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martedì 10 agosto 2010

La lega non fa il suo dovere...

Quindi la lega non è altro che un accozzaglia di intrallazzoni a caccia di potere? Cose dell'altro mondo! il nostro.


10 agosto 2010

“Il Carroccio ha dimenticato le piccole imprese”
Salvatore Cannavò

Il fondatore di 'Imprese che Resistono' dopo due anni di governo dice: Berlusconi e la Lega non hanno fatto nulla per le Pmi
Luca Peotta è un piccolo imprenditore di Villafalletto in provincia di Cuneo, profondo Piemonte. La sua impresa produce forni industriali e nel 2008 ha fatturato 2 milioni di euro con dieci dipendenti. Nel 2009 la crisi l’ha preso in pieno e il fatturato si è ridotto a circa un terzo. Peotta, nel maggio del 2009 ha fondato “Imprese che resistono” un Comitato nazionale di imprenditori piccoli e piccolissimi – ormai 1200, 600 delle quali in Piemonte – e non usa giri di parole per esprimere il proprio stato d’animo sul governo Berlusconi: “Deluso e rammaricato”. Il classico antiberlusconiano per principio? “Si figuri che sulla promessa dell’Iva per cassa Berlusconi ha anche guadagnato il mio voto”, dice Peotta senza alcun imbarazzo. Oggi la situazione è cambiata: gli scandali hanno strappato un velo, le elezioni anticipate sono viste come una sciagura e Peotta è tra quegli imprenditori che sta pensando di andarsene fuori dall’Italia. Magari in Svizzera.

Insomma, il bilancio di questi due anni abbondanti di governo qual è?
Sui nove punti che come piccole imprese abbiamo presentato al governo ne abbiamo ottenuto mezzo: la moratoria sui debiti con le banche sulla quale però ci vengono fatti pagare gli interessi degli interessi. In realtà abbiamo ascoltato una montagna di chiacchiere.

Di cosa parlavano i nove punti?
Puntavamo alla riduzione dell’Irap al 2 per cento e alla sua deducibilità, all’accesso al credito, alla moratoria sui debiti con le banche (qui abbiamo ottenuto qualcosina), al posticipo delle scadenze previdenziali e fiscali, a un credito di imposta che aiutasse a arginare la crisi, all’Iva per cassa, ad ammortizzatori sociali, come la Cassa integrazione, più flessibili. Insomma, un pacchetto di misure non eclatanti e soprattutto sempre considerate centrali dalla politica.

E invece?
Invece niente. Quante volte Berlusconi ha parlato dell’Iva per cassa? Alla fine l’ha resa possibile solo per le aziende che fatturano fino a 200 mila euro l’anno…. Ma chi fattura così poco? Solo chi lavora in nero! Si figuri che su questa proposta Berlusconi ha guadagnato il mio voto. Ma potrei dilungarmi anche sull’altra misura che ci sta a cuore, la certezza dei pagamenti. Secondo l’Europa devono avvenire entro 60 giorni, salvo diversi accordi tra le parti. In Italia se una fattura non viene pagata non abbiamo armi in mano. Grazie ai radicali abbiamo presentato una proposta di legge che però né Pdl né Lega hanno voluto firmare.

Già, la Lega. Non è il partito che si è impegnato di più nei vostri confronti?
Qui in Piemonte ha anche vinto le elezioni. Ma cosa ha mai fatto la Lega per le piccole e medie imprese? La Lega parla tanto di popolo ma a parte le feste di paese non mi sembra in grado di fare altro, non si vede nessuna vicinanza. Lo slogan “Roma ladrona” viene gridato fuori da Roma ma poi quando entrano a Roma stanno zitti. Forse avranno le mani legate ma certo per le Pmi la Lega non ha realizzato nessuna opera benefica.

Eppure Maroni viene indicato come uno dei ministri migliori.
Ho rispetto per Maroni e penso abbia fatto un buon lavoro. Ma la sua lotta alla mafia, ad esempio, non convince, credo che servirebbe uno sforzo in più. Perché non si vanno a guardare davvero gli appalti in Lombardia, nella Sanità, nelle Opere pubbliche? Lì non si tocca nulla e il ruolo dei vari Anemone o Verdini o le lobbies di cugini e parenti continuano a sperperare risorse alla faccia del debito pubblico.

E il resto del governo?
Ma se siamo senza il ministro dello Sviluppo economico! Berlusconi aveva detto che in una settimana sarebbe stato risolto tutto. E invece niente, anche il Capo dello Stato si è dovuto lamentare. In realtà l’insegnamento che si trae da questa vicenda di governo è basato sul motto napoletano “chiagn’e fotte”, piangono ma vanno avanti così. La riduzione di 500 euro dello stipendio per i parlamentari è populista così come la caccia ai falsi invalidi. E perché il ministro Brunetta ci deve mettere tre anni per risparmiare un miliardo e mezzo che se ne va via in auto blu?

Lei è un piccolo imprenditore e ne rappresenta molti altri. In questo clima politico che si è creato cosa pensa di elezioni anticipate?
La crisi non dovrebbe essere neanche permessa. Per noi sarebbe un disastro. Basti pensare alla Regione Piemonte dove il passaggio elettorale tiene fermi da sette mesi i regolamenti attuativi per una legge regionale di sostegno ai debiti con le banche. No, la crisi di governo rappresenterebbe l’ammissione che di fronte alla crisi e alla sua durezza questo governo preferisce scappare. Meglio allora un governo tecnico o ex novo, altrimenti si offende il paese.

Quali sono oggi le sue prospettive di imprenditore?
Intanto va detto che la ripresa non c’è. Se la produzione sale dell’8 per cento è perché comunque era precipitata prima. I magazzini sono ai minimi termini. Servirebbero regole nuove, smetterla con finanziamenti a fondo perduto, con incentivi che drogano il mercato. Di questo passo avrà ragione Marchionne che va a produrre in Serbia, perché lì il governo aiuta l’impresa. Non a caso noi stiamo cercando di verificare la produzione in Svizzera dove il governo punta alla tassazione fissa del 20 per cento e dice all’Italia: con lo Scudo fiscale ci avete tolto i grandi patrimoni? E allora noi cercheremo di portarvi via le imprese.

Da Il Fatto Quotidiano del 10 agosto 2010

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