chi cerca trova

giovedì 16 dicembre 2010

a 16 anni avevo ragione.

a volte penso che l'italiano medio pecchi di un brutto difetto: sottovaluta se stesso. E i risultati si vedono in ciò che elegge a rappresentare se stesso.
Ho pensato a questo dal giorno in cui in Italia si è smesso di far politica, di parlare di politica, di vivere la politica. E' un giorno che dura da anni, almeno 15 direi.
Da un paio d'anni, guarda caso in concomitanza con l'avvento dell'ultimo governo stalinista d'Italia (ce ne sono stati altri tre prima ma meno ortodossi), ho consolidato questa opinione da quando, come nella peggior parodia del comunismo mangia bambini, donne minorenni venivano offerte ai dignitari del politburo.
Mi immagino un vecchio film anni 70 dai colori sbiaditi, giallastri, in cui vecchi orrendi e bavosi si accoppiano selvaggiamente con ragazze belle e affamate, tavoli di caviale e champagne, con dietro le foto di baffoni severi. Controcampo: la massa di poveri operai, negozianti, soldati dell'armata costretti a far finta che tutto va bene, leggendo l'unico giornale e ascoltando l'unica televisione. E poi spie ovunque, dignitari di partito che ostentano ricchezza davanti alla massa, parodie militari davanti a dittatori, purghe interne al partito e doni ai fedelissimi...

Mi son ritrovato a pensarmi a 16 anni fieramente anti (comunista e fascista) equiparare la manca e la destra allo stesso schema orribile. Non ero sprovveduto, sapevo, e so, distinguere le ragioni politiche da quelle etniche, il totalitarismo clericale da quello bolscevico. Non ho mai detto ne pensato che lo stalinismo e il nazismo siano la stessa cosa. Ma ho sempre pensato che ne l'uno ne l'altro avessero con me nulla a cui spartire.
Oggi vedo che queste differenze non le fa più nessuno facendo torto a partigiani e repubblichini, ad antifascisti e fascisti, ad anticomunisti e comunisti. Il torto sta nel credere che basti dire che si è tutti uguali per assolversi.

Ognuno di noi è diverso, profondamente diverso dall'altro, e solo con questa coscienza si può essere Stato, comunità, società. Perchè l'individuo fa la società e non il contrario.

Almeno in democrazia.

Nessun commento: