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sabato 6 ottobre 2012

PD: primarie giovanilistiche (1/11/11)

Vecchie considerazioni (1/11/11) purtroppo attuali: Renzi, Fini e Vendola...
 
e noi a parlare di dialogo fra generazioni. Che sia stato proprio il presunto dialogo a far saltare il patto fra generazionale che vedeva i vecchi ciclicamente sconfitti dai giovani? O meglio: non è che questa presunta diatriba fra giovani e vecchi nasconda una più infida eliminazione della classe di mezzo: gli adulti?

È di questi giorni (1/11/11) una ridicola querelle sui giovani e i vecchi del PD.
La cosa più triste e ridicola è che i giovani sono dei "marmocchi" di 35/40 anni! e che i vecchi sono dei signori di 55/65 anni.
Questa semplice constatazione dell'età farebbe ridurre, in un paese normale, la questione a oscenità intellettuale.
La verità è che sotto i venticinque anni, in Italia, neanche si esiste, che gli adulti di 25/35 anni sono ancora "troppo giovani" per ambire al potere vero, e che i 35/45enni sono giovani al potere solo per concessione degli over 60 e poco meno. Insomma gli adulti devono solo fare i giovani, occupare posizioni in quota protetta (come le donne, gli omosessuali, gli immigrati, i disabili), per concessione dei vecchi.
In questo destra, sinistra (e centro) sono identici.
Trovo ridicolo che per esprimere le proprie adulte idee gli adulti (dei partiti) debbano continuamente ringiovanire per accondiscendere altri uomini (ex)adulti come loro che meriterebbero solo la pensione.
D'altronde possono dei giovani avere idee non innovative?
Questi giovani ben invecchiati (quarantenni) spacciano come idee innovative delle normali riflessioni di politici scafati, usano tecniche e approcci furbetti, giovanili più che giovani.
Nessuno di questi ricorda quand'era giovane. A volte penso che molti di loro non siano mai stati giovani.

Ad esempio quel Renzi, il rottamatore, è un vecchio democristiano di 40 anni scarsi.
Porta avanti idee, alcune condivisibili come l'abolizione del valore legale del titolo di studio, non certo nuove e innovative, anzi.
La realtà è che la politica innovativa in Italia non la fa nessuno ne giovani ne adulti ne vecchi.
Non la fa certo quel 60 enne di Grillo, uscito dall'Uomo qualunque in salsa noglobal, ne Di Pietro, 60 enne, ne Bersani, e tanto meno Berlusconi o i suoi schiavi 40enni come Alfano.
I più creativi, o meglio i più politici, sono Fini e Vendola.
Due teste pensanti accomunati dalla ricostruzione di un'identità di sinistra e di destra diversa dal conservatorismo del PD(L).
E non sono giovani ma, al contrario dei giovani alla Renzi, sono adulti che fanno gli adulti, senza ammiccare ai giovani ma coerentemente esercitando una leadership che si sono meritati sul campo.
Che sia questo la vera soluzione?
Leadership chiare, oneste...senza età.

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