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domenica 21 gennaio 2007

Madrid/New YorK/Bagdad...

Madrid/New YorK/Bagdad... io non trovo differenze... la morte è sempre morte.
Non sono convinto che ci sia differenza sostanziale fra i morti civili di una o dell’altra parte.
Ciò che trovo insopportabile di tutto ciò, del "terrorismo" come della "guerra inteliggente", è l’ipocrisia di chi non comprende, o non vuol comprenderre, il valore politico delle azioni che coinvolgono i civili.
Ritengo, e ho fin dall’inizio ritenuto, la guerra in Iraq necessaria azione politica per eliminare un dittatore (ma questo non significa che sia felice per i morti civili), ma se differenza c’è, è che la guerra convenzionale ritiene i civili morti "danni collaterali", il terrorismo (che altro non è che una tecnica di azione politica) ritiene morti civili lo scopo dell’azione stessa.
Sarà poco ma almeno le azioni militari calcolano che i civili morti non portano a buon fine un’azione militare (o rischiano di non portarla), il terrorismo invece tende a spostare il campo di battaglia in ambito prettamente civile, attaccando la dove il corpo dell’avversario è più debole.
Tornando alla Spagna ciò che mi ha colpito è lo scardinamento delle regole del terrorismo. Mi spiego.
L’ETA, così come l’IRA e in qualche modo tutto il terrorismo europeo giustificava le proprie azioni, avvertiva, rivendicava, se ne appropriava politicamente. Era un metodo di diffondere non solo il terrore, ma di acquisire contemporaneamente credibilità politica (e quindi capacità di rivendicazione e di riconoscimento della base). Ora a Madrid (ed infatti i giornali di oggi lo confermano) l’ETA non c’entra. Questo significa che il terrorismo europeo ha perso le armi e di conseguenza la credibilità politica a scapito del terrorismo fondamentalista.
Perchè, mi chiedo, il terrorismo fondamentalista non ha bisogno di rivendicare, perchè non ha bisogno di riconoscibiltà politica?
Chi vuole colpire?
Ha senso uccidere 200 persone senza urlare "SONO STATO IO"?
Purtroppo si. Perchè il fondamentalismo vive di riconoscibilità intrinseca, vive di manicheismo e non di calcolo politico: è giusto, Dio lo vuole. Non c’è bisogno di dire "lo faccio per la libertà degli Euskadi, o dell’EIRE o della Corsica o del Sud Tirol... o lo faccio per la affermazione della proletariato o per quella nazional socialismo..." basta farlo per volontà di dio.
Ciò che importa è che dio lo sappia, e che 200 morti (o 3000) sono necessari nel disegno divino.

Ora senza addentrarsi in questioni teologiche, la politica di chi coordina tali azioni è chiaramente destabilizante e conta sul fatto che i fanatici non discutono (cosa che invece fanno i terroristi politici) ed eseguono ovunque, comunque e senza calcoli di convenienza. Questo crea martiri, santi ed eroi, figure mitiche, su cui non si discute, e che fanno salire al potere dittatori.

Doctor Schultes

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