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domenica 21 gennaio 2007

...e si fanno chiamare non-violenti

La nonviolenza è una cosa seria.
Metterla in mano a dei violenti, reazionari e ortodossi è estremamente pericoloso.
Io alla manifestazione di sabato 21/03/04 non solo non ci sono andato, ma non ne condivido nemmeno le motivazioni.
Eppure c’è una cosa che realmente mi fa girare le palle: spacciare una manifestazione di violenti (organizzata da violenti e con parole d’ordine estremamente violente) per una manifestazione "pacifista" e "non Violenta" e di "disobbedienza Civile".
Non so cosa Caruso, Agnoletto, Casarini e compagnia danzante intendano con queste tre parole, ma sicuramente nulla di quello che esse significano.

Che Fassino sia stato aggredito mi tange assai poco, come non condivido la posizione degli organizzatori non condivido nemmeno quella dei DS. Sinceramente le trovo entrambe di infimo profilo politico.
La cosa che mi disturba è la protervia con cui tre nobilissimi scopi e ideali (il pacifismo, la non violenza e la disobbedienza vengano infangati da residui bellici dell’autonomia 77 e della sottocultura (e non intendo cultura underground, ma proprio cultura di livello zero) politica italiana.
L’italia è il paese del riciclo, non di quello ambientale, ma di quello politico.
Un venditore di aspirapolveri si ricicla come liberale, un comunista come socialdemocratico, un autonomo come "disobbediente", uno scuot marxista come "No global", e poi ciellini diventati santi pacifisti, le Acli (quelle che muovono miliardi di Euro in tutto il mondo) no profit... Siamo indubbiamente il paese del riciclo.

No. Non mi piace per nulla. Vedere delle manifestazioni pacifiste che inneggiano alla violenza non mi piace.
Lo dico perchè credo nella non violenza come estremo mezzo di persuasione politica, lo dico perchè credo nella pace come alternativa politica all’azione bellica...
e poi leggo di "pacifisti" che appoggiano la guerra di resistenza degli iracheni (il che può anche essere condivisibile ma certo non è pacifista appoggiare una guerra), dei "disobbedienti" che si rifiutano di farsi arrestare e pestano i polizziotti (anche questa è una scelta ma nulla ha a che fare con la disobbedienza civile), infine di non violenti che lanciano bottiglie e tirano sprangate (invece di riceverle attivamente come faceva il buon gandhi che tutto era tranne che un uomo passivo).

Insomma se questi vogliono essere "pacifisti, non violenti, disobbedienti" forse è il caso che ripassino le basi... altrimenti onestamente si tornino a chiamare con il loro nome: violenti, reazionari e ortodossi.

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