in sicilia, in calabria, in sardegna, in puglia, in campania, in romagna quando andare ai caraibi, alle maldive, a sharm, a goa o dove minchia vi pare costerà come un pieno di benzina. Già oggi andare alle maldive o a Sharm costa assai meno che andare in un pari grado villaggio italiano. Si dirà ma l’italia è più bella! E chi se ne frega! Questi vogliono andare al mare, lumare gli animatori e trombare un/a locale disponibile... Io credo che nessuna delle tre prerogative sia esclusiva dell’italia e sopratutto l’ultima tende ad essere poco praticabile.
Insomma prima di rovinare definitivamente le nostre regioni con mastodonti in cemento sarebbe il caso di pensare al futuro e alla salvaguardia di ciò che abbiamo.
Lo sviluppo della sicilia è al sud e non certo al nord, guarda l’africa non certo la marcescente economia nordeuropea. Se proprio si deve fare un ponte (metaforico) colleghiamo la sicilia al resto del mediterraneo spostiamo l’eurocentro da nord a sud, da francoforte a Catania...
Il ponte è un opera coloniale di un’italia al collasso e che spera di continuare a tenere legato al sottosviluppo le regioni meridionali che altrimenti farebbero terribile concorrenza a lombardia, veneto e via dicendo. Non a caso la lega e berlusconi, pur di far star zitti i terroni, gli hanno riconcesso l’elemosina chiamata "cassa del mezzogiorno" e gli costruiscono un’altra bella cattedrale nel deserto, dopo gela, ottana, pozzuoli, melfi...
Spero che dopo anni di sottosviluppo economico e di sottomissione imprenditoriale il sud comprenda che il destino è nelle sue mani (a partire dalle urne) e non in quelle dei costruttori di ponti.

Conosco le differenze fra sardegna e sicilia. So anche la differenza fra viaggiare 2 ore in macchina e 10 sulla salernoreggiocalabria.
Questo è uno dei motivi per cui non userei un centesimo per costruire un ponte inutile. Il sistema viario meridionale è stato costruito per limitare lo sviluppo del sud, per spostare su gomma e su strade pessime tutto il potenziale produttivo siculo e calabro. Perchè? perchè è assai più facile elargire finanziamenti a pioggia e costruire fabbriche inutili che potenziare l’imprenditorialità locale. Che senso ha pensare al trasporto della produzione agroalimentare su gomma per la spedizione alle industrie conserviere emiliane (dove pensate che facciano i succhi di frutta, i pelati, le conserve, le scatolette varie)? Meglio accedere ai fondi europei per distruggere tonnellate su tonnellate di pomodori, arance e via dicendo... è andato così per decenni. Se gli stessi fondi li avessero (un tot al chilo) usati per sistemare le strade, per potenziare la ferrovia (ad un binario solo spesso e volentieri) per potenziare la navigazione marittima sotto costa, per il trasporto aereo di prodotti ad alta qualità non sarebbe stato meglio?
Da quanti anni vedete in giro negozi di specialità meridionali al nord? 5, 10 anni? e gli altri 30 anni dove son finiti? Non esisteva il vino siciliano, le conserve pugliesi, l’olio calabrese... chi lo beveva? Oggi è facile, con i rubinetti europei chiusi, sostenere "l’imprenditoria meridionale di qualità" ma per 50 anni gli stessi che oggi vogliono il ponte per "aumentare la capacità di trasporto delle merci siciliane" facevano arrivare i soldi per distruggere aranceti, e al loro posto costruire "fabbriche e autostrade".
Infine torno al turismo e a quel cazzone di Tremonti. Io odio le spiagge in concessione. Odio dover camminare per ore per trovare un buco dove mettere il mio asciugamano, non sopporto le file di ombrelloni. Mi si dirà che questo porta soldi... sarà anche vero ma nel resto del mondo non è così. Copacabana è una spiaggia libera, così le spiagge della florida e della california, dellle hawai e dell’australia... non mi sembrano dei poveracci incapaci di gestire il turismo. Sono belle piene di obrelloni in fila le spiagge dei villaggi turistici... ma quelli li potresti fare anche sulla luna (leggetevi il neuromante) e sarebbe lo stesso... d’altronde a dubai stanno costruendo un isola a forma di palma per metterci i turisti!
Se il buon Tremonti (che magari in vacanza però ci va nello yacht di berlusca a smerdare di cherosene l’isola di budelli) pensasse a incentivare l’albergo diffuso, a controllare la qualità dei servizi offerti nei paesi costieri (farmacie, poste, musei, ristoranti, strade comunali, illuminazione decorosa, manifestazioni culturali, guardia medica, servizi antincendio, vigilanza notturna, bagnini preparati, affitto biciclette, mezzi pubblici efficenti...) forse la gente invece di andare a sharm andrebbe da un altra parte e ci tornerebbe, magari fuori stagione, con calma d’inverno, per un fine settimana in aereo e non per 15 giorni ad agosto con la macchina carica di vettovaglie per non rischiare di essere fregati in ogni market che si incontra, magari invece che code di 10 ore per un imbarco si potrebbe avere un flusso che dura 10 mesi e che porta lavoro e soldi tutto l’anno e non dal 15 luglio al 15 agosto, in cui la "mission" aziendale è: spenna il turista finchè puoi che poi ci devi vivere 10 mesi con quei soldi.
Per fortuna non tutti pensano come Tremonti e credono che il bene primario per lo sviluppo del sud non sia lo sfruttamento intensivo ma la conservazione e la valorizzazione del territorio dei suoi giacimenti culturali, naturali, ambientali, gastronomici, altro che concessioni... ci vogliono guide turistiche rispettose e preparate, ci vogliono giovani che ai maluducati che buttano la monnezza in spiagga li denuncino, che ai gommonauti che accendono il motore a tre centimetri dalla mia faccia gli sequestrino il mezzo. Altro che valtur!

Le arance arrivavano dalla spagna (il cui sistema di trasporti non era certo all’avanguardia) solo perchè noi eravamo troppo preoccupati a distruggere arance per tenere il prezzo alto e nello stesso tempo beccare i fondi europei. Le strade per far giungere i prodotti dalla spagna (ma oggi dal cile, dal sud africa, dall’australia) c’erano e ci sono, così come c’erano e ci sono anche oggi per la sicilia. Il problema è che era ed è più conveniente l’elemosina statale. Lo stato sono i governi regionali che per decenni i siciliani hanno votato e tollerato, più assicuravano sovvenzioni meglio era. Non mi interessa ora fare un’accusa all’elettorato (oggi siamo ancora in mano a un napoleone di arcore per colpa nostra, di elettori) ma non mi piacciono i piagnistei noi/loro. Quelle famiglie che si dice "salvate dai fondi" sono state ancorate a decenni di sottosviluppo a logiche di iperproduzione da distruggere, allontanati dai circuti virtuosi di qualità per sopravvivere con un tot al chilo. Conosco cosa significa vivere di terra e ricordo nitidamente frutteti strabilianti distrutti perchè quell’anno la cee pagava bene la distruzione dei mandorli piuttosto che la vite. La soluzione non era (ed oggi lo si capisce) tanto e in massa ma poco e ben fatto. La soluzione non era distruggere frutteti o frutta ma trasformare la produzione in prodotti di ottima qualità e di bassa redditività, e quindi di alto costo. Questo è quello che per primo viticultura e olivocultura stanno facendo proprio in sicilia.
si dice che 30 anni fa la scolarizzazione era bassa, ma ricordo che la sicilia ha uno dei tassi più alti di laureati, che il pubblico impiego (che aveva bisogno di laureati) ha fatto man bassa di siciliani e che le regioni dove la scolarità è bassa e l’accesso al lavoro inizia dopo la terza media sono le regioni del nordest (qui si che c’è il problema di mancanza di laureati o meglio c’era). Se si guardano le quantità di imprenditori di origine meridionale e di manager d’azienda la visione potrebbe cambiare. Comunque non servono corsi di marketing ma coscienza politica e volontà di cambiamento. E a me sembra che questa ci sia, nonostante tutto. Infine le fabbriche... Se sono aperte è solo per calcoli elettorali e non certo economici, quando cambierà il vento, le fabbriche chiuderanno e vi regaleranno un altro po’ di lavori socialmente utili. Elemosina, sempre elemosina è.
Dico queste cose e mi accaloro perchè non sopporto la prepotenza di chi illude una regione, di chi accampa scuse per la sua incapacità politica. Siate fieri di essere siciliani e non ascoltate le sirene del ponte o di qualsiasi altra inutile cattedrale.

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