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sabato 10 luglio 2010

libertà che mai sarà!

Colui che ha studiato i testi liberali sulle pagine di Chi ha detto:

«Dovete togliere il bavaglio alla verità, quel bavaglio imposto dalla stampa schierata con la sinistra, pregiudizialmente ostile al governo, che calpesta in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy come l'uso sereno dei telefoni. Loro invocano la libertà di stampa come se si trattasse di un diritto assoluto che prescinde dai diritti degli altri. In democrazia non esistono diritti assoluti, perché ognuno incontra un limite negli altri diritti. Questo è un principio delle democrazie liberali».

I liberali, quei cialtroni sedicenti liberali, ricordano un vecchio classico, che si deve, alla luce della vulgata del premonitore della libertà, considerare comunista:

« Se tutti gli uomini tranne uno, fossero di un parere, e quello, solo una persona fosse del parere opposto, tutti gli altri uomini non sarebbero giustificati a ridurre al silenzio quell'unico uomo, quanto lui, se ne avesse il potere, non sarebbe giustificato a ridurre al silenzio tutti gli altri »
(Jonh Stuart Mill, nel suo saggio "Sulla Libertà")

Quell'altro comunista di Milton osò lamantarsi delle limitazioni alla stampa (evidentemente non aveva a che fare con la stampa faziosa che opprime i sonni e le notti del simpaticone lampadato):

« mentre sia debitori che delinquenti possono camminare liberamente senza essere vigilati, dei libri inoffensivi non possono essere stampati senza un bollo-secondino ben visibile sotto il loro titolo »
(John Milton nel suo manifesto Aeropagitica)

Si dirà che sono sporchi inglesi (che ne capiscono di democrazia quegli orrendi monarchici!). Infatti persino quei totalitari degli Usa, che eleggono dei negri di 50 anni come loro capi, hanno un concetto errato di libertà di stampa (si sà che gli Usa sono sempre stati lontani dai concetti del liberalismo):

« Nel Primo Emendamento i Padri Fondatori hanno dato alla libera stampa la protezione che essa deve avere per realizzare il suo essenziale ruolo nella nostra democrazia. La stampa doveva servire i governati, non i governanti. Il potere del Governo di censurare la stampa fu abolito affinché la stampa rimanesse per sempre libera di censurare il Governo. La stampa fu protetta affinché potesse rivelare i segreti del governo ed informare il popolo. Solo una stampa libera ed indomita può effettivamente svelare gli inganni del governo. » 1978 Corte suprema

Infine quel povero comununista italiano, che risponde al nome di Einuadi, non aveva certo la lucidità, la conoscenza teorica e la profondità politica dell'eccelso lampadato!

"Colla abolizione della libertà di stampa, colla compressione della libertà del pensiero, con la negazione della libertà di movimento e di lavoro in virtù dei bandi e del monopolio delle corporazioni, il paese è risospinto verso l’intolleranza e la uniformità. Si vuole imporre con la forza l’unanimità dei consensi e delle idee perché si afferma necessario difendere la verità contro l’errore, il bene contro il male, la nazione contro l’antinazione." Luigi Eiunaudi 1925

Noi italiani siamo molto più liberali! infatti l'amato Duce, noto liberale, aveva un alto concetto della libertà di stampa:

"Con la libertà di stampa i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale."

Sante parole! basti pensare a Mediaset, Rai, Giornale, Libero, Foglio, Corriere...

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