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giovedì 8 ottobre 2020

Pistolotto a destra.


Ci sono movimenti a destra. 
La Meloni si sta spostando su posizioni confederaliste Europee, dal sovranismo all'Europa delle nazioni, confederate.
Una vecchia posizione della destra europea conservatrice.
Una vecchia rivista Europa nazione confidava in una Europa pacifica e potente, fatta di nazioni amiche e solidali, unite contro il nemico comune e accomunate da uguali valori. l'Europa non è uno Stato quanto un'idea comune per le nazioni e i popoli europei, il direttore Filippo Anfuso disse «sarebbe difficile immaginarsi un’Europa spoglia delle sue soggettività nazionali». 
La Nuova Destra francese e anche quella italiana, da De Benois a Tarchi, ponevano la questione identitaria, politica e nazionale insieme, e fu una deriva, o meglio una felice intuizione, quella che portò la destra, figlia del machismo imperialista fascista, a prendere strade identitarie.
I Campi Hobbit furono controcultura per due motivi: andavano contro una cultura dominata dal marxismo e contro una cultura conservatrice e benpensante. 
Il terrorismo della seconda metà degli anni settanta ha stigmatizzato quello di destra come unicamente  stragista, quello di sinistra come politico, nonostante ciò entrambe, destra e sinistra, furono capaci di immaginarsi altro dalla violenza. 
Re nudo e Campi Hobbit erano due facce della stessa generazione con gli stessi ideali declinati in modo diverso, come lo furono i terrorismi. 
Se da una parte la sinistra ha virato verso la socialdemocrazia e la destra verso il conservatorismo, dall'altra c'era una destra intellettuale che finì ad alimentare posizioni identitarie, a difendere i popoli oppressi, a difendere le guerre apparentemente più ingiuste. Negli anni novanta e fine ottanta cresceva, al fianco del leghismo, una attenzione per le lingue e i popoli europei, per le piccole patrie, per l'identità, le etnie, le tradizioni arcaiche e locali, per i medievi più o meno fantastici, per le streghe e le saghe nordiche. In questo coacervo di contraddizioni in cui Dumezil, Cioran, Celine, Canetti, Jungher, Mishima e tanti altri convivevano sulle stesse bancarelle con troll e fischietti artigianali, si sperimentava l'identità ritrovata dopo anni di ghetto fascista. Tutto questo a 30 anni di distanza appare sfumato, trasformato da anni disidentitari che hanno riportato tutto al manicheismo di facciata che oggi, con il tripartito di Conte appare evidente: Lega, PD e M5S hanno un programma comune un idea di Stato che ha dimenticato l'identità come concetto
Uno vale uno è la morte dell'identità e con essa la morte della nazione ma anche la morte dell'ideologia. E su questo campo che si gioca la partita a destra. Il FDI è un partito identitario, se si scioglie nell'un idea vale l'altra è finito, inutile. Per questo permette il controcanto autorevole, paternalistico e giovanile di Crosetto e soprattutto non si è mai alleato con i M5S e ha sempre sostenuto l'unità del CDX. Non ha tradito, come fece Fini forzando la mano e sbagliando identità prevalente, e mantiene la parola data. La Meloni, se vuole mantenere l'identità, deve trovarne una riconoscibile, consolidando l'elettorato conservatore e un po' reazionario ma comunque rispettabile e borghese.
Il problema è che queste categorie si sono dissolte e si devono ricreare a partire da idee in grado di spostare l'attenzione dal quotidiano, in cui uno vale sempre uno, in cui un idea vale l'altra e nessuno vale niente, al futuro. L'ingresso in pompa magna in Europa, a capo di una non irrilevante parte dell'elettorato Europeo, la certifica come qualificata a guardare il futuro e a proteggere la nazione.
Se Renzi è la mossa del cavallo, la Meloni è una torre.
La Meloni strategicamente si mette in attesa e piano piano si istituzionalizza, meno proclami più argomentazioni di buonsenso, Salvini scivola, inciampa e si rialza come un pugile ubriaco. Verrà messo a riposo, se sarà abbastanza furbo da capirlo, e il doge prenderà le redini del partito, abbandonerà il sud al suo destino e si riprende il Nord. 
Se furbo. 
Se stolto potrebbe fare due errori: passare con il suo partito, ricordatevi che la Lega si chiama Lega Salvini non Padana, o quelli che rimangono, in maggioranza o in minoranza di nuovo con i M5S o peggio rimanere fuori dal governo di unità nazionale che invece la Meloni coglierebbe al balzo insieme a Zaia e Giorgetti. 


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