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sabato 10 febbraio 2007

ma DICO io...

Mi chiedo e mi domando come si faccia a chiamare una pratica burocratica DICO. Potevano chiamarla con un bel burocratico: Certificato di convivenza per cittadini italiani con diritti parziali non omologabili ai cittadini rispettosi dello religione di stato della Santa Romana Chiesa, che con un simpatico acronimo si potrebbe chiamare C.C.C.I.D.P.N.O.C.R.R.S.S.R.C. di molta più facile lettura e intellegibilità.
Mi chiedo: c'era bisogno di spendere mesi di lavoro per assicure alcuni diritti individuali già sanciti dalla constituzione del tipo: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Si perchè a sentire questo governo la costituzione è inviolabile, tranne poi dover costringere alcuni milioni di essi a mandarsi delle lettere, delle raccomandate con ricevuta di ritorno, con scritto che vivono nella stessa casa... contestualmente naturalmente, e siamo solo all'articolo 1.
La prima riga di questo prodotto di menti sopraffine recita la sua iniziale intolleranza:
Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso... Due persone? e perchè due persone dovrebbero essere diverse da tre, o mille o... una? Perchè i diritti individuali si assicurano solo a multipli e non a singoli? e poi dello stesso sesso? quindi cosa io faccia del mio pene è un discrimine per ottenere qualcosa? non mi pare che la costituzione dica questo.
Ma già li sento: la costituzione non si può usare a piacere! La costituzione dice che la famiglia è sacra! Gnurant!
Per non cadere in errore cito: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
I chi li vuole negare i diritti alla famiglia, se uno sceglie questo status. Io no di certo. Ma se uno sceglie un'altro status perchè non ha gli stessi diritti?
E che i rapporti del matrimonio siano stabiliti dalla legge mi può anche andar bene se decido di sposarmi.
Ma se decido di non farlo questo perchè annulla l'articolo della costituzione che dice che siamo tutti uguali?
Sarò un po' tordo io ma mi sembra incomprensibile che la costituzione si contraddica in modo così palese.
Sembreranno bizantinismi ma i pericolosissimi diritti che il DICO si pregia di normare sono diritti che riguardano l'individuo, non la coppia. Si tratta di avere il diritto di scegliere a chi la mia pensione (la mia pensione non quella del mio vicino) vada in caso di morte, del diritto di farmi visitare dalla persone che ritengo parte della mia vita, se sono in ospedale, o del mio diritto di chiedere un permesso per aiutare chi mi stato vicino una vita, senza dover mentire, per ottenere ciò che il mio vicino di scrivania ottiene perchè sposato. Per non parlare del mio diritto a continuare a vivere a casa mia, o per avere una casa in due ci si deve solo sposare, di poter ereditare o lasciare ciò che ho costruito, non da solo, nella mia vita. Trovo persino ridicolo e ridondante che vengano assicurati i diritti di mobilità nel lavoro... Non c'era bisogno di questa legge per rendermi un lavoratore flessibile.
Per non parlare dei fantomatici 9 anni o 5. E se una persone è sfortunella? e se si mette a convivere e poi muore prima dei nove anni? Dirà il legislatore con un francesismo: Bella sfiga!
D'altronde se il matrimonio è eterno (anche se dura un minuto) il DICO è peggio di una condanna a morte: si spera sempre in un rinvio dell'ultimo momento.

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