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giovedì 22 ottobre 2009

pensare male, agire peggio

... ho avviato la mia amicizia con facebook nel 2007, prima di molti dei miei "amici" di Fb. Ho smesso di considerarlo un luogo "sicuro" da quando al bar mi chiesero spiagazioni sulla mia mancata accettazione di amicizie, accettai tutti i sospesi e smisi di usarlo.

Oggi leggo di strali ministeriali contro FB e di un fantomatico gruppo di persecutori dell'Eccelso innominabile e inattaccabile. La magistratura, non avendo di meglio da fare avvierà, con il benestare del mastino dell'Eccelso, un'indagine.
La magistratura è oggi, purtroppo, l'ago della bilancia e al contempo serva del potere, così vuole la sinistra (turandosi il naso, alcuni) e così gode la destra (almeno quella di osservanza ortodossa).

Grazie a ciò il nostro paese sprofonda nella più cupa bambagia, una (ri)involuzione morbida fatta a colpi di sentenze e contro sentenze, editti e richieste di inchieste. Niente armi per l'amor del cielo, ma tante chiacchere ed editti bulgari, milanesi, romani, napoletani, palermitani... Nessuno parla più di politica.
I più furbi la politica la fanno eccome, tranciando leggi, annullando la partecipazione, parlado da salotti e dimenticando gli scranni parlamentari. Alla prima opposizione si grida al giustizialismo, permissivismo, accanimento mediatico e via dicendo.

Il gruppo di perversi fautori dell'annientamento fisico dell'Eccelso diverranno, in mano alla magistratura e alla potere legislativo, ennesima moneta di scambio per leggi liberticide.
E così si dimostra che la magistratura è di parte (della parte che la Legge decide che essa sia). Una sentenza potrebbe giustificare i fautori della censura su FB, per il bene e l'ncolumità del Taumaturgo abbruzzese, o potrebbe ribadire la giustezze di posizione tirannicide... In entrambe i casi FB non sarà più, non è più, un luogo di libero scambio di idee.

Lo stato italiano, e questo teocratico e autocratico a cui aspiriamo come maggioranza ne conferma la vocazione, è illiberale e paternalistico: obbliga all'azione penale, considera reati le opinioni, considera illegali le discussioni, soprattutto se queste tendo ad un fine reale (poter scrivere o parlare) e non solo alla prepotenza intellettuale.

Se, ma è un se che ogni mese diventa un'ipotetica irrealizzabile, fossimo liberali i reati di opinioni non esiterebbero e chiunque potrebbe dire come la pensa sull'Eccelso o sull'Infame (aspettando le ridicole primarie) e venir considerato per quel che dice, senza il rischio di manette. Se.

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