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giovedì 15 marzo 2012

Il corpo del capetto

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Se il Corpo del capo era un capolavoro, la canottiera di bossi e un buon compendio di miserie leghiste. Bossi è l'emblema del leghismo, la figura paradigmatica del partito, il simbolo spacciatore di simboli patacche (soli, spadoni, dita medie e avambracci ripiegati). Nonostante tutto l'impegno e la ricerca, Bossi rimane un po' sotto tono, sarà per la malattia che ne ha stroncato la carriera di sbruffone di corte, ma alla fine, nel bel libro di Belpoliti, ci fa quasi tenerezza. Ecco forse è questo il vero difetto del libro: non riesce a restituire la pericolosità di un leader, la sua nefasta influenza sulla politica italiana ed infine la sua caparbia ignoranza, la sua oscena ipocrisia.
La lega non ha modificato solo la politica italiana, ha fatto molto di peggio: ha distrutto l'autonomismo, l'utopia federalista, regionalista ed europeista della migliore classe politica nata dall'antifascismo (Lussu, Spinelli, Rosselli, Rossi). E questo nel libro non compare, anzi paradossalmente si  accentuano le caratteristiche "italiane, provinciali, strapaesane" del movimento/partito. Ci si dimentica che se oggi non abbiamo una repubblica federale, europea e pluralista è anche per colpa di Bossi e del suo nazionalismo padano, del suo cellodurismo e del suo apparire everyman. Un uomo qualunque assurto a leader, come Hitler, insomma della peggior specie.

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