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domenica 21 gennaio 2007

W la biblioteca

Conoscevo il servizio e lo trovo estremamente carente dal punto di vista archivistico. Non conosco il sistema americano ma ho l’impressione che la Biblioteca del Congresso o altre istituzioni Usa abbiano già da tempo archiviato la produzione web degli ultimi anni. Il problema dell’archiviazione non è un mero capriccio di Urbani (faccio qui l’inciso: ovviamente la legge italiana è fatta con i piedi e non risolverà nulla, senza considerare che demanda agli utenti finale un compito che dovrebbe avere lo stato e che, come al solito, condisce tutto con sanzioni inapplicabili e stratosferiche. Chiuso l’inciso) ma è un compito, un dovere di un’istituzione nazionale. La biblioteca centrale di Firenze è dall’unità d’Italia la custode di tutto quello che l’Italia ha prodotto dal punto di vista bibliografico. A che serve? serve a tutti noi per non dimenticare cos’è la nazione in cui viviamo, che cosa ha prodotto di bello e di orrendo (più orrendo che bello, ultimamente). Alla centrale di Firenze si possono trovare tutti i testi pubblicati in Italia, riviste durate un numero, libri pubblicati in poche decine di copie, libri messi all’indice dal fascimo, libri censurati dalla chiesa e ostacolati dai vari potentati italiani... La biblioteca di Firenze ha il compito Istituzionale di prendere tutto senza deciderere ciò che è bello e ciò che è brutto. La centrale è amorale, decide che tutto ha valore e che non c’è nulla di immorale.
Ora pensare che questo concetto storico valga solo per la carta stampata è a dir poco antimoderno, semplicistico e un po’ disonesto, trovo.
Vi ricordo che proprio a causa di una legislazione carente molta (troppa) della produzione radiotelevisa della Rai è stata irrimediabilmete persa, che se non ci fosse stato il "fascistissimo" Istituto Luce oggi non avremmo nulla dell’archivio storico del ventennio, se non ci fossero stati gli archivi "politici" della resistenza e dei movimenti operai ben poco sapremmo della resistenza e delle lotte sindacali del secolo scorso, infine se non ci fosse l’archivio di Radio Radicale (che sopperisce ad un compito istituzionale) noi non avremmo mai potuto sapere quante stronzate vengono dette in parlamento, nelle commissioni, nei consigli regionali, nelle aule dei tribunale e nei congressi politici. Ora che uno stato, almeno dal punto di vista concettuale, si prenda il carico (vale l’inciso di cui sopra) dell’archiviazione di ciò che il nuovo mezzo di diffusione di massa delle informazioni produce mi sembra non solo necessario ma, nel caso Italiano, un provvedimento colpevolmente tardivo.

A coloro che credono che l’archiviazione storica (e epistemiologicamente asettica) sia lesiva delle libertà ricordo che sono solo le dittature a distruggere gli archivi e a modificare i documenti nella pretesa di modificare la storia.
Purtroppo tutto questo in Italia è un scespiriano "molto rumore per nulla", come al solito.



http://www.adnkronos.com/CyberNews/2004/Settimana20da10-05a16
-05/internet_110504.html

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