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venerdì 10 ottobre 2008

il capitalismo è finito come il comunismo...

oggi il corriere dice la sua, anzi la dice BERNARD-HENRI LÉVY.
Sostiene che come il comunismo morto con la caduta del muro anche il capitalismo è morto con questa crisi. Si tratta di un comunismo (quello stalinista e sovietico) ad essere morto, così come è morto il capitalismo delle borse finanziarie, dei soldi virtuali e poco virtuosi.

Forse si dovrebbe riprendere a leggere alcuni italiani: Gobetti, Rosselli, Rossi, Spinelli, Lussu... forse si dovrebbe ripartire da un sincero sistema democratico, da una reale capacità rappresentanza, da una reale capacità di gestione del patrimonio pubblico e una vera e forte capacità dello stato di fare lo stato e del mercato di fare il mercato.

Oggi si parla di recessione, di crollo, di crisi ma è dogmatico che ci debba essere crescita continua, infinita? è questo un concetto liberale, la crescita continua è l'essenza del capitalismo?
D'altra parte lo stato deve sempre intervenire sul mercato, deve diventare necessariamente banchiere, imprenditore e azionista? è questo il socialismo, è questo lo stato sociale che ci può salvare?

Queste domande sono le domande.
Non come il miliardario, azionista, monopolista, padroncino berlusconi chiede di "aver fiducia" e di aspettare 24 mesi prima di vendere le azioni mediaset, eni (che fa affari con l'amico Putin) o chissà quale altri richieste da insider trading farà!

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