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mercoledì 11 luglio 2012

e il friulano chi lo tutela? I leghisti?

Ora si dirà che è colpa di Monti. e non di 20 anni di leghismo che ha trasformato l'autonomia in burletta, la friulanità in padanismo, di aver creato il substrato culturale per cui i diritti possono essere oggetto di spending review...

Roma mette a rischio la tutela del friulano di Maura Delle Case

UDINE. Le grinfie della “spending review” si allungano anche in campo linguistico ipotecando pesantemente la futura tutela del friulano. Nel decreto legge numero 95 del 6 luglio scorso, il governo Monti cancella infatti senza alcuno scrupolo la marilenghe dalle lingue considerate minoritarie. L’amara sorpresa sta nell’articolo 14, comma 16, della manovra per la revisione della spesa pubblica, laddove si definiscono le aree geografiche caratterizzate da specificità linguistica: per il governo sono da considerarsi tali solo «quelle nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera».
Il passaggio è un pugno allo stomaco per i friulanisti, per i linguisti e per gli amministratori regionali che ancora una volta, nel giro di poche settimane, assistono a un’invasione di campo e si dicono pronti a reagire. Ma veniamo agli effetti della manovra sulla marilenghe. Per ora questi dovrebbero riguardare solo l’organico della scuola e in particolare i dirigenti scolastici degli istituti con meno di 600 alunni, autonomie che nel recente piano di dimensionamento varato dalla Regione avevano invece beneficiato della dirigenza, a partire da un minimo di 400 alunni, proprio in virtù della deroga concessa ai territori con minoranze linguistiche. Oggi le autonomie scolastiche in Regione sono complessivamente 172, se la norma verrà confermata così com’è oltre una decina di queste (secondo Cgil addirittura 40) sono destinate a rimanere senza “guida”.
L’assessore regionale all’istruzione, Roberto Molinaro, conferma: «La norma, che stiamo approfondendo proprio in queste ore, prevede un’interpretazione restrittiva del concetto di aree geografiche con presenza di minoranza linguistiche che si limiterebbero – dichiara Molinaro – alle sole con minoranze di lingua madre straniera, vedi tedesco e sloveno. Completamente diversa era l’interpretazione data dal ministero dell’istruzione nel mese di aprile, che ci aveva consentito di sviluppare il dimensionamento della rete scolastica con i paramettri delle minoranze linguistiche (definiti dalla legge 482 del ’99), garantendo l’autonomia negli istituti con un minimo di 400 alunni anziché 600. Se questa norma venisse confermata avremmo sicuramente un maggior numero di autonomie destinate a rimanere senza dirigente scolastico».
Per Molinaro la norma ha «elevati profili di incostituzionalità. Non si possono discriminare in questo modo minoranze che l’ordinamento prevede vengano tenute nella medesima considerazione. Anzitutto valuteremo il testo definitivo del provvedimento, quindi i rimedi che sono approntabili». Oltre che le eventuali reazioni. Alla Corte costituzionale il Fvg è già ricorso per il decreto Salva-Italia, nulla vieta che possa farlo nuovamente per salvare il friulano. La cui tutela, secondo il professor Vincenzo Orioles, componente del gruppo di lavoro sulle politiche e i diritti linguistici, è seriamente ipotecata dal dl 95. «La norma depotenzia i livelli di tutela e ciò – dichiara il linguista – è pericolosissimo perché ci vuole molto poco a dire che vi sono lingue “importanti”, come il tedesco, lo sloveno e il francese, e lingue meno importanti, come friulano, sardo e occitano, lingue che invece la legge 482 poneva sullo stesso piano». Orioles annuncia di voler inviare una lettera-appello ai parlamentari del Fvg: «È quantomai importante che si facciano promotori di un emendamento per sopprimere il comma 16. Il riflesso per ora riguarda “solo” i dirigenti della scuola, ma una volta introdotto un principio di debolezza nella legge, una dissimmetria, allora a rischio c’è molto di più».
Il senatore del Pdl, Ferruccio Saro, promette il massimo impegno per modificare il comma. «Faremo il possibile per emendare questa norma, che mi sembra pesantemente ingiusta nei confronti del popolo friulano».
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