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giovedì 3 maggio 2007

Barcellona non è in Spagna

penso di aver camminato la maratona di NY in 4 giorni. Barcellona è orribilmente piena di orribili turisti italiani. Se li eviti, però, o se fai finta che non esistano e li guardi con sublime disprezzo la capitale catalana è una gran bella città. Penso che se fossi tedesco sarebbe lo stesso, o inglese... Ma sono possessore di una carta di identità italiana, anche se sarebbe più corretto che avessi la doppia cittadinanza, sarda e friulana. Penso che un sincero catalano sarebbe in completo accordo con me, soprattutto per la seconda affermazione.
Torniamo alla città. Dormivo in un tecno/giappo/fashion/design hotel vicino al mercato di Sant Antoni. Ogni mattina armati di buona volontà, compagni di viaggio empatici, lonely planet prestata da una zelante amica, stomaco imbottito di paneburroemarmellata si partiva per destinazione che il caposcout aveva deciso. Il caposcout non ero io. Con questa scusa ho letto tre libri in cinque giorni, non dovendo leggere la guida, scegliere il ristorante ma limitandomi ad ammirare e condividere chi lo faceva per me.
Ho passato assai poco tempo in città, troppo per poter dire se e cosa ci sia da fare o da vivere a Barcellona, ma la sensazione che ho avuto è che sia una città europea, non necessariamente mediterranea, ma sicuramente europea. La vita, la famosa vita barcellonese, quella che tutti i miei predecessori mi avevano consigliato, localini, droga, vita insomma, non l'ho voluta. Mi sembrava di andare a cercare il paese dei balocchi, con annesse delusioni, e di non capire nulla della città.
Però ho visto, come un bravo turista, Gaudì... e ci stò ancora pensando se mi ha convinto. Una cosa è certa la Sagrada famiglia è un abuso edilizio... ha lo stesso fascino del balcone chiuso con le vetrate in attesa di condono, o del quarto piano della villetta monofamiliare al mare in attesa delle ruspe.
Passeggiare però per le grandi strade, evitando le ramblas, infilarsi per nel barrio gotico o la ribeira, o a caso in quartieri di cui non ricordo il nome vale cento deliri antimodernisti dell'ultimo Gaudì. Tutti mi hanno detto evita il ravel. Avevano ragione. Non tanto per il pericolo che questo appare rappresentare, ma perché non rappresenta altro che il solito, globalizzato quartiere di negozi pachistani e spedizionieri di soldi all'estero, internet e kebab. Tutte cose che non mi infastidiscono ma che posso vedere comodamente sotto il mio ufficio. Ci sono i localini! Così mi hanno detto, se per localini si intendono zilleri aperti fino a tarda notte e pieni di post frikkettoni ubriachi... non fa niente, preferisco una cena e un ultimo in tranquillità vicino a Santa Maria del mare.
Santa Maria del mare... quella si che vale la pena di esser vista, un gotico da vertigine, nudo e infinito...

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