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sabato 13 ottobre 2012

I video non servono, anzi

ho visto e rivisto il video del bambino di Cittadella. Ho letto opinioni, interviste, sentenze.
Ogni volta c'è qualcosa che mi turba, mi infastidisce, mi suona strano, preconfezionato, costruito.
Ho visto il video... e già questo mi infastidisce. Perchè la zia, i nonni, amici sostavano davanti alla scuola? Perchè?
Perchè la zia ha un telefonino con la telecamera accesa e riprende tutto? Perchè urla come un'ossessa? Perchè incita il nipote a ribbellarsi? Perchè questi parenti strattonano la polizia, insultano i funzionari, minacciano?
Cosa minacciano? Galera e televisione.
Cos'ha a che fare tutto questo con un accompagnamento di minore su ordine del giudice, alla presenza di assistenti sociali e funzionari di polizia?
Certo è facile accusare la mala giustizia, la polizia, i servizi, il padre di non aver considerato il minore... Ma è successo veramente così o come a me sembra la vera "sorpresa" se la sono trovata i poliziotti?

A me non interessa sapere se ha ragione la madre, il padre, ne mi interessa sapere se il minore sia stato o meno ascoltato.
So che in questi casi nulla è semplice, nulla è come si vede. Ho visto, e partecipato, a visite protette. Ho vissuto sulla mia pelle professionale un allontanamento coatto di tre bimbi dal padre. Ho fatto il mio dovere, ho evitato che il padre potesse avere contatto con i bimbi, così come mi era stato chiesto. Non sapevo se ciò fosse giusto o sbagliato se fosse buono o cattivo, sapevo che di questo si sarebbero occupati altri, familiari, psicologi, assistenti sociali, tribunali. Io non potevo che fidarmi.
Eppure nella disperazione era tutto ovattato, tutto si faceva cercando di evitare il clamore, la contestazione, la pubblicità di un caso che tutto doveva essere tranne che pubblico.
Mi chiedo se fosse successo a me educatore trovarmi la sorella del padre urlante con telecamera in mano a cercar di portarmi via il ragazzo che mi avevano affidato. Cosa avrei fatto? Quattro chiacchiere al bar?

C'è qualcosa di malsano, di orrendo nella pubblicità che ogni giorno viene dato al privato, tutto è pubblico e sono gli stessi che dovrebbero pretendere il rispetto di un minore, e lo urlano scompostamente, che per primi violano la sua integrità psichica.
Non capisco perchè debba bastare un'immagine mosaico del viso del ragazzo per tutelarlo, pensiamo veramente che la presenza della telecamera dei parenti urlanti, della violenza contro i funzionari abbia tranquillizzato il ragazzo, l'abbia messo nelle condizioni di comprendere la situazione e di reagire diversamente? Veramente pensiamo che se non ci fosse stata la telecamera e le urla il tutto si sarebbe svolto allo stesso modo?
Guardate le prime sequenze quei frammenti in cui la zia corre, come in un film dogma (e con la stessa pesantezza intellettuale),urlando. Il ragazzo si intravede in piedi, inizia a divincolarsi a dire frasi fatte, frasi adulte, appena si accorge dell'arrivo della parente.
Mi chiedo se la parente non fosse accorsa? Se invece, civilmente, i parenti materni si fossero recati in questura, al tribunale dei minori, ai servizi sociali, alla comunità... forse oggi avremmo un bimbo triste ma con una speranza di potersi ricostruire una vita con due famiglie. Grazie a quel video ci saranno solo vinti e nessun vincitore.

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