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domenica 21 gennaio 2007

Il crocifisso dimenticato

(osservazione in coda alla sentenza sul crocifisso in classe- il Caso Smith)
La mia prima osservazione è l’anomalia di uno stato illiberale (quindi incapace di dividere i propri poteri) e fondato sul diritto romano ed ecclesiastico (quindi con una bassissima incidenza della giurisprudenza rispetto alla legislazione) discuta e si preoccupi di un argomento tanto fondamentale in questo modo (ovvero ricorrendo alle sentenze).
La seconda osservazione è che la proposta venga dal capo di una delle organizzazioni islamiche più discutibili e provocatrici.
Terza che la discussione riguardi il simbolo del cattolicesimo e non i rapporti fra stato e chiesa.
Ora tralasciando i dubbi di "trasparenza" di tale iniziativa (perché ora che si parla finalmente di voto ai cittadini senza distinzioni di razza e religione, e si cerca di avviare trattative con l’islam democratico?), non capisco perché si parli del crocifisso.
Che il signor smith sia un muslim è una scelta sua, che il crocifisso non debba essere presente nei locali pubblici è un diritto dei cittadini italiani, tutti.
Il problema è che i cattolici italiani (non i cinesi ad esempio) si accorgono che il crocifisso è il simbolo fondamentale della fede cristiana, solo quando un muslim si permette di dire (che altro dovrebbe dire) che il crocifisso non lo rappresenta.
Io non posso e non voglio discutere del grado di fede del signor smith o di chiunque altro in questo forum si dichiari cattolico, ma voglio discutere della sconfitta dello stato laico, della incongruenza di chi si dichiara "liberale" o peggio "laico" e si propone come crociato difensore della vera fede.
Che io o voi siate cristiani riguarda la vostra coscienza, ma non lo stato. La scuola (ma anche peggio sono i crocifissi nelle aule dei tribunali, che a me personalmente ricordano più l’inquisizione che la passio christi) sono locali pubblici senza fede, senza religione. Nessuno vuole abbattere le chiese (lo fecero i repubblicani della guerra di Spagna ed il loro eroismo è ancora rovinato da questa azione imbecille e totalitaria) ma dividere stato e chiesa (la cattolica maggioritaria per prima e tutte le altre poi) è necessario per far diventare l’Italia uno stato civile e democratico.
Ciò che non vi dicono è che il vero sopruso per il cattolico è lo svilimento della propria fede a questione simbolica, a questione di tradizione (come se si trattasse del sagra della salsiccia e non della passione di Cristo), di ridurre il tutto a questione di iconoclastia.
La fede è una cosa intima, seria, potente ed è per chi ci crede più alta e importante di qualsiasi stato.
Ritorno ai cinesi (ai cattolici cinesi) che oggi sono perseguitati da uno stato totalitario e ciò che desiderano è l’esatto contrario nostro: libera chiesa in libero stato.
Per concludere e tornare alla fonte del cristianesimo (e di conseguenza anche dell’Islamismo) ricordo che la prima affermazione di laicità dello Stato la offre Gesù Cristo: Date a Cesare quel che è di Cesare.

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